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IL RIONE “D’RANIA” SI RIUNISCE
15 Luglio 2022 - 11:03
La Chiesa della Madonna del Carmine
I “sidass”, la bellissima tradizione dei setacci esposti nei negozi della zona di via del Carmine che si rinnova ancora. I più antichi saranno mostrati sul sagrato della chiesa, nei momenti di affluenza. E poi le “anitrine di pane”, tipiche del rione conosciuto da tutti come quello “d’rania”. Infine le torte. Così la festa della Madonna del Carmine intorno all’omonima chiesa e all’omonima via ritorna, con qualche organizzatore in meno dovuto al tempo che passa, ma con entusiasmo immutato da parte degli Amici della chiesa del Carmine.
Mercoledì 13 luglio è partito il triduo che prosegue anche oggi e domani, alle 9 del mattino con la celebrazione eucaristica e alle 21 con la meditazione Mariana. «Dopo le restrizioni, quest’anno i vigevanesi - sono le parole di Marco Gusberti, portavoce degli organizzatori - avranno la gioia di risentire dal suono delle campane l’annuncio della la festa della Madonna del Carmine in tutta a sua pienezza. Mentre il programma religioso avrà l’intero spazio dovuto, il “cartellone” delle iniziative folcloristiche sarà parzialmente ridotto, ma “la festa dal Carman” non mancherà di suscitare ancora particolare interesse e molta attrattiva, soprattutto per chi desidera ridare vitalità alle antiche tradizioni vigevanesi».
Queste ultime prevedono il banco di beneficenza, con vintage ed antiquariato, fino a lunedì 18 luglio nel cortiletto di via del Carmine adiacente alla chiesa. I “sidass”, che a Roma chiamerebbero “Pasquinari”, con frasi dialettali mordaci verso qualcuno che si è compostato male, sono esposti nei negozi. Poi la benedizione al pane di sabato pomeriggio e l’omaggio musicale della banda Santa Cecilia domenica 17 luglio dopo la professione delle 21 che da via del Carmine ci ritorna passando dal ponte della Giacchetta, via Madonna degli Angeli e via San Giacomo.
Dal 16 al 18 le “torte del Carmine” saranno a disposizione «di tutte le tasche e di tutti i gusti». Si segnala anche sabato alle 21 l’elevazione spirituale proposta da Zefiro Ensemble e Baroque Ensemble. «Fare festa - conclude Gusberti - aiuta a sentirsi più vicini e uniti tra di noi, significa riconoscersi “fratelli tutti”. In questo nostro tempo molto frantumato, tutti abbiamo bisogno di certezze. Dandoci la mano potremo rendere più sicura la strada e più leggero il peso della vita quotidiana. Soprattutto oggi è indispensabile tenere unite le generazioni:giovani e anziani, bambini e adulti, fino ai nonni. La riproduzione di un antico “sidass”: frase in dialetto ancora attuale e alle nonne, preziosi tesori ed eccellenti maestri di vita».
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