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Avvistato nel pomeriggio di ieri
08 Maggio 2020 - 13:49
Abbigliamento e zona coincidono; l'ultima parola all'autopsia e al test del Dna.
Il luogo del ritrovamento e quello che restava degli abiti che indossava lasciano pochissimi dubbi. Ma a dire se il corpo ripescato ieri pomeriggio dai vigili del fuoco nel Ticino è quello di Antonio Carini, il quarantottenne vigevanese dispero nelle acque del fiume dalla fine di ottobre, saranno l’autopsia e l’eventuale esame del Dna. