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Dal 21 al 30 giugno
19 Giugno 2025 - 15:59
Vecchie carte nautiche, un tempo realmente utilizzate e adesso testimonianza malinconicissima del tempo che passa. «Ridando loro nuova vita e cambiandone forma, immagino l’umanità persa». E poi il lievito, organismo vivente che quindi muta e cambia forma e si deteriora, utilizzato per opere che non possono mai essere uguali.
C’è grande attesa per una delle mostre d’arte più intriganti degli ultimi tempi, perché nella strada sotterranea attrezzata, dal 21 al 30 giugno, si terrà “Sei Esercizi di sopravvivenza”. Pochi sanno che Michelangelo Jr. Gandini, artista prestigioso, da qualche tempo vive a Vigevano. A ingresso libero, dà la possibilità di ammirare decenni di creazioni divise in sei filoni tematici. «In un mondo inflazionato dalle immagini - chiarisce - io tolgo, cancello». La curatrice è Lucrezia Arrigoni. «Gandini - spiega quest’ultima - è un artista e un uomo alla ricerca della dignità del significato di sopravvivere. Ma come si sopravvive in un mondo chiuso, ostile, violento, incline alla decadenza e lontano da ogni forma di poesia? Esorcizzandolo con un gioco che conosce le regole ma le ricolloca attraverso l’azzardo. Nella sua personale non cerca la soluzione al dilemma esistenziale del sopravvivere, ma racconta come, in più di trent’anni di carriera, abbia affrontato questo tema pungente, a volte straziante altre ilare, sottoponendolo a numerosi esperimenti volutamente fallimentari. Tentativi accomunati dalla volontà di raccontare difficoltà, gioie, ammiccamenti e fatiche del sopravvivere in questo mondo così patinato, screpolato, sconcertante. I sei esercizi esposti fanno luce sulla serietà con la quale il concetto è stato minuziosamente scrutato. Dalla materia al pensiero, dalla ri-formulazione, allo svisceramento, la mostra si presenta come l’occasione ideale per conoscere da vicino un artista brutalmente delicato, che non ha alcuna paura di smascherare le difficoltà e le fragilità del vivere in un universo fluttuante e liquido che sembra non volerci più tenere a galla».
Sei esercizi, quindi. “Lievito e cancellazione”, opere che mutano spesso in modo imprevedibile. “Noia”, che riprende il concetto degli “scarabocchi al telefono”, quelli che fai mentre ti annoi durante una conversazione. «Si tratta di una forma di sopravvivenza verso un mondo che rifiuto. Il sentire ciò che accade come qualcosa di visto, sentito, scontato, prevedibile». “Qualcosa è andato storto” vede carte nautiche professionali in cui l’artista immagina l’umanità perduta. Queste mappe un tempo utilizzate per trovare o ritrovare la rotta adesso cambiano completamente scopo e diventano tele. C’è un termine intraducibile dall’inglese, “marooned”, che esprime la situazione di abbandono o isolamento in un luogo da cui è difficile o impossibile fuggire. Tipo un uomo abbandonato dai pirati su un’isola deserta. Ecco, la sensazione per chi guarda è circa questa.
«“Algoritmi disarmanti” - prosegue Michelangelo Jr. Gandini - è una mia interpretazione delle armi, oggetti odiosi dei quali non ci libereremo mai. Con un algoritmo creato apposta chiedo all’intelligenza artificiale di disintegrare non l’arma, ma la mia interpretazione di essa». In “Progetto fallimentare per un suicidio farsa”, le opere esposte esplorano l’aspetto intimo dell’artista “fallito”, ai margini. Colui che non può fare a meno di essere tale, ma arrivato a un certo punto ha bisogno di qualcosa di eclatante. Prova ad ammazzarsi calcolando la salvezza. Un gesto talmente fallimentare che la farsa fallisce... e lui muore veramente. “Dove sono tutti?”, infine, raccoglie le tele realizzate dopo il periodo della noia. Un destarsi spaesato, languido, disorientato. «Poi, infatti - riflette l’artista - accade sempre che ti risvegli, e spesso non riconosci il mondo, e c’è soltanto la solitudine».
“Sei Esercizi di sopravvivenza” è visitabile gratuitamente. L’apertura sarà il 21 giugno alle 17, la chiusura lunedì 30. In seguito, tutti i giorni senza interruzioni, si potrà visitarla dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 19,30. Sabato e domenica, e su appuntamento gli altri giorni, sarà possibile incontrare l’artista. Organizza l’associazione Arte il Faro.
CHI È
Milanese, anni 58, figlio di artisti, Michelangelo Jr. Gandini è pittore, scultore, autore, musicista e performer. Ha eletto come tema della propria indagine artistica tutto ciò che è legato alla sopravvivenza: la noia, l’economia, lo stato sociale. Ha esposto - e si è esibito - in teatri e gallerie in Italia e nel mondo. Tra gli altri, hanno scritto di lui: Achille Bonito Oliva, Philippe Daverio, Tommaso Trini, Alan Jones e Andrea G. Pinketts. Ha esposto alla Biennale di Venezia e alla Triennale di Milano, e si è esibito al Piccolo teatro di Milano e in molti altri spazi di prestigio. Era facile trovarlo allo storico ambiente frequentato da artisti Le Trottoir a Milano. Alcuni critici, analizzandone l’opera, hanno definito il suo linguaggio «con suggestioni derivate dalle scenografie dei film di Wim Wenders e dalle musiche di Tom Waits».
GLI OSPITI: DACREMA, OLDANI, MANNHEIMER
Amici, o meglio “complici”. Durante la mostra “Sei esercizi di sopravvivenza” di Michelangelo Jr. Gandini nella strada sotterranea attrezzata di Vigevano, grandi ospiti daranno il proprio contributo. Durante la giornata d’inaugurazione, sabato 21, ecco Pierangelo Dacrema, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari all’Università della Calabria nonché filosofo. Alle 17 (l’ingresso è sempre libero) presenterà il suo libro “Squallore. Un libro per spiriti audaci”, edizioni Mursia. Dialogherà con Guido Oldani, poeta, ideatore e fondatore del “realismo terminale” e col sondaggista e sociologo Renato Mannheimer.
Guido Oldani
Figure di altissimo profilo. Oldani, ad esempio, è stato proposto per il premio Nobel per la Letteratura 2021. Non l’ha vinto, d’accordo, ma chi nel proprio curriculum può vantare un “dettaglio” del genere? Secondo i sottoscrittori della candidatura, il “realismo terminale” è «una tendenza letteraria di portata planetaria, aperta alle più varie forme espressive (arti visive e plastiche, musica, teatro, danza), che ambisce ad essere la rappresentazione critica e ironica della civiltà globalizzata degli anni Duemila, interpretando e descrivendo quegli aspetti del divenire storico-sociale che maggiormente caratterizzano il nostro tempo, tanto da poter essere additati come i suoi esiti più tipici e rappresentativi».
Nel secondo weekend di mostra, sabato 28 giugno, sempre dalle 17, toccherà ad altri ospiti, sempre con lo scopo di «raccontare l’arte ai margini».
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