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Sabato

Tra poesia e teatro, la “Trilogia della cicatrice”

A palazzo Roncalli c'è Guido Celli, una delle voci più originali della nuova scena italiana

Davide Maniaci

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dade.x@hotmail.it

12 Dicembre 2025 - 15:42

Tra poesia e teatro, la “Trilogia della cicatrice”
2025-12-13 20:30:00 2025-12-13 21:30:00 UTC Tra poesia e teatro, la “Trilogia della cicatrice” www.informatorevigevanese.it

Ci sono spettacoli che chiedono di essere guardati, e altri che chiedono di essere ascoltati. La “Trilogia della Cicatrice” di Guido Celli appartiene alla seconda categoria: una performance che si muove tra poesia e teatro, sospesa nel punto esatto in cui la parola smette di essere testo e diventa esperienza.
Sabato 13 dicembre, nelle sale di palazzo Roncalli, Vigevano accoglie una delle voci più originali della nuova scena poetica italiana. E lo fa grazie a Cavallo Blu, associazione che negli ultimi anni sta portando sul territorio progetti culturali in cui arte, cura e comunità si intrecciano con naturalezza. S’inizia alle 21,30, lo spettacolo dura circa cinquanta minuti. Non è un’occasione da vivere distrattamente. È un invito a fermarsi, ad ascoltare, a lasciarsi toccare senza fretta.


Guido Celli, romano, classe 1979, è uno di quegli autori che hanno riportato la poesia in scena senza farla sembrare letteratura che sale sul palco. La sua opera circola molto online, ma è dal vivo che il suo lavoro prende piena forma: confessione, ritmo, quiete e improvvisi picchi emotivi si mescolano senza artifici. Non è attore, non è narratore, non è semplice performer: è qualcuno che usa la parola per fare spazio, per permettere al pubblico di entrare in contatto con quel territorio fragile che tutti abitano e che pochi nominano. La Trilogia è composta da “Era solo un ragazzo”, dedicata al padre, “Madre materno”, dedicata alla madre, e “Specchio sorella”, rivolta alla sorella. Sono testi che raccontano la vita familiare dell’autore a distanza di anni, ma che sul palco diventano molto più di una memoria privata. Celli li offre al pubblico con una performance intensa e struggente, in cui ogni parola diventa un varco: non solo verso il proprio passato, ma verso un incontro possibile con gli altri. Portare in scena queste opere significa per lui cercare relazioni, legami, una comunità di ascolto con cui condividere un percorso. L’autore si fa poeta per prendersi cura di un’esperienza, riguardandola per trasformarla in conoscenza.

I biglietti si prenotano qui.

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