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domenica pomeriggio
10 Maggio 2023 - 17:09
La chiesa di San Pietro Martire
L’Associazione Musicale Cantica Organi continua la propria attività in questo mese di maggio, dopo il successo della giornata bachiana dello scorso 26 marzo. E, assieme alla parrocchia di S. Cristoforo in S. Pietro Martire e grazie all’organizzazione di Don Paolo Lobiati, direttore della Cappella Musicale della Cattedrale di Vigevano, presenta un appuntamento più unico che raro, che vedrà protagonisti i musicisti dell’Ensemble Andromeda del Conservatorio
di Milano.
Domenica 14 maggio, dalle 16,30 del pomeriggio, verrà infatti presentato in S. Pietro Martire lo Stabat Mater di
Alessandro Della Ciaia, in prima esecuzione assoluta in Italia, e un oratorio di Carissimi. Abbiamo chiesto direttamente al Maestro Francesca Torelli, che si occuperà anche della direzione e concertazione, di illustrarci questo importante evento.
«Lo Stabat Mater di Alessandro Della Ciaia verrà eseguito in Italia per la prima volta - sono le sue parole - È frutto del lavoro di un laboratorio da me seguito con studenti di numerose classi del Conservatorio (canto, canto barocco, musica vocale da camera, violino, violino barocco, tromba rinascimentale e barocca, viola da gamba, liuto, fagotto barocco, clavicembalo). L’ensemble vocale e strumentale Andromeda, è infatti costituito da studenti del Conservatorio e da esterni frequentanti il laboratorio. Alessandro Della Ciaia, compositore senese vissuto nel Seicento, è ad oggi quasi sconosciuto: era un nobile; e a quel tempo, col suo status sociale, si riteneva “sconveniente” riconoscere pubblicamente di essere un musicista professionista. Sappiamo però, da un libro di un letterato coevo, che compose moltissima musica, soprattutto sacra, pubblicandone almeno tre volumi, due dei quali ci sono pervenuti. La qualità delle sue composizioni è alta e innovativa, particolarmente ardita dal punto di vista del trattamento delle dissonanze».
«La musica di questo Stabat Mater ha una notevole intensità, che unita al drammatico testo coinvolge fortemente le emozioni dell’ascoltatore, pur provenendo da secoli di distanza e da un autore passato inosservato nella storia della musica - prosegue Francesca Torelli -. Iudicium extremum di Carissimi è invece un oratorio molto noto, tuttavia scarsamente eseguito, forse per l’imponenza e l’impegno del suo organico vocale: undici diverse parti vocali divise in tre cori. I suoi punti di forza sono totalmente diversida quelli dello Stabat Mater e consistono in buona parte nella solennità e senso di potenza e ineluttabilità
che comunica. Carissimi e Della Ciaia sono dunque due autori operanti nell’Italia centrale nello stesso periodo: il primo musicalmente molto prolifico e di valore riconosciuto all’epoca e fino ad oggi; il secondo noto in vita solo localmente e poi dimenticato. Nonostante ciò l’oratorio di Della Ciaia sperimenta in sé molto di più di quello di Carissimi, forse proprio perché Della Ciaia era libero dal vincolo di un incarico lavorativo ufficiale nell’ambito della Chiesa, ruolo in cui la musica sarebbe stata ancora influenzata dai dettami compositivi della Controriforma. Judicium extremum, invece, colpisce per la sua costruzione ineccepibile, semplice, ma che trasmette un senso di grandiosità. Ci è parso un buon accostamento per presentare due aspetti diversi e importanti della musica sacra del Seicento italiano».
L’ingresso è gratuito.
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