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Sabato a San Dionigi

Un toccante spettacolo teatrale nato dall'incontro tra scout e migranti

Doppia replica per “Tra due mondi”: sul palco giovanissimi attori

Davide Maniaci

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dade.x@hotmail.it

10 Aprile 2025 - 15:33

Un toccante spettacolo teatrale nato dall'incontro tra scout e migranti

Hanno incontrato i migranti della rotta balcanica, quelli che dalla guerra scappano eccome e che sfidano le migliaia di chilometri a piedi e la morte per cercare un rifugio sicuro. Da questi momenti di commozione e di testimonianza diretta ne è nato uno spettacolo teatrale. “Tra due mondi - L’immigrazione e i suoi pregiudizi” sarà sabato 12 aprile in doppia replica (ore 20 e 21,30) all’auditorium San Dionigi di Vigevano. I veri protagonisti saranno i ragazzi del gruppo scout Vigevano 1. Erano nelle strutture di accoglienza di Trieste per cinque giorni a fine dicembre, saranno gli attori. Presenteranno il loro percorso coinvolgendo il pubblico coi propri racconti in prima persona, useranno la tecnica delle ombre cinesi, proietteranno immagini, leggeranno estratti dei loro “pensieri in libertà” scritti in quei momenti. Alcuni intermezzi musicali e di movimento serviranno a non rendere l’allestimento statico e a “trascinare” gli spettatori.


«Noi ragazzi del Clan, dai 17 ai 20 anni – è la premessa – riteniamo importante condividere questo percorso con la città. Un tema così delicato come l’immigrazione non può essere affrontato in modo superficiale e, soprattutto, a distanza. Non è una serata che vuole schierarsi politicamente: vuole portare avanti un pensiero ed esaltare i valori scoutistici”.
Questo “diario di viaggio” è carico di momenti suggestivi. Come quelli vissuti da Beatrice Canessa, ad esempio. «Ho sentito dal vivo storie di gente che scappa dalla guerra, lasciando la sua famiglia alle spalle con la speranza di trovare lavoro in Italia e una vita migliore per loro e la loro famiglia, rischiando la vita, viaggiando in condizioni precarie senza acqua o cibo accessibili. Ho visto il modo in cui si impegnavano nel volere imparare l’italiano e la nostra cultura. Ho parlato con persone provenienti da Paesi con culture differenti dalla mia, conoscendo così il modo in cui loro vivevano. Ho giocato con bambini piccolissimi i quali hanno fatto un viaggio lunghissimo con magari poca consapevolezza in ciò che stavano facendo o perché dovevano scappare. Non avrei mai pensato di piangere». Sensazioni incredibili sia in positivo sia in negativo. «L’angoscia – così Emilia Zamarco nel sentire le storie di esperienze disumane. “In Italia mi hanno accolto come una persona”».


I profughi sentivano le risate dei ragazzi, la loro gratitudine. Il sollievo per essere finalmente al sicuro. Hanno compreso come nascere nella parte sfortunata del mondo non sia una colpa: sono sempre persone, tutte, come noi.

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