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Martedì l'incontro
25 Ottobre 2024 - 10:53
Una delle figure più affascinanti del secolo scorso non è mai morta per davvero, sia perché se ne continua a parlare sia perché non si sa davvero che fine abbia fatto. Di Ettore Majorana, uomo geniale, fisico teorico, si persero le tracce il 26 marzo 1938. Si imbarcò su un piroscafo a Palermo in direzione Napoli, nella cui università insegnava. Non sbarcò mai, nessuno lo rivide più. C’è chi l’ha creduto suicida, chi fuggiasco in Sud America, chi rapito dai nazisti per sfruttarne le conoscenze in vista del conflitto imminente. Chi, ancora, chiuso in un convento per l’orrore provato dopo aver capito come realizzare una bomba atomica. Un convegno tratterà il caso martedì 29 ottobre alle 11 al teatro Cagnoni, aperto alla cittadinanza fino all’esaurimento dei posti.
Come l’evento di sette giorni prima sulla Commedia dell’arte, l’iniziativa è pensata per le scuole e infatti saranno tante le classi presenti, ma il Comune (che organizza) ha deciso di renderlo fruibile a chiunque. Parlerà Stefano Roncoroni, regista romano. Non è soltanto uno studioso ma un discendente del fisico da parte paterna: sua nonna Elvira era una Majorana, zia di Ettore. Il libro “Il dossier Majorana in Vaticano”, autoprodotto, vuole aiutare a districarsi nella vicenda. «Questo incontro – aggiunge Marzia Segù, assessore con delega ai servizi bibliotecari e rassegna letteraria a Vigevano – sarà un’occasione per avvicinare gli studenti a una pagina di storia italiana: un geniale fisico, per il quale era stata istituita appositamente una cattedra per chiara fama, che ha insegnato per soli tre mesi prima di far perdere le proprie tracce».
In particolare verrà trattato un dossier “riapparso” nel marzo 2020, quando l’Archivio apostolico vaticano ha aperto alla consultazione pubblica i documenti relativi al pontificato di Pio XII, che ha ereditato dal suo predecessore Pio XI il caso della misteriosa scomparsa del professor Majorana all’età di 31 anni. Secondo l’ipotesi contenuta nel libro di Roncoroni, Ettore Majorana è morto nel 1939, alcuni mesi dopo la sparizione volontaria. La Santa Sede ne era a conoscenza e smise di occuparsi del caso una volta saputo del decesso. Senza voler anticipare troppo per evitare di rovinare la sorpresa, viene così smentita la tesi romanzata del notissimo scrittore Leonardo Sciascia nel saggio più famoso sul tema, “La scomparsa di Majorana”, pubblicato nel 1975.
Stefano Roncoroni
L’ultima prova certa della sua esistenza in vita, si diceva, quella del marzo 1938, consiste in una lettera destinata al professor Antonio Carrelli, suo diretto superiore all’ateneo napoletano. In quelle parole, che già paventavano un possibile suicidio, è racchiuso l’enigma. Segue, 47 giorni dopo, il disperato appello che la famiglia fece pubblicare sul quotidiano “Il giornale d’Italia”, lettura assidua del fisico che Enrico Fermi, suo maestro, definiva «dell’intelligenza paragonabile a quella di Newton o Galileo». «Ettore! Tua mamma e fratelli angosciati, attendono ansiosamente tue notizie!». Nessuno mai rispose, alcuni mitomani assicurarono di averlo visto in Sicilia, o a Napoli, o altrove. Una cosa è certa: un uomo di quell’acume avrebbe potuto far perdere le proprie tracce per davvero, in eterno. Ed infatti è andata proprio così.
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