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Una Duse insolita

Nel reading che il 22 novembre, sul palco del Cagnoni, vedrà in scena Donatella Finocchiaro e Luca Cavalieri

Annalisa Vella

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annalisa@ievve.com

14 Novembre 2024 - 09:36

Una Duse insolita

L'attrice Donatella Finocchiaro

Con il reading “Il teatro come vita. Eleonora Duse” scritto e diretto da Mimmo Sorrentino, il 22 novembre - con inizio alle ore 21 - sul palco del teatro Cagnoni attori del calibro di Donatella Finocchiaro e Luca Cavalieri ci faranno conoscere una Duse insolita. Ciò che ci attende, leggendo la nota esplicativa dello spettacolo, non è la consueta agiografia della Diva, dell’imprenditrice, della donna di successo, ma lo stretto rapporto tra l’arte e la vita che in Eleonora Duse si comportavano come vasi comunicanti.

Eleonora Duse nei suoi scritti, interviste, interventi pubblici ha sempre sottolineato come la sua vita e il suo teatro fossero vasi comunicanti. La prima nutriva il secondo e viceversa. Questa relazione stretta come un nodo gordiano la porta a rivoluzionare l’arte dell’attore. Eleonora Duse è la prima attrice che in scena si toglie la maschera mostrando la nuda vita. L’impianto teorico di Stanislavskij, che di lei dice “è capace di restare ferma senza spegnersi e senza spegnere l’attenzione degli spettatori” e che ha condizionato l’intera arte attoriale del novecento, non sarebbe stato possibile senza Eleonora Duse.

Ciò che Sorrentino fa emergere pertanto è come e perché Eleonora Duse usa e trasforma la vita stessa come un’opera d’arte. In questo viaggio biografico dove personaggio e persona si confondono di continuo emerge una concezione romantica dell’arte, dolore, bellezza, sacralità, eroismo, malinconia, e allo stesso tempo una concezione positivistica per cui il vero è l’arte, l’esistente è arte. Quindi un’attrice immersa nel suo tempo e che lascia un segno per quello futuro.

In scena, pertanto, Eleonora Duse porta il dolore di chi non riesce a liberarsi della gabbia familiare e che tenta di abbellirla con il successo per non sentire il peso di un’eredità che non riesce a far diventare eresia. Una donna che vive e porta in scena la curiosità e la sensualità di chi si è pensata e immaginata come corpo ed è questo che farà dire a Bernhard Shaw che dopo cinque minuti che era in scena Eleonora Duse si trasformava nella donna più bella del mondo, perché la bellezza sta nel lasciare al corpo la libertà di vivere. Ed è ciò che fa di Eleonora Duse una donna prima ancora che un’attrice, ancora oggi, trasgressiva.

“Non avrei mai immaginato che il mio modo di far teatro, dove porto in scena la vita nascosta dei marginali, dei fragili, di chi pensa di non essere nessuno, aveva un debito simbolico verso questa artista morta un secolo fa. Il termine “diva”, con cui viene definita, me la faceva sentire distante. Invece ho scoperto la storia di una donna che parla delle donne e degli uomini che incontro quotidianamente da anni. Di una persona amante della vita e per questo attratta in modo irreversibile verso la bellezza la cui origine sta nel dolore” dice Mimmo Sorrentino.

Biglietti (15 euro) in vendita anche on line QUI

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