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danza
15 Aprile 2024 - 09:27
SOL INVICTUS - Crédit photo Nathalie STERNALSKI
Francese di origine algerina, Hervé Koubi, già Cavaliere delle Arti e delle Lettere, si è distinto per un percorso artistico di integrazione e fusione di tecniche e linguaggi, nel segno della sperimentazione. Dalla Biennale a New York la sua compagnia Cie Hervé Koubi si è guadagnata una fama internazionale combinando danza urbana e contemporanea con coreografie ispirate e originali.
Sol Invictus ovvero come prendersi gioco della morte danzando. Si celebra, attraverso la danza, l’energia vitale che dobbiamo trovare dentro di noi per affrontare le nostre paure, per affrontare noi stessi. Attraverso ‘incontri danzati’ viene riscoperta questa unione di popoli e culture al di là di ogni considerazione di appartenenza etnica, culturale o religiosa. La danza come riunione, come andare oltre i confini umani e geografici, oltre i confini dei codici del balletto e della danza contemporanea e urbana.
Sol Invictus è un’opera che esprime tutta l’energia vitale dei danzatori, provenienti da tutti i continenti su una creazione musicale di Mikael Karlsson e Maxime Bodson, e opere del repertorio di Steve Reich e Beethoven.
La compagnia
Traendo la sua forza creativa dalla cultura mediterranea e, in particolare, dalle radici algerine del suo fondatore e coreografo, la Cie Hervé Koubi si è rapidamente guadagnata una fama internazionale, combinando danza urbana e contemporanea con potenti immagini, che evocano dipinti Orientalisti, e una coreografia ispirata e originale.
In particolare, “Ce que le Jour doit à la nuit” e “Les Nuits Barbares”, rispettivamente del 2013 e 2015, i due lavori più iconici di Hervé Koubi, sono opere di grande fluidità e potenza fisica, entrambe reduci da anni di intense tournée internazionali che hanno consacrato la Compagnie Hervé Koubi come una tra le realtà contemporanee più interessanti.
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Note di Hervé Koubi
“Perché danziamo?
Non siamo niente nell'universo. La vita - e non solo l'umanità - non sarà altro che un fiammifero acceso e spento nei cieli. La nostra esistenza passerà inosservata e la nostra solitudine nel cosmo è esasperante. Ciò che è difficile non è l'ostilità dell'universo ma la sua indifferenza verso la nostra esistenza. Tuttavia, se riusciamo a integrare questa indifferenza e ad accettare la sfida della vita, la nostra esistenza può davvero avere significato ed essere appagante.
Non importa quanto sia profonda l'oscurità, dobbiamo portarvi la nostra luce.
L'universo, il ciclo delle stagioni, come ci collochiamo in questo grande spazio vertiginoso?
Da questo spazio, legato a ciò che è la vita, delimitato da un inizio e da una fine, il destino per tutti noi sarà lo stesso.
E io, di fronte a tutto questo, danzo.
SOL INVICTUS ovvero come prendersi gioco della morte danzando.
Celebrare, attraverso la danza, questa energia vitale che dobbiamo trovare dentro di noi per affrontare le nostre paure, per affrontare noi stessi.
Desidero riscoprire attraverso ‘incontri danzati’ questa unione di popoli e culture al di là di ogni considerazione di appartenenza etnica, culturale o religiosa.
La danza riunisce e unisce. La danza va oltre i confini umani e geografici, va oltre i confini dei codici del balletto e della danza contemporanea e urbana.
SOL INVICTUS è un’opera generosa, con l’energia vitale dei miei ballerini, uomini e donne, provenienti da Francia, Europa, Brasile, Asia, Nord Africa, Stati Uniti, su una creazione musicale di Mikael Karlsson e Maxime Bodson, e opere del repertorio di Steve Reich e Beethoven.”
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