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castello sforzesco
09 Febbraio 2023 - 17:00
È stata inaugurata oggi (giovedì 9 febbraio) la mostra "Collezione Strada" negli spazi del Museo Archeologico Nazionale della Lomellina di Vigevano. Nella più antica delle Scuderie del Castello Sforzesco saranno esposti fino al 4 dicembre oltre 250 reperti, appartenenti a un arco cronologico che va dalla Preistoria all'età rinascimentale. La collezione Strada, acquisita dal Ministero della Cultura a seguito di un esproprio per pubblica utilità, è stata affidata al Museo di Vigevano. Fino al 2021 i reperti erano custoditi all'interno del Castello di Scaldasole.
Nel video di Jose Lattari, gli interventi di Emanuela Daffra, direttore regionale Musei della Lombardia, e Rosanina Invernizzi, co- curatore scientifico della mostra
La collezione è formata da reperti raccolti da Antonio Strada (1904-1968), a partire da un nucleo di pezzi rinvenuti nei terreni di famiglia. I manufatti più importanti sono gli oggeti in vetro di età romana, come la coppa firmata da Aristeas, databile al secondo quarto del I secolo d. C., ritenuta un unicum per qualità e stato di conservazione.
Una raccolta costituita da 260 oggetti appartenenti ad un arco cronologico che va dalla preistoria all’età rinascimentale, ma particolarmente ricca in relazione all’età della romanizzazione della Lomellina (II – I secolo a.C.) e alla prima epoca imperiale (I – II secolo d.C.). Per la maggior parte rinvenute a seguito di lavori agricoli, sono testimonianze che quasi certamente provengono da corredi funerari e il loro stato di conservazione è in molti casi eccellente. Si va dalle ceramiche di uso comune, alle terrecotte figurate, agli oggetti d’ornamento, agli utensili di metallo. E ai vetri. Tra questi spicca un pezzo eccezionale nella produzione vetraria del primo secolo dopo Cristo: una coppa in vetro verde chiaro, con decorazioni a girali d’acanto e tralci di vite, unico esemplare integro tra i pochissimi a noi noti, cinque in tutto, dal maestro vetraio Aristeas. Una meraviglia di fattura mediorientale destinata ad una famiglia facoltosa e di rango. Sempre tra i vetri, materiale distintivo della collezione, vanno citate, per integrità e qualità, anche la pisside in vetro blu e l’anforetta porpora con decorazione piumata in bianco.
«Questa esposizione completa – spiega Emanuela Daffra, direttore regionale Musei della Lombardia – è, insieme, il passaggio intermedio di un percorso e l’apice ‘pubblico’ della collezione. Dopo l’anteprima, che ha immediatamente offerto ai nostri visitatori i reperti più importanti ed integri, questa mostra è voluta per permettere a studiosi e appassionati di conoscere la totalità dei pezzi, tutti restaurati per l’occasione. Sarà un affondo importante sulla storia del collezionismo privato in Lomellina, che ora giunge ad arricchire il patrimonio collettivo e la storia del territorio. Anche per questo abbiamo voluto una ampia durata ed una ricca serie di attività per pubblici diversi. Al termine della mostra, con cognizione di causa, i nuclei più significativi confluiranno nell’esposizione permanente del museo imponendone una rilettura, a testimonianza di come il patrimonio archeologico non sia immobile».
Alcuni momenti dell'inaugurazione della mostra di oggi, giovedì 9 febbraio 2023 (foto di Jose Lattari)
(fonte: Museo Archeologico Nazionale della Lomellina - Direzione regionale Musei Lombardia)
L’oggetto più noto è l’eccezionale coppa biansata in vetro soffiato in stampo, decorata a rilievo, che reca la firma di Aristeas, databile al secondo quarto del I secolo d. C. La coppa, in vetro verde chiaro, con decorazioni a girali d’acanto e tralci di vite, fu rinvenuta ad Albonese alla fine dell’Ottocento ed entrò a far parte della collezione Steffanini, successivamente acquisita da Antonio Strada. L’eccezionalità di questo reperto non risiede però soltanto nell’alta qualità esecutiva e nella raffinatezza della decorazione, ma si deve soprattutto al fatto che si tratta dell’unico esemplare firmato da Aristeas giunto a noi integro. Di questo artigiano del vetro sono conosciuti infatti solo altri cinque manufatti, tutti pervenutici in condizioni frammentarie. La coppa, insieme ad altri esemplari firmati dal più noto Ennione, è stata esposta recentemente in due prestigiose occasioni al Metropolitan Museum di New York e al Corning Museum of Glass, acquistando fama internazionale tra gli studiosi.
