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Al castello
13 Luglio 2023 - 16:38
Quando nel 2014 vinse la sezione “nuove proposte” del Festival di Sanremo con “Nu juorno buono”, in pochi si resero conto che il momento rappresentava una piccola pietra miliare della storia dell’Ariston. Per la prima volta un brano rap si impose, per la prima volta trionfò un pezzo cantato in lingua napoletana. Rocco Hunt si schermisce: «il rap avrebbe comunque vinto di lì a poco, era in un’ascesa inarrestabile». Sarà. Intanto il primato è il suo. Quasi dieci anni dopo propone la sintesi della carriera, in cui si è nel frattempo affermato come compositore maturo in grado di abbracciare anche le sonorità pop e di piacere al grande pubblico.
Rocco Hunt, all’anagrafe Rocco Pagliarulo, classe 1994, si esibirà stasera (giovedì 13) sul palco all’interno del castello Visconteo di Pavia. Giovedì 13 luglio dalle 21,30, Hunt è atteso nell’ambito della rassegna “La città come palcoscenico”, quarta edizione, organizzata dall’agenzia PromoterPv di Silvio Petitto.
Il “Summer tour” del rapper campano gira l’Italia fino ad agosto inoltrato con una band formata da Valerio Nazo (dj), Alessio Busanca (tastiere) e il batterista Gianluca Brugnano. Promette di far cantare e ballare il pubblico con una scaletta che spazierà dai suoi brani di repertorio alle più recenti hit multiplatino. Non mancheranno soprese, brani inediti e l’ultimo singolo “Non litighiamo più”, stabile nella top 50 di Spotify che, con un susseguirsi di immagini evocative di spaccati di vita vissuta, accompagnate da un sound fresco e travolgente, racconta un amore forte, solido, che a ogni litigio, ripicca o caduta torna in piedi più forte di prima. Rocco Hunt ha scritto “Non litighiamo più” con la collaborazione di Paolo Antonacci e Davide Simonetta, che lo ha anche prodotto. Il brano si muove artisticamente tra il presente e le sue origini di poeta urbano che lo hanno fatto conoscere ed apprezzare.
«Sicuramente - aggiunge l’artista - avevo vinto una gara per definizione tradizionalista, cioè il festival di Sanremo, anche declinato nella versione giovanile. Il mio brano, “Nu juorno buono”, il primo successo, era riuscito a rompere gli schemi anche se il rap era sempre più in voga e quindi avrebbe, magari, vinto l’anno successivo un altro esponente del genere. Io poi ho proseguito cercando un’evoluzione per rivolgermi a un pubblico sempre più ampio, moderando il linguaggio e affinando la scrittura». A Pavia, così come durante il tour estivo, Rocco Hunt non proporrà cover. Non ne ha bisogno. Ha già dovuto «tagliare» la scaletta. «Preannuncio - aggiunge - grandi ritorni, anche di canzoni meno note, oltre ai cavalli di battaglia che non possono mancare». Un esempio è “Wake up”, presentato all’Ariston nel 2016. Si tratta di «una vera e propria dichiarazione d’amore per la terra da cui proviene, e che Rocco Hunt (ormai tra gli artisti più affermati della scena rap e pop) ha sempre ben presente nelle sue produzioni, dall’utilizzo della lingua napoletana alle inconfondibili vibe».
«A Pavia - conclude il rapper - mi aspetto un pubblico caldo. Non posso non pensare, ed è ovvio, ai tanti campani anche di seconda generazione che vivono lì e magari vogliono sentirsi a casa, ascoltare un accento e delle parole familiari. Ma la mia musica è per tutti, e i fan me lo hanno dimostrato nel tempo. Vedo bambini di 4 anni e uomini di 70 vicini di posto, che cantano all’unisono». È il linguaggio universale della musica.
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