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ricordo e performance
07 Novembre 2025 - 17:05
Julian Beck
Una serata che è insieme ricordo, lezione e performance. Al Ridotto del Teatro Civico Cagnoni, domenica 9 novembre 2025 alle ore 21, va in scena “Happy Birthday Julian! Una rivoluzione possibile, lunga 100 anni”, l’omaggio firmato dal gruppo Le Tre Corde, in collaborazione con Astrolabio, dedicato a Julian Beck, fondatore – insieme a Judith Malina – del leggendario Living Theatre. L'evento fa parte dell'ampio programma del Festival delle Trasformazioni.
Protagonista e voce narrante di questa serata-evento sarà Cathy Marchand, attrice storica del collettivo newyorkese, figura iconica di un modo di intendere il teatro come atto politico, spirituale e profondamente umano. Accanto a lei, Corrado Gambi ed Eleonora Cattaneo, in un intreccio di parole, immagini e musica che più che uno spettacolo è un incontro: un happening nel senso più autentico del termine, dove il pubblico diventa parte attiva del racconto.
“La storia del teatro non è che una storia di rivolte”, scriveva Beck. “Il teatro si rinnova attraverso la rivoluzione e si distrugge nella conservazione della tradizione.”
Ed è proprio questo spirito rivoluzionario che il Cagnoni celebra, a cento anni dalla nascita di uno dei più grandi visionari del teatro contemporaneo. Beck non fu solo un regista o un poeta, ma un pensatore radicale, capace di trasformare la scena in un laboratorio di utopia e resistenza civile. Per lui il teatro era “ricerca etica”, un luogo dove l’arte potesse fondersi con l’azione sociale per costruire un mondo più libero, nonviolento, consapevole.

Negli anni ’50 il Living Theatre sconvolse l’America e poi l’Europa: abbandonò i palcoscenici tradizionali per portare la propria arte nei manicomi, nelle fabbriche, davanti alle carceri. I loro spettacoli – a metà tra rito e manifestazione – scuotevano le coscienze e cercavano il contatto diretto con la gente comune. Per questo furono censurati, perseguitati, costretti all’esilio. Ma lasciarono un’eredità indelebile: un “prima e dopo” nella storia del teatro mondiale.
Cathy Marchand, allieva di Jean-Louis Barrault al Théâtre d’Orsay, entrò giovanissima nel Living Theatre grazie all’incontro con l’attore Pierre Clémenti. Il suo sogno iniziale – recitare Molière e Marivaux – si trasformò presto in una ricerca più profonda: unire il teatro alla politica, l’arte alla vita. Negli anni, Marchand ha collaborato con maestri del cinema come Pasolini, Sergio Citti, Gian Maria Volonté, Fellini e Dino Risi, fino ai lavori con Franco Battiato nei film “MusiKanten” e “Niente è come sembra”.
Dopo la morte di Beck, avvenuta durante le prove di “Archeologie of Sleep” a Nantes, Marchand ha portato avanti da sola il suo testimone, fondando il progetto La Chiave-Living, per trasmettere alle nuove generazioni quell’energia anarchica e poetica che aveva trasformato la sua vita.
In un’intervista-confessione, l’attrice racconta il suo primo incontro con la “rivoluzione Living”:
“Avevo vent’anni e mi ritrovai sola in una stanza a creare il mio personaggio senza regista. Fu uno shock, ma anche una rivelazione. Da allora ho capito che il teatro poteva essere un atto di libertà assoluta.”
Il suo “battesimo” nel gruppo arriva a Praga nel 1980, durante una rappresentazione clandestina dell’Antigone, con il futuro presidente ceco Václav Havel ancora in carcere. “Potevamo essere arrestati da un momento all’altro – ricorda – ma sentivamo che quella era la vera rivoluzione.”
Nel suo racconto emergono anche gli incontri che hanno segnato un’epoca: Allen Ginsberg, Gregory Corso, Pierre Clémenti, Julian Beck stesso. “Erano gli anni in cui tutto sembrava possibile – dice – e noi portavamo la nostra utopia da New York ai paesini della Puglia. Non c’erano élite, solo persone che volevano svegliarsi dal sonno del mondo.”
“Happy Birthday Julian!” non è solo un tributo artistico, ma un invito a riscoprire la forza sovversiva e rigenerante del teatro. In scena si intrecciano parola, suono e gesto in un continuo scambio con il pubblico, nel segno di quel dialogo diretto che il Living considerava la vera essenza della rappresentazione.
Cathy Marchand continua a testimoniare, con la sua voce intensa e la sua presenza magnetica, la lezione di Beck: che il teatro, per essere vivo, deve restare un atto di coraggio.
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