La coppa apparteneva ad una produzione di vasellame pregiato e destinato alle élites, opera di artigiani probabilmente mediorientali, di cui sono stati ritrovati alcuni esemplari in territorio pavese e piemontese: la loro presenza testimonia l’esistenza di vivaci scambi commerciali nell’area nel corso della prima età imperiale.
Altre rarità, sempre tra gli oggetti in vetro, sono la pisside in vetro blu e un’anforetta porpora con decorazione piumata in bianco, mentre altri manufatti trovano riscontro nella ricca documentazione vitrea del territorio lomellino.
«Tutti i reperti della Collezione – spiega la dottoressa Stefania Bossi, direttrice del Museo – saranno esposti in un'unica sala, che verrà caratterizzata anche dal punto di vista grafico e visivo, rispetto agli altri spazi museali. L'allestimento sarà concepito in modo da enfatizzare i pezzi più importanti, gli altri reperti saranno raggruppati per tipologie. I pannelli guideranno il visitatore evidenziando non solo la sequenza di lettura dei reperti, ma anche le reciproche connessioni con il resto della collezione museale».
«L’esposizione completa degli oggetti ci permettere di cogliere anche i modi della formazione della raccolta – afferma Rosanina Invernizzi, co- curatore scientifico della mostra –, che si configura come “collezione di collezioni”. Ai reperti già posseduti dai suoi antenati, Antonio Strada aggiunse altri nuclei acquistati da collezionisti del territorio della Lomellina: tra essi, in particolare, la raccolta Steffanini di Mortara (che comprendeva la coppa di Aristeas) e la raccolta Volpi-Nigra di Lomello, che includeva anche reperti di provenienza magno greca. Altri piccoli nuclei furano aggiunti nel tempo frutto di acquisti, doni o scambi. Non mancano, come spesso accade nelle collezioni, pezzi falsi o di dubbia antichità, ma nell’insieme la raccolta Strada ci mostra un quadro di attivi scambi tra i proprietari e soprattutto quell’interesse per le” antichità patrie” caratteristico degli anni tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento».
I PERCORSI DI VISITA PER LE LE SCUOLE
Saranno diverse le iniziative che nei prossimi mesi vedranno il coinvolgimento delle scuole e delle varie realtà del territtorio: «Attraverso la costruzione di reti non solo con altre realtà museali, ma anche con biblioteche, associazioni, scuole, guide, educatori, sarà possibile mettere a disposizione di tutti - bambini e famiglie, classi e adulti, persone curiose o vulnerabili, migranti o insegnanti - percorsi e strumenti per esplorare il museo e aprirsi a nuovi sguardi sulla città. Importante, in questo fine lavoro di tessitura sul territorio, è il sostegno del Rotary Club Mede Vigevano alle attività educative» hanno fatto sapere gli organizzatori.
Mostra progettata da
Direzione Regionale Musei Lombardia – Direttore Emanuela Daffra Museo Archeologico Nazionale della Lomellina – Direttore Stefania Bossi
A cura di
Emanuela Daffra, Rosanina Invernizzi, Elisa Grassi, Stefania Bossi
Progetto allestimento e grafica
Angelo Rossi, Giulia Camozzi
Fotografie
Luciano Caldera, Luigi Monopoli - Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.
Mediazione del patrimonio e progetti territoriali
Giovanna Brambilla
L'acquisizione della collezione e di conseguenza questa mostra non avrebbero potuto avere luogo senza il lavoro decennale della ora Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese e il costante appoggio della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura.
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