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teatro
14 Febbraio 2024 - 17:02
Arturo Cirillo, mago estroso della scena teatrale, è tornato a ricordare un Cyrano visto da ragazzo – in forma musicale, scritto da Domenico Modugno. Da quella base di partenza ha costruito oggi uno spettacolo che è la contaminazione brillante della vicenda di Cyrano di Bergerac, accentuandone più il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, meno guascone e più innamorato, inserendo raffinate rielaborazioni musicali, con brani di Èdith Piaf, musiche composte da Fiorenzo Carpi e altri autori.
Un teatro-canzone, un modo per raccontare la famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano attraverso non solo le parole ma anche le note, che a volte fanno ancora di più smuovere i cuori. Ritmo, colore, invenzioni creano un gioco di prestigio nel quale fa da protagonista un eccellente gruppo d’attori. Il risultato di questa magia è un gigantesco inno al teatro.
Uno spettacolo sfavillante di colori e giochi, in una versione fantasmagorica ideata da Arturo Cirillo. Un gruppo affiatato di attori che mutano ripetutamente di ruolo.
Divertimento intelligente, ritmo intriso di riferimenti teatrali, varietà di linguaggi. Dramma, comicità, echi dalla commedia dell’arte e dall’avanspettacolo.
Note di regia
Andare con il ricordo ad un musical da me visto da ragazzino a Napoli, nell’ancora esistente Teatro Politeama, è stato il primo moto di questo nostro nuovo spettacolo. Il musical in questione era il “Cyrano” tratto dalla celeberrima commedia di Rostand, a sua volta ispirata ad un personaggio storicamente vissuto, coetaneo del mio amato Molière. Riandare con la memoria a quella esperienza di giovane spettatore è per me risentire, forte come allora, l’attrazione per il teatro, la commozione per una storia d’amore impossibile e quindi fallimentare, ma non per questo meno presente, grazie proprio alla finzione della scena. Lo spettacolo che almeno trentacinque anni dopo porto in scena non è ovviamente la riproposizione di quel musical (con le musiche di Domenico Modugno) ma una continua contaminazione della vicenda di Cyrano di Bergerac, accentuandone più il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, con delle rielaborazioni di quelle musiche, ma anche con elaborazioni di altre musiche, da Èdith Piaf a Fiorenzo Carpi. Un teatro canzone, o un modo per raccontare comunque la famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano attraverso non solo le parole ma anche le note, che a volte fanno ancora di più smuovere i cuori, e riportarmi a quella vocazione teatrale, che è nata anche grazie al dramma musicale di un uomo che si considerava brutto e non degno d’essere amato. Un uomo, o un personaggio, in fondo salvato dal teatro, ora che il teatro ha più che mai bisogno di essere salvato.
Arturo Cirillo
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