La Seconda scuderia diventa tibetana

Un mandala (cioè un disegno geometrico tipico di
varie culture asiatiche) realizzato con la sabbia negli spazi del castello, in Seconda scuderia. Sono
 queste le premesse di “Un mandala per Vigevano”, evento apertosi oggi, mercoledì, quando è iniziata la sua costruzione. Si chiude domenica 1° ottobre alle 16, quando il manufatto verrà dissolto a uso e consumo del pubblico.

I protagonisti saranno i monaci tibetani del monastero di Sera Jey, nel sud dell’India. Sono qui per raccogliere offerte necessarie al sostentamento del monastero e dei giovani monaci ospitati nelle scuole residenziali ed impegnati a mantenere viva la millenaria tradizione culturale e spirituale del buddismo tibetano, gravemente compromessa dall’invasione cinese del Tibet. «La cultura e la tradizione tibetana, che continua ad esistere in India ed in altre parti del mondo dopo l’occupazione cinese e la fuga di moltissimi maestri, monaci e parte della popolazione - aggiungono gli organizzatori - è un patrimonio dell’umanità come portatrice di valori etici universali quali la compassione, l’armonia, la pace, la fratellanza ed il rispetto di tutte le forme di vita e del pianeta che le ospita. Il mandala rappresenta una delle più alte espressioni spirituali, oltre che artistiche, di questa tradizione, risultato di un lungo e meticoloso lavoro della durata di diversi giorni, da parte di monaci specializzati ed autorizzati alla sua realizzazione».

Una volta terminato viene dissolto, nell’ambito di una particolare cerimonia a rappresentare l’impermanenza di tutte le cose. Accompagnano la realizzazione del mandala due mostre fotografiche, “La vita in Litang” (di Gemma Randelli) e “Ladakh” (di Marzia De Tavonatti). Inoltre un mercatino di prodotti artigianali realizzati dai rifugiati tibetani in India e Nepal. Organizzano GhePelLing - Istituto Studi di Buddismo Tibetano e l’associazione culturale Arte il Faro con il Patrocinio del Comune di Vigevano. L’ingresso è libero ogni giorno dalle 9 alle 18.