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teatro stagione 2025/2026

Cagnoni: nella nuova stagione spazio ai musical e all'operetta

Presentato il cartellone degli spettacoli: il via il sabato 11 ottobre con "La vedova allegra"

Annalisa Vella

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annalisa@ievve.com

19 Giugno 2025 - 18:28

Cagnoni: nella nuova stagione spazio ai musical e all'operetta

Guidi e Ingrassia ne "La strana coppia"

2025-10-11 19:00:00 2026-04-22 19:00:00 UTC Cagnoni: nella nuova stagione spazio ai musical e all'operetta www.informatorevigevanese.it

Martedì è stata presentata ufficialmente la programmazione della stagione 2025-2026 del Teatro Cagnoni, parzialmente anticipata nella conferenza stampa di anteprima tenutasi a fine maggio. Presenti il sindaco Andrea Ceffa, l’assessore alla Cultura Silvana Pillera, il direttore artistico Fiorenzo Grassi, il Maestro Andrea Raffanini, il regista Mimmo Sorrentino e il vicepresidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Luigi Grechi.

L’obiettivo? Per l’assessore Pillera è «portare sempre più persone a teatro, con una proposta ricca e variegata, che alterna momenti di prosa intensa a spettacoli più leggeri, piacevoli e pieni di ritmo. Musical, danza, operetta: ce n’è per tutti i gusti». Unica nota dolente: un piccolo aumento dei biglietti (+3 euro l’intero), lasciando però invariati i prezzi dei posti più economici (loggione). Fiorenzo Grassi ha guidato i presenti alla scoperta dei vari spettacoli in cartellone, con una stagione che promette emozioni, riflessione e tanto divertimento. Gli spettacoli andranno in scena in un’unica serata, senza repliche. «Ma se dovesse esserci molta richiesta - ha aggiunto Grassi - potremo ragionare insieme all’amministrazione comunale se aumentare le serate per alcuni titoli di maggior peso».

La conferenza stampa di martedì. da sinistra: Luigi Grechi, Fiorenzo Grassi, Silvana Pillera, Andrea Raffanini, Mimmo Sorrentino

GLI SPETTACOLI

  • Sabato 11 ottobre l’inaugurazione della nuova stagione sarà all’insegna dell’operetta, con la Compagnia Corrado Abbati nella edizione rinnovata, vivace e colorata de LA VEDOVA ALLEGRA.

Musica di Franz Lehár su libretto di Victor Léon e Leo Stein da un soggetto di Henri Meilhacuna attuale, vivace e colorata edizione per l’operetta più rappresentata al mondo
Corpo di ballo: Balletto di Parma
Coreografie: Francesco Frola
Nuovo allestimento: InScena Art Design
Direzione musicale: Marco Fiorini
Adattamento e regia: Corrado Abbati

Se ancora oggi La Vedova Allegra è uno degli spettacoli più rappresentati al mondo, se ancora oggi riempie i teatri, se ancora oggi il pubblico si diverte e applaude con calore, qualcosa di speciale deve avere. Si, La Vedova Allegra è un mito che nonostante l’età non mostra rughe. Costruita su una fertilissima inventiva musicale, con brani iconici come la marcia “Donne, donne eterni dei…”, poggia sulla simpatia di un testo intriso di tematiche che ancora oggi sono tanto care al pubblico: potere, denaro, gelosie, amore. Una vedova miliardaria viene spinta al matrimonio dalla ragione di stato, ma lei sceglierà l’amore, proprio come nelle cronache mondane di oggi. Questa moderna edizione si fa forte dell’innato senso teatrale e di quella narrativa dinamica che contraddistinguono gli spettacoli di Corrado Abbati, nonché di una colorata e attuale messinscena che mette in risalto l’eleganza delle musiche di Lehár con le sue tinte cangianti e romantiche e l’indiavolato tripudio ritmico.

  • Giovedì 13 novembre spazio alla prosa con IL TEATRO COMICO DI CARLO GOLDONI, nella riscrittura di Valentina Diana.

