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Enrico Dindo conclude la Stagione dei Solisti di Pavia

Il concerto si terrà mercoledì 27 marzo alle ore 2

Annalisa Vella

Email:

annalisa@ievve.com

25 Marzo 2024 - 12:22

Enrico Dindo conclude la Stagione dei Solisti di Pavia

Enrico Dindo

Si conclude la Stagione dei Solisti di Pavia al Teatro Fraschini. Una rassegna in crescita, sia per gradimento sia per affluenza di pubblico. L’appuntamento finale è riservato ad Enrico Dindo, anima fondante dell’Orchestra. Il concerto si terrà mercoledì 27 marzo alle ore 21.00.

Enrico Dindo, oltre all’attività concertistica, si sta dedicando alla formazione, è Direttore Artistico dell'Accademia Filarmonica Romana dal gennaio 2022, è docente della classe di violoncello presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, presso la Pavia Cello Academy e ai corsi estivi del Garda Lake Music Festival.

Biglietteria online

https://teatrofraschini.vivaticket.it/

Il programma

David Popper (1843 – 1913) Requiem per tre celli e archi (Orchestrazione di E. Dindo)

 

Sergej Prokofiev (1891-1953) Sonata in do maggiore per violoncello e pianoforte op. 119 (Orchestrazione di E. Dindo)

 

Moisej Samuilovič Weinberg (1919-1996) Sinfonia da camera n.1 per orchestra d’archi, Op. 145

Il Requiem, composto da David Popper (1843-1913) ad Amburgo nel 1892, è un brano dall’atmosfera molto raccolta e di grande impatto emotivo. Divenuto violoncellista per caso (desiderava suonare la viola), Popper, paladino della nuova musica, è riuscito ad impadronirsi totalmente della tecnica e delle peculiarità sonore dello strumento, offrendo un considerevole contributo allo sviluppo del suo repertorio.

Nel mondo cameristico di Prokofiev (1891-1953), la Sonata in do maggiore op. 119 (1949) si collega allo stretto legame di amicizia e collaborazione instaurato dall’autore con il violoncellista Mstislav Rostropovic ed è forse l’unica ad aver acquisito fama internazionale proprio grazie a questo prodigioso esecutore che ha saputo valorizzarne gli elementi peculiari.

Nelle composizioni di Moisej Samuilovič Weinberg (1919-1996), russo di origine polacca, si risente fortemente dell’influsso di Shostakovich, col quale in effetti l’autore fu legato da profonda amicizia. Fortemente osteggiato dal regime sovietico, Weinberg riuscì a divulgare la propria opera grazie importanti strumentisti quali Gilels, Mariya Grinberg, Rostropovich, Gauk e Sanderling, che inserirono le sue composizioni nei loro rispettivi repertori.

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