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rassegna musica a san dionigi

“Poker di Bassi”: un viaggio nell’universo barocco

La ricchezza virtuosistica del registro grave, tra Händel, Vivaldi e pagine seicentesche

Annalisa Vella

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annalisa@ievve.com

11 Dicembre 2025 - 09:53

“Poker di Bassi”: un viaggio nell’universo barocco

L'ensemble Estrovagante

2025-12-14 15:00:00 2025-12-14 17:00:00 UTC “Poker di Bassi”: un viaggio nell’universo barocco www.informatorevigevanese.it

Un titolo che è già una dichiarazione d’intenti: Poker di Bassi è il nuovo concerto della rassegna “Musica a San Dionigi – Natale”, in programma domenica 14 dicembre alle ore 16, come sempre a ingresso libero fino a esaurimento dei posti. Sul palco, due protagonisti d’eccezione dell’ensemble Estrovagante: il basso Rocco Cavalluzzi e il cembalista Riccardo Doni, impegnati in un programma raro e sorprendente, dedicato alle arie per voce di basso del periodo barocco.

Una scelta controcorrente? Forse. Sicuramente affascinante. «Non è molto comune ascoltare un concerto interamente costruito attorno al registro grave» racconta Cavalluzzi. «Proprio per questo abbiamo sentito il bisogno di farlo. Nel Sei e Settecento la voce di basso vive una stagione splendida: Händel, Vivaldi, Lotti scrivono per interpreti straordinari come Montagnana, Boschi, Waltz e Carli, veri “assi nella manica” dei teatri europei». Un mondo ricco di sfumature, popolato da figure solenni, autorevoli, filosofiche — come Zoroastro o Claudio — ma anche da personaggi buffi, ironici, provenienti dalla tradizione comica. «È un universo teatrale vastissimo, che va dalla profondità più grave alla linea cantabile più morbida, fino alla leggerezza brillante del repertorio seicentesco. Poker di Bassi nasce per restituire dignità e centralità a questa vocalità intensa, drammatica, virtuosistica».

Doni conferma: «Nel barocco erano i registri acuti a catturare il pubblico, sedotto dal virtuosismo dei castrati e, poco dopo, delle voci femminili. Ma proprio in questo periodo il basso comincia a conquistare spazio, ben più del tenore, che trionferà solo in epoca mozartiana». Già nel 1600, ricorda Doni, ruoli simbolici e austeri nella Rappresentatione di Anima et di Corpo di Emilio de’ Cavalieri sono affidati a voci di basso. Poi arriveranno Seneca nell’Incoronazione di Poppea di Monteverdi, le figure demoniache come Lucifero nella Resurrezione di Händel. «Si potrebbe dire che il basso inizi a insidiare l’egemonia operistica delle voci alte».

Rocco Cavalluzzi

Il concerto esplorerà dunque questa varietà espressiva, anticipatrice delle categorie moderne (basso profondo, lirico, buffo), senza sovrapporvisi del tutto. «Montagnana aveva una vocalità monumentale, Boschi era agilissimo e brillante» spiega Cavalluzzi. «E poi c’è il Seicento, con ruoli godibilissimi e teatrali, come Golo ne La Dori di Cesti». Il programma attraverserà tempeste vocali, pagine solenni, arie buffe e momenti di inaspettata tenerezza: un viaggio che richiede al cantante una flessibilità totale.

A tutto questo si aggiungono i Concerti per archi scelti da Doni, un omaggio alla prassi del primo Settecento: «Nel teatro d’opera strumentisti e cantanti intrattenevano il pubblico tra un atto e l’altro, mentre nei palchi si mangiava, si giocava a carte, si tiravano dadi. Il compito delle grandi voci era riportare l’attenzione sulla scena, strappare il pubblico ai loro passatempi. Era un’epoca di musica viva, travolgente».

E vivissimo è anche il dialogo artistico tra Cavalluzzi e l’ensemble Estrovagante. «Provengo da un percorso che va dal barocco al contemporaneo» racconta il basso. «Ciò che ho imparato è modellare la voce senza perdere identità: profondità, agilità, parola scenica». Doni aggiunge: «Con Rocco e con Estrovagante c’è sintonia, curiosità, desiderio di raccontare la musica con energia teatrale. Poker di Bassi è il frutto di studio, ricerca e complicità musicale».

Un’occasione rara per riscoprire il barocco da una prospettiva inusuale, potente e sorprendente.

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