Dopo il successo di Come tu mi vuoi di Pirandello, Invisibile Kollettivo torna a collaborare con il Centro Teatrale Bresciano con un inedito lavoro su Goldoni, affidandosi alla riscrittura ironica e poetica di Valentina Diana, autrice edita da Einaudi e recentemente ospite al Royal Court Theatre di Londra all’interno del progetto Fabulamundi Playwriting Europe. “Nel Teatro comico – scrive Valentina Diana – Goldoni ci fornisce le ‘linee guida’ per scrivere una buona commedia ma, insieme, ci mostra il dubbio, il baratro dell'arte, il bilico tra la necessità dell'artista di esercitare la propria arte e la sua necessità di mangiare.

Spericolato reality ante litteram, Il teatro comico scritto da Carlo Goldoni nel 1750 è un vero e proprio manifesto poetico in cui l’autore “mette in commedia” la sua idea di riforma teatrale, proiettandoci nel “dietro le quinte” di una compagnia teatrale impegnata a provare una vecchia farsa e svelando i meccanismi della costruzione di uno spettacolo insieme alle difficoltà che, da sempre, gli artisti devono affrontare. Ma Il teatro comico di Carlo Goldoni che oggi portiamo in scena non è quello di Carlo Goldoni, l’ha riscritto Valentina Diana apposta per noi nel 2024, e grazie alla sua penna ironica e poetica ne è venuto fuori un testo del tutto originale dove, nel rispetto dei personaggi e delle situazioni descritte da Goldoni, le riflessioni artistiche devono fare i conti con le possibilità economiche e gli obblighi narrativi sono dettati dai bandi di finanziamento, tra sussulti amorosi, piccioni, drammi di personaggi che appartengono a un vecchio mondo e spese al discount. Come in quello goldoniano nel nostro Teatro comico si ride tanto. Che meraviglia la risata, che balsamo, che antidoto formidabile alla disperazione! Ridere insieme ci ricorda che stupendo luogo di incontro e di scambio sia il Teatro, proprio in un momento in cui tendiamo un po’ tutti a un individualismo selvaggio. Ecco, la compagnia che raccontiamo noi è sì una compagnia teatrale ma anche la metafora della possibilità che tutti noi abbiamo di trovarci insieme in un posto dove poter amare, odiare, litigare, e intanto provare a prenderci cura di qualcosa. Una cosa piccola con un grande potenziale. Uno spettacolo anacronistico e avveniristico insieme, guardando a una pratica antica che forse è anche una possibile strada per il futuro. Una buona pratica. 

  • Sabato 22 novembre sarà la volta di Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia ne LA STRANA COPPIA di Neil Simon: due attori particolarmente adatti ad un testo fatto di battute ritmate, che richiede mestiere e tempi comici perfetti.

I due personaggi, Felix ed Oscar, accomunati da un divorzio alle spalle, decidono di andare a vivere insieme in un appartamento situato in uno dei tanti grattacieli sulla Riverside Drive, a New York.

LA STRANA COPPIA, è un esempio di come Neil Simon, il più geniale e prolifico autore del teatro comico della seconda metà del ‘900, riesca sempre a trovare quel pizzico di simpatica follia nella vita di tutti i giorni. Si narra la difficile e complicata convivenza tra due uomini dalle personalità diametralmente opposte. I due personaggi, Felix ed Oscar, accomunati da un divorzio alle spalle, decidono di andare a vivere insieme in un appartamento situato in uno dei tanti grattacieli sulla Riverside Drive, a New York. Questo incontro-scontro quotidiano darà vita a continue ed esilaranti gags garantendo sicuro divertimento nella nuova versione teatrale proposta ed interpretata dalla “inedita” coppia Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia. A Oscar che gli propone di continuare a vedersi insieme agli altri amici per il solito pokerino, malgrado le ultime clamorose litigate, Felix risponde di non aver chiuso affatto con il poker, perché i matrimoni vanno e vengono, ma la partita è come lo show: deve continuare. Succede nel finale di questa strepitosa commedia di Neil Simon. I due si salutano con un lapsus che più freudiano non si può: si chiamano con i nomi delle rispettive mogli dalle quali hanno divorziato da tempo o stanno per divorziare. Commedia singolarissima e particolarmente attuale.

