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Fino al 1° maggio
11 Febbraio 2022 - 15:47
La vicenda umana e creativa di uno dei più geniali artisti del Novecento sono al centro della mostra antologica che inaugura oggi (venerdì 11 febbraio) alla Reggia di Monza: “Antonio Ligabue. L'uomo, l'artista”. Le novanta opere in esposizione fino al 1° maggio all’Orangerie della Villa – tra dipinti, sculture, disegni e incisioni – ripercorrono un arco cronologico che dagli anni Venti del secolo scorso giunge fino al 1962.
Curata da Sandro Parmiggiani, prodotta e organizzata da ViDi in collaborazione con il comune di Monza e il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, la mostra si snoda attraverso i due poli principali lungo i quali si è sviluppato il suo percorso artistico: gli animali, selvaggi e domestici, e i ritratti di sé, oltre alle scene di vita agreste o i paesaggi padani, nei quali irrompono, come un flusso di coscienza, le raffigurazioni dei castelli, delle chiese, delle guglie e delle case con le bandiere al vento sui tetti ripidi della natia Svizzera, dov’era nato e dove aveva vissuto fino all’espulsione nel 1919.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
«L’esposizione costituisce un ulteriore capitolo per riportare il lavoro di Ligabue – fanno sapere i curatori – a una corretta valutazione critica e storica: un’occasione per riaffermare, al di là delle fuorvianti definizioni di naïf o di artista segnato dalla follia, il fascino di questo “espressionista tragico” di valore europeo, che fonde esasperazione visionaria e gusto decorativo».
Sarà possibile ammirare alcuni suoi capolavori, come Caccia grossa (1929), Circo (1941-42 ca.), Tigre reale, opera realizzata nel 1941 durante il secondo ricovero dell’artista nell’Ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia, Leopardo con serpente (1955-56), Testa di tigre (1957-58), Volpe con rapace (nibbio) 1959-60, Crocifissione (primi anni ’60). Non mancano gli autoritratti, specchio di un disagio esistenziale e della volontà di riaffermare la propria identità: Autoritratto con cavalletto (1954-55), Autoritratto con mosche (1956-57), Autoritratto con spaventapasseri (1957-58), il dolente Autoritratto (1957).
Il trailer del film "Volevo nascondermi" (2020) del regista Giorgio Diritti con Elio Germano. L'attore ha vinto l'Orso d'argento per il miglior attore al Festival di Berlino 2020 e il David di Donatello 2021 per il miglior attore protagonista
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira, con testi di Sandro Parmiggiani, Alberto Manguel, Luciano Manicardi (priore della Comunità di Bose) e un’ampia sezione, ricca di immagini, dedicata alla ricostruzione del suo “mito”, a partire dai rotocalchi degli anni cinquanta e allo sceneggiato televisivo di Salvatore Nocita nel 1977 fino ai lavori a lui dedicati: la trilogia teatrale Progetto Ligabue di Mario Perrotta e il film Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, interpretato da Elio Germano.
LA BIOGRAFIA
La triste odissea di Antonio Ligabue (foto da Wikipedia) ha inizio il 18 dicembre 1899 a Zurigo e si conclude il 27 maggio 1965 a Gualtieri, dove era approdato il 9 agosto 1919, espulso dalla Svizzera, dopo un’infanzia e un’adolescenza segnate dall’emarginazione (a soli nove mesi di età fu affidato dalla madre a un’altra famiglia) e dall’insofferenza verso il mondo che lo circondava – a scuola, tuttavia, già si erano rivelati la sua passione e il suo talento per il disegno. A Gualtieri la sua vita resta durissima, soprattutto nei primi anni, in cui, per riuscire a vivere fa lo scariolante sulle rive del Po.
Nel video, la presentazione del direttore della Casa Museo Antonio Ligabue, il dottor Giuseppe Caleffi
Inizia a dipingere alla fine degli anni venti, apprezzato da rari estimatori, tra i quali Marino Mazzacurati. Nel 1955 tiene la prima mostra personale a Gonzaga, in occasione della Fiera millenaria; nel 1961 un’esposizione a Roma, alla Galleria La Barcaccia, ne segna la consacrazione nazionale (“il caso Ligabue”), dopo un’intensa attività artistica, spesso incompresa e addirittura derisa, che nel tempo susciterà tuttavia l’ammirazione e l’interesse di collezionisti, critici e storici dell’arte. Tra le antologiche più recenti, si ricordano quella, con quasi duecento opere, tenuta nel 2005 a Palazzo Magnani di Reggio Emilia e a Palazzo Bentivoglio di Gualtieri, in occasione del quarantesimo anniversario della sua scomparsa, e la successiva mostra, sempre a Gualtieri, nel 2015, a cinquant’anni dalla morte.
Il Museo Antonio Ligabue, gestito dalla Fondazione Museo Antonio Ligabue, è stato istituito nel 1988 per volontà del comune di Gualtieri, ed è ospitato a Palazzo Bentivoglio (nella foto qui sotto). Dal 2018, il Museo riapre ogni anno in primavera esponendo una serie sempre diversa, e in continuo ampliamento, di opere selezionate grazie alla disponibilità di collezionisti privati. Il comitato scientifico del museo è presieduto da Sergio Negri, il più autorevole esperto dell’opera di Antonio Ligabue, unico punto di riferimento riconosciuto per l’autenticazione delle opere di Ligabue.
Biglietti mostra
Intero 12€
Ridotto 10€ (ragazzi dai 13 anni ai 18 anni, over 65, possessori del biglietto dei Musei Civici di Monza – Casa degli Umiliati)
Bambini 5€ (dai 7 ai 12 anni)
Gratuito: visitatori disabili muniti di certificazione attestante una invalidità superiore al 74%, 1 accompagnatore visitatore disabile solo in caso di non autosufficienza, giornalisti con tessera in corso di validità, bambini fino ai 6 anni, accompagnatore scolaresche (2 per gruppo), accompagnatore gruppi adulti (1 per gruppo), possessori abbonamenti Musei Lombardia Milano.
Orari
Lunedì e martedì chiuso
Mercoledì e giovedì 10.00 – 13.00/ 14.00 – 19.00 Venerdì, sabato e domenica 10.00 – 20.00
Per informazioni:
L’Informatore Vigevanese - via Trento 42/b 27029 - Vigevano (PV)
Tel. 0381.69711 - informatore@ievve.com
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