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sagra
30 Settembre 2022 - 17:16
L’edizione 2021, seppur con un programma ridotto, portò in trionfo la Pasqualina, Arianna Lapenna
PARONA – Dopo due anni, finalmente, il programma è (quasi) al completo. L’edizione numero 54 della sagra dell’Offella di Parona, mai interrottasi neanche nei due anni scorsi, punta in grande, come sempre, senza snaturarsi, in un calendario che finalmente non deve fare i conti con le restrizioni pandemiche. Due giorni, 1° e 2 ottobre, che fanno i conti con la presenza ingombrante del Salame d’oca di Mortara. Non è per forza un boomerang: magari i visitatori di una festa, vengono attirati dall’altra. Tra le novità c’è la chiesa di San Siro, recentemente riqualificata e resa sala polifunzionale, che diventa protagonista: lì arriveranno Pinotu e la bella Pasqualina nel corteo di sabato sera.
Sarà il corpo bandistico La Cavagliese, un habitué della festa di Parona, ad andare incontro a Pasqualina intorno alle 20,15 partendo da piazza Nuova. Lo schema è noto: durante l’anno Angelo Signorelli, il cui baffo imbianca ogni anno, sceglie una giovane fanciulla del paese come sua dama. “Pinotu”, deriva da Giuseppe, il “Padre” per antonomasia. Il nome della giovane rimane segretissimo: verrà svelato soltanto sul momento. Lo scorso anno la Pasqualina è stata interpretata da Arianna Lapenna.
Intanto, mentre tutti aspettano di sapere chi le succederà, in oratorio (a pochissima distanza) aprirà il banco di beneficenza, e in via Papa Giovanni XXIII, presso le scuole, il luna park, attivo anche domenica. L’arrivo di Pasqualina e Pinotu è previsto per le 21,10 circa di sabato 1° ottobre in piazza Signorelli, presso il palazzo comunale, dove dal balcone verrà proclamata l’apertura ufficiale dei festeggiamenti. Il ricevimento ufficiale dei protagonisti sarà però presso San Siro. Dopo la cerimonia Lara Agostini e la sua orchestra intratterranno tutti dal palco di piazza Nuova.
Domenica, bancarelle già dal mattino e la grande sfilata del pomeriggio con tre carri di Carnevale con animazione affidata a bande, majorettes e agli artisti di strada Squilibrio e Clorofilla. Degustazioni di Offelle (ciò che molti aspettano) sono previste alle 17 in due punti distinti al centro del paese. La merenda sarà il preludio al lancio di palloncini finale e al concerto dei The Olds nel teatro parrocchiale.
INVENTATE DA DUE SORELLE A FINE OTTOCENTO - Farina di grano tenero, burro, zucchero, uova, olio d’oliva e lievito. Stop. Rigorosamente senza conservanti. La Pro Loco, unica proprietaria della ricetta originale dell’Offella, la distribuisce in concessione ai tre produttori del paese, Fratelli Collivasone, Forno Più di Bigi e l’Offelleria di Parona. Sempre la Pro Loco sta pensando a un iter per “aggiornare”, o meglio adeguare, la ricetta agli standard produttivi del XXI Secolo. «Ma i conservanti ovviamente non ci saranno mai», chiarisce Gabriele Colombo, presidente della Pro Loco paronese. Nelle edizioni della sagra pre Covid, in alcuni anni si stima che sia stato distribuito circa un quintale di Offelle soltanto dalle mani dei bambini che le regalavano ai visitatori sfilando sui carri. L’Offella, così dice il popolo, è stata inventata a fine Ottocento dalle sorelle Colli, Pasqualina e Linin. Prima della sagra, nel 1969, con la Pro Loco che si costituì apposta per organizzarla, era conosciuto solo in paese. Dopo le prime edizioni è arrivato il lancio a livello mondiale, con un export costante che prosegue ancora. Le figure di Pasqualina e Pinotu vennero introdotta nel 1970 e mai più cancellate.
«L’unico dettaglio – chiarisce Gabriele Colombo, presidente della Pro Loco – è che, ancora, non possiamo permettere che i bambini salgano sui carri a regalare Offelle a tutti. Era una tradizione amata che potrebbe tornare, ma non nel 2022. Per il resto, c’è tutto. Mi piace pensare, con la sfilata che passa per le nostre strade, di toccare tutti gli angoli del paese e quindi simbolicamente tutte le persone che vivono a Parona come se non fossero loro a venire da noi, ma l’Offella ad andare verso di loro. Torniamo con un programma completo per mandare il nostro messaggio “dolce” il più lontano possibile».
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