  • Giovedì 4 dicembre il Teatro Elfo Puccini porta in scena AMADEUS di Peter Shaffer: allestimento sontuoso, settecentesco, e ottimi attori tra i quali spicca il vigevanese Riccardo Buffonini.

di Peter Shaffer
uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
traduzione Ferdinando Bruni
costumi Antonio Marras
con
Ferdinando Bruni Antonio Salieri
Daniele Fedeli Wolfgang Amadeus Mozart
Valeria Andreanò Costanze Weber, moglie di Mozart
Riccardo Buffonini Venticello, procuratore di informazioni e pettegolezzi
Matteo de Mojana Barone Gotrfried Van Swieten, prefetto della Biblioteca Imperiale
Alessandro Lussiana Venticello, procuratore di informazioni e pettegolezzi
Ginestra Paladino Contessa Johanna Kilian Von Strack / Katharina Cavalieri, cantante
Umberto Petranca Giuseppe II, Imperatore d'Austria
Luca Toracca Conte Franz Orsini-Rosenberg, direttore dell'Opera Imperiale

Amadeus di Peter Shaffer, nella versione registica di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia prodotta dal Teatro dell’Elfo, viene proposto in tour nella stagione 25/26.
L’autore basa il suo dramma su una storia, o meglio su una leggenda, nota: Antonio Salieri, maturo e affermato musicista, avvelena per invidia il giovane genio Mozart. Al debutto al National Theatre di Londra nel 1979 la pièce ebbe un grande successo, confermato poco dopo a New York, dove ottene numerosi riconoscomenti (tra cui i Tony Award come miglior spettacolo, miglior regia a Peter Hall e miglior attore a Ian McKellen). Ma ciò che rese universalmente celebre l’opera (e la leggenda su cui si fonda) fu il film di Miloš Forman (alla cui sceneggiatura lavorò anche Shaffer), che quarant’anni fa si aggiudicò otto premi Oscar.
La regia di Bruni/Frongia esalta la forza del testo, che ha il ritmo, la profondità e la tensione di un classico, imprimendogli l’andamento di un capriccio allucinato e sontuoso, un sogno che piano piano assume i contorni perturbanti di un incubo. Ferdinando Bruni è Salieri che, attraversando le età della vita, come un deus ex-machina evoca dal passato i personaggi della ‘sua’ storia. Accanto a lui Daniele Fedeli, l’attore-rivelazione di Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte nel ruolo del giovane irriverente e sboccato Mozart. Antonio Marras firma i costumi e veste gli interpreti con sontuosi abiti di un ‘700 immaginario dagli inserti molto contemporanei. La scena è un salone, trasfigurato dalle proiezioni di una sorta di lanterna magica, nella quale si muovono musicisti, nobili e dignitari della corte di Giuseppe II: Riccardo Buffonini, Matteo de Mojana, Alessandro Lussiana, Ginestra Paladino, Umberto Petranca, Luca Toracca e la giovane Valeria Andreanò, nel ruolo di Constanze, la moglie di Mozart.

  • Mercoledì 31 dicembre (ore 21) e giovedì 1°gennaio 2026 (ore 16,30) si festeggia il nuovo anno con il musical ALADIN, su testi di Stefano D’Orazio e musiche dei Pooh.

ALADIN: Eugenio Grandi
JASMINE: (attrice in via di definizione)
GENIO: Max Laudadio
JAFAR: Alessandro Gaglio
JAGO: Alessandro Casaletto
ABU: Federico Della Sala
SHADIA: Sofia Radicioni
SULTANO: Lorenzo Pozzaglia
ANDALÙ: Michele Rossano
LUNATICA: Serena Riccardi
Con la partecipazione straordinaria di MAX LAUDADIO nel ruolo del GENIO

Tra i palazzi e i vicoli dell’antica Bagdad sono destinate ad intrecciarsi le vite di due persone molto diverse tra loro.
Da una parte l’unica erede al trono, la giovane e ribelle principessa Jasmine, costretta a maritarsi senza amore per dare continuità al Sultanato; dall’altra il giovane Aladin, astuto ladruncolo dal cuore d’oro e “dall’anima pura”, perennemente braccato dalla legge. Il loro primo incontro è un vero colpo di fulmine. Un idillio però subito spezzato dal malvagio Gran Visir, pronto ad intromettersi ed ingannare entrambi per la sua sete di potere. Sarà il casuale incontro tra Aladin e il Genio della Lampada ad offrire al ragazzo la forza di reagire per tentare di cambiare il suo destino e quello della sua amata. Storia di amore e di amicizia, di ribellione e di giustizia, in una cornice fiabesca arricchita da un pizzico di magia, dove i sogni più profondi possono diventare realtà.

  • Promette risate dall’inizio alla fine il nuovo spettacolo ARRIVANO I DUNQUE di e con Alessandro Bergonzoni, in scena sabato 10 gennaio.

di e con Alessandro Bergonzoni
Regia: Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi
Scene: Alessandro Bergonzoni

Dopo il lunghissimo tour di Trascendi e Sali Alessandro Bergonzoni torna in teatro con il suo nuovo spettacolo Arrivano i Dunque (avannotti, sole Blu e la storia della giovane Saracinesca).
E se in questo nuovo allestimento vogliamo trovare un’altra cifra bergonzoniana, insieme ovviamente alla scrittura comica, dovremo cercarla nella “crealtà”, altra sua invenzione, che esplicita, in un pensiero che si fa neologismo, la vera tensione morale di questo artista unico: il tentativo di ricreare una realtà che non solo non ci basta più ma che possiamo/dobbiamo reinventare giorno per giorno alla ricerca di un futuro di pace assoluta e definitivamente più accogliente fino alle soglie di nuove percezioni e di altri significati.
Quindi Arrivano i Dunque perché i tempi sono colmi e come si chiede Bergonzoni “Manca poco? Tanto é inutile? Non per niente tutto chiede!”

  • Domenica 18 gennaio il primo appuntamento della Stagione Musicale con l’Orchestra Sinfonica Città di Vigevano diretta dal M° Andrea Raffanini, con CONCERTO DI APERTURA 

Robert Schumann - Concerto per pianoforte e orchestra in La minore op. 54
pianoforte, Paolo Wolfgango Cremonte
Vincenzo Bellini. Sinfonia da Norma
Pëtr Il'ič Čajkovskij - Romeo e Giulietta

Composto tra il 1841 e il 1845, il Concerto per pianoforte in la minore di Robert Schumann rappresenta una delle vette del romanticismo musicale. Lontano dall’idea di un virtuosismo fine a sé stesso, Schumann costruisce un’opera in cui il pianoforte dialoga con l’orchestra in un equilibrio poetico e narrativo, fondato su una profonda coerenza tematica.
L’Allegro affettuoso iniziale si apre con un gesto appassionato del pianoforte, che introduce un tema lirico e dolcissimo, sviluppato in un costante intreccio con l’orchestra. Il secondo movimento, Intermezzo: Andantino grazioso, è una parentesi intima e delicata, quasi cameristica, che prepara il brillante e trascinante Finale: Allegro vivace, animato da una vitalità ritmica e da una scrittura brillante ma sempre espressiva. Il concerto, dedicato alla moglie Clara, pianista e compositrice, riflette in ogni pagina l’ideale romantico di Schumann: un’arte capace di esprimere l’interiorità, l’immaginazione e l’intensità emotiva. Altrettanto intensa è la sinfonia che introduce l’opera Norma, che decreta il superamento da parte di Bellini dallo stile dell'ouverture rossiniana, più incentrata sul brio e la vivacità rispetto al contrasto e alla drammaticità dei sentimenti. ll soggetto dell’opera, ambientato nelle Gallie al tempo dell'Impero Romano, vede la protagonista lacerata tra l’amore, il suo ruolo di sacerdotessa e la gelosia, il tutto con lo sfondo della lotta tra i due popoli a cui appartengono gli amanti clandestini. È invece la lotta tra due famiglie quella su cui si svolge la vicenda di Giulietta e Romeo, considerato il primo capolavoro di Caikovskij. La tragedia dei due amanti viene sintetizzata dal compositore russo in due elementi drammatici contrastanti, il violento odio tra Capuleti e Montecchi, espresso con una scrittura dalla fragorosa potenza ritmica e drammatica, e lo straordinario tema d’amore, "dolce ma sensibile”, indimenticabile nella sua struggente bellezza.

  • Domenica 25 gennaio il secondo musical in cartellone vede Neri Marcorè nei panni del più celebre detective di tutti i tempi: SHERLOCK HOLMES IL MUSICAL.

Testi Andrea Cecchi, Alessio Fusi, Enrico Solito
musiche Andrea Sardi
con
Paolo Giangrasso Dottor John H. Watson
Francesca Ciavaglia Molly O’Neill
Giuseppe Verzicco Ispettore G. Le strade
Barbara Corradini Signora Hudson
Niccolò Curradi Mycroft Holmes
Simone Marzola Michael Osborne
Mattia Braghero Robert Scott
Riccardo Giannini Pastore della Chiesa di Saint Mary-Le-Bow
Lapo Braschi Cover di: Robert Scott / Pastore / Agente / Michael Osborne
Regia di Andrea Cecchi

Sherlock Holmes - Il musical un’entusiasmante avventura con Neri Marcorè, nei panni del più celebre detective di tutti i tempi, a capitanare un cast di oltre venti eccezionali performer. Un musical ricco di colpi di scena, misteri ed enigmi. La Londra vittoriana fa da sfondo a questo avvincente scontro tra bene e male. Tra amicizia, amori e costanti pericoli, al 221b di Baker Street si decideranno le sorti dell’intera Inghilterra. “Sherlock Holmes: Il Musical” combina tensione, umorismo e azione in un’opera che promette di entrare nel cuore di tutti gli spettatori.

  • L’11 febbraio si torna alla prosa con LA GRANDE MAGIA, uno dei testi più aperti, divertenti e meno foschi di Eduardo
    De Filippo: in scena Natalino Balasso e MicheleDi Mauro.

di Eduardo De Filippo
regia Gabriele Russo
con
Natalino Balasso nel ruolo di Calogero Di Spelta
Michele Di Mauro nel ruolo di Otto Marvuglia
e con in o/a
Veronica D’Elia – Amelia Recchia
(attore in via di definizione) – Mariano D’Alovisi e Brigadiere di P.S.
Christian di Domenico – Arturo Recchia e Gregorio Di Spelta
Maria Laila Fernandez – Signora Marino e Rosa Di Spelta
Alessio Piazza – Gervasio e Oreste Intrugli (genero Di Spelta)
Sabrina Scuccimarra – Zaira (moglie di Marvuglia)
Manuel Severino – Cameriere dell’albergo Metropole e Gennaro Fucecchia
Alice Spisa – Marta Di Spelta e Roberto Magliano
Anna Rita Vitolo – Signora Zampa e Matilde (madre Di Spelta)

Calogero Di Spelta, marito tradito, con la sua mania per il controllo e la sua incapacità di amare e fidarsi, diventa uno specchio delle sfide e delle difficoltà dell’uomo contemporaneo nell’ambito delle relazioni.
Un uomo mosso da un sentimento ossessivo, smarrito in un mondo che sembra altrettanto confuso, con la costante esigenza di aggrapparsi a certezze granitiche, a costo di rinchiuderle simbolicamente in una scatola. Un luogo chiuso interpretato da Di Spelta come luogo sicuro, una seconda prigione come soluzione per la sua relazione, per sconfiggere le proprie paure, le proprie incertezze e le ossessioni che permeano la nostra società moderna. Dall’altro lato, Otto Marvuglia, mago e manipolatore, personaggio meno “dolce” in scrittura di quanto non lo sia in scena quando ammorbidito dall’interpretazione dallo stesso Eduardo. Il Marvuglia/illusione, il Marvuglia/realtà, il Marvuglia/impostore sono le facce sempre diverse ed interscambiabili che modificano il contesto e la percezione della realtà di Girolamo Di Spelta, ne consegue un continuo cortocircuito che confonde il piano dell’illusione con quello della realtà, destabilizzando i personaggi stessi e gli spettatori. Smarriti i personaggi, smarriti gli spettatori, smarriti gli uomini e le donne di oggi, smarriti nelle relazioni, smarriti nel continuo fondersi del vero e del falso. Cosa è vero? Cosa è falso?

  • Prosa anche il 17 febbraio con Arturo Cirillo nel DON GIOVANNI

Da Molière, Da Ponte, Mozart
Con Arturo Cirillo
e con (in o.a.)
Irene Ciani
Rosario Giglio
Francesco Petruzzelli
Giulia Tripletta
Giacomo Vicentini

La mia passione per il personaggio di Don Giovanni, e per il suo inseparabile alter ego Sganarello (come Hamm e Clov di “Finale di Partita”, o come Don Chisciotte e Sancho Panza) nasce all’inizio soprattutto dalla frequentazione dell’opera di Mozart/Da Ponte. Sicuramente i miei genitori mi portarono a vederla al San Carlo di Napoli, come sicuramente vidi il film che ne trasse Joseph Losey nel 1979. Ma l’incontro veramente decisivo con questo personaggio, e con l’opera mozartiana, avvenne intorno ai miei vent’anni, epoca in cui frequentavo l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma. Uno storico insegnante di Storia della Musica, Paolo Terni, ci fece lavorare proprio sul “Don Giovanni” e in una forma che potrei definire di “recitar-cantando”, in cui ci chiese di interpretare il bellissimo libretto di Lorenzo Da Ponte (bellissimo per poesia, musicalità e vivacità, ma anche perché – e non lo dico solo io – è una delle opere più alte, dal punto di vista linguistico, della letteratura italiana). Oltre al libretto dapontiano recitavamo rapportandoci con la musica di Mozart, con i suoi ritmi e le sue melodie. E in quella occasione questa irrefrenabile corsa verso la morte (l’opera si apre con l’assassinio del Commendatore e si conclude con lo sprofondare di Don Giovanni nei fuochi infernali), questa danza disperata, ma vitalissima, sempre sull’orlo del precipizio, questa sfida al destino (o come direbbe Amleto: “al presentimento”) mi è apparsa in tutta la sua bellezza e forza. Negli anni successivi (come chi conosce un po’ il mio teatro sa) tra i miei autori prediletti si è imposto decisamente Molière, quindi mi è parso naturale lavorare su una drammaturgia che riguardasse sia il testo di Molière, appunto, che il libretto di Da Ponte. Anche il discorso musicale da tempo, o forse da sempre, mi coinvolge, e quindi ho deciso di raccontare questo mito, che è Don Giovanni, usando forme e codici diversi, conservando di Molière la sua capacità di lavorare su un comico paradossale e ossessivo, che a volte sfiora il teatro dell’assurdo, e di Da Ponte la poesia e lanleggerezza, a volte anche una “drammatica leggerezza”. Poi c’è la musica di Mozart che di questa vicenda riesce a raccontare sia la grazia che la tragedia ineluttabile. Perché in fondo questa è anche la storia di chi non vuole, o non può, fare a meno di giocare, recitare, sedurre; senza fine, ogni volta da capo, fino a morirne.
Arturo Cirillo

  • Domenica 22 febbraio il secondo appuntamento con L’Orchestra Sinfonica Città di Vigevano ed il celebre violoncellista Enrico Dindo, solista nel CONCERTO PER VIOLONCELLO E ORCHESTRA n. 1 in La minore op. 33
    Saint-Saens - Concerto per violoncello e orchestra n.1
    Solista Enrico Dindo
    Ludwig van Beethoven - Sinfonia n. 6 in fa maggiore, op. 68 "Pastorale"

Camille Saint-Saëns utilizzò sovente la forma classica, ma mantenendosi contemporaneamente al passo con le innovazioni fine-ottocentesche, soprattutto in ambito timbrico e armonico. Il Concerto in La minore è scritto in un unico grande movimento sinfonico, all'interno del quale è però rintracciabile in modo evidente la tripartizione tipica del concerto di stampo classicoromantico, costantemente pervasa da una linea melodica intensa ed efficace, proveniente dalla sua esperienza di compositore di celebri pagine operistiche. La Sesta sinfonia è indubbiamente, escludendo la Nona, la più originale delle sinfonie beethoveniane. Nell’ampio respiro del suo disegno formale classico, si innesta una sensibilità tutta nuova per la descrizione musicale dei sentimenti, “mehr Ausdruck der Empfìndung als Malerei”, più espressione del sentimento che pittura, come dice Beethoven stesso nel manoscritto. Articolata in cinque movimenti, la sinfonia è però chiaramente composta in due parti decisamente percepibili, delle quali la seconda è costituita da tre movimenti uniti tra di loro, che rappresentano un unico discorso musicale narrativo.

  • Sabato 14 marzo rivedremo la Compagnia Corrado Abbati in uno dei titoli d’operetta più noti, ovvero CIN-CI-LÀ.

di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato
Corpo di ballo: Balletto di Parma
Coreografie: Francesco Frola
Nuovo allestimento: InScena Art Design
Direzione musicale: Alberto Orlandi
Adattamento e regia: Corrado Abbati

Cin-ci-là, anche per il suo nome curioso, è il titolo d’operetta più noto in Italia e questo sicuramente grazie alla sua musica immediata e dal ritmo spigliato ma anche dal clima assolutamente divertente suggerito dal testo. Un’edizione moderna, sensibile al gusto del rinnovato pubblico di oggi: con Cin-ci-là, donna bella e sensuale, preparatevi a ridere con allegra spensieratezza!

Siamo a Macao, in Cina, ed è tradizione che quando un membro della casa regnante si sposa, si dia inizio al Ciun-Ki-Sin : un periodo nel quale si sospende ogni divertimento e ogni lavoro. Questo fino a quando il matrimonio non sarà consumato. I due sposini, la principessa Mjosotis ed il principe Ciclamino, non hanno le idee molto chiare sui doveri matrimoniali ed il Mandarino di Macao è disperato, perché il Ciun-Ki-Sin rischia di durare in eterno ma, guarda caso, arriva Cin-ci-là, un’attrice parigina seguita dal suo buffo spasimante Petit-Gris. Fon-Ki, il mandarino, che aveva conosciuto Cin-ci-là nella capitale francese, vede in lei la soluzione: sarà Cin-ci-là ad insegnare al principe Ciclamino quello che non sa. Petit-Gris, dal canto suo, pur senza aver ricevuto alcun mandato, si occupa dell’educazione della principessa Mjosotis. Le due teste coronate non sembrano però molto interessate alle “lezioni” di Cin-ci-là e Petit-Gris sicché il suono del Carillon, il segnale che il Ciun-Ki-Sin è finito, tarda ad arrivare. Il popolo è in rivolta ed è stanco di aspettare ; vuole l’erede al trono e, quasi per incanto, suona il fatidico carillon. E’ festa grande, tutti festeggiano il principe Ciclamino che ora ha capito cos’è la felicità, ma poco dopo il carillon suona una seconda volta. “Com’è possibile ?”, si interroga il mandarino, “il carillon rappresenta la virtù, e si può perdere la virtù più di una volta ?”.
Il mistero viene presto spiegato : Ciclamino e Cin-ci-là, Mjosotis e Petit-Gris hanno pensato di far suonare il carillon ognuno per proprio conto. E’ uno scandalo, ma uno scandalo da operetta che rientra subito perché Ciclamino e Mjosotis, ora che sanno, si innamorano veramente uno dell’altra e finalmente Macao avrà l’erede.

  • Domenica 22 marzo torna la musica dell’Orchestra diretta dal M° Andrea Raffanini nel CONCERTO PER PIANOFORTE E ORCHESTRA
    Liszt - Concerto per pianoforte e orchestra n.1
    Solista Calogero Di Liberto
    C. Franck: Sinfonia in re minore

Un concerto di grande impatto emotivo e forza espressiva, che accosta due capisaldi del repertorio romantico europeo. Il Concerto n. 1 in Mi bemolle maggiore di Franz Liszt, tra le opere più celebri del virtuosismo pianistico ottocentesco, unisce slancio eroico, lirismo e una scrittura orchestrale di straordinaria ricchezza, in un dialogo serrato tra solista e orchestra. La Sinfonia in re minore di César Franck, capolavoro maturo del sinfonismo francese, offre un’intensa architettura ciclica, colori orchestrali profondi e una tensione drammatica che si scioglie in una conclusione di luminosa affermazione. Un’accoppiata che esalta il potere evocativo della musica romantica e le sue capacità di coinvolgimento emotivo.

  • Il 28 marzo spazio alla danza con KATAKLÒ Athletic Dance Theatre in ALIENA e, sabato 18 aprile, con OLYMPIADE del Ballet Opera Grand Avignon.

  • La stagione chiuderà il 22 aprile con il musical GREASE e la Compagnia della Rancia

di Jim Jacobs e Warren Casey
Canzoni aggiunte B. Gibb, J. Farrar, L. St. Luis, S. Simon, S. Bradford, A. Lewis
Traduzione Michele Renzullo adattamento Saverio Marconi
Liriche italiane Franco Travaglio e Michele Renzullo

Grease, lo spettacolo di Jim Jacobs e Warren Casey, prodotto da Compagnia della Rancia, con la regia di Saverio Marconi e la regia associata di Mauro Simone è una festa travolgente che accende le platee italiane e ha dato il via alla musical-mania trasformandosi in un vero e proprio fenomeno di costume “pop”: un cult intergenerazionale che, dopo aver superato i 2.000.000 di spettatori complessivi dal primo debutto, si rinnova a ogni stagione, è sempre più attuale ed è amatissimo
anche dalle nuove generazioni che si immedesimano in una storia d’amore e di amicizia senza tempo, dal messaggio inclusivo. Il musical ha debuttato a Broadway nel 1971, nel 1978 segue il film campione di incassi che consacra John Travolta e Olivia Newton-John nei ruoli dei due protagonisti, e dopo più di cinquant’anni l’energia elettrizzante continua a vivere sui palchi di tutto il mondo: l’amore adolescenziale tra Danny e Sandy, che nasce nelle “sere d’estate” e risuona tra le note dell’inconfondibile colonna sonora - tra cui brani indimenticabili come Restiamo Insieme, Greased Lightnin e Sei perfetto per me, a ritmo di rock’n’roll.


Presente alla conferenza stampa anche Mimmo Sorrentino che ha dato un assaggio della nuova edizione del teatro partecipato, che tornerà nellasala Eleonora Duse con progetti intensi e coinvolgenti: da “Agenti”, rappresentato anche all’Elfo
Puccini, a “La storia di Carlo e Luigia” («più che uno spettacolo, un inno alla vita», le sue parole), fino a “Eleonora Duse”;
si attende solo la conferma ufficiale del sostegno da parte della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

E proprio il vicepresidente Luigi Grechi ha voluto, in chiusura, sottolineare quanto sia importante fare rete con le realtà del territorio e valorizzare il teatro come luogo di cultura, incontro e crescita collettiva. 

INFORMAZIONI

I concerti della stagione musicale 2026 si terranno come di consueto alla domenica pomeriggio alle ore 17.00. Le date individuate sono: domenica 18 gennaio 2026, domenica 22 febbraio 2026, domenica 22 marzo 2026. Contrariamente a quanto avvenuto per le due ultime edizioni della stagione musicale, il servizio di prevendita e di sbigliettamento saranno in carico alla biglietteria del Teatro Cagnoni con le modalità previste per le altre date della Stagione Teatrale. Non sarà più possibile acquistare biglietti attraverso il sito internet dell’Orchestra Città di Vigevano. 

La biglietteria del teatro Cagnobi sarà aperta con il seguente orario dal 18 settembre 2025:
· dal martedì al sabato (escluso festivi) dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00.
· da martedì 4 novembre 2025 solo al pomeriggio: dal martedì al sabato (escluso
festivi) dalle 17.00 alle 20.00.
nei giorni di chiusura aprirà 1 ora prima dell’inizio dello spettacolo.

sarà inoltre chiusa dal 14 al 20 ottobre, martedì 23 e mercoledì 24 dicembre 2025.
resta comunque a disposizione per qualunque ulteriore informazione all’indirizzo
cagnoni@comune.vigevano.pv.it o al numero 0381 299413 (in orario di apertura della
biglietteria).

Prelazione per gli abbonati del Teatro (esclusa inaugurazione)
Gli Abbonati della stagione 2024/2025 hanno la possibilità di acquistare in prelazione
l’abbonamento da giovedì 18 a sabato 27 settembre 2025.

Calendario di vendita
· Da sabato 4 ottobre 2025 saranno messi in vendita i biglietti per l’Inaugurazione.
· I nuovi abbonamenti saranno in vendita da sabato 4 ottobre 2025.
· La prevendita per tutti gli spettacoli inizierà sabato 25 ottobre 2025.
· La vendita on-line sarà aperta da domenica 26 ottobre 2025.
· La Cagnoni Free e l’Abbonamento Musical saranno messi in vendita da sabato 8
novembre 2025.

Acquisto biglietti
Per ogni data di spettacolo, è consentito l’acquisto fino a un massimo di:
- 5 posti in platea
- 4 posti in palco (solo palchi interi, secondo disponibilità)
- 5 posti in loggione (se disponibile)

Il pagamento dei titoli d’ingresso, per gli spettacoli organizzati dal Comune di Vigevano può avvenire solo con bancomat o carta di credito (no contanti e assegni) sul circuito PagoPA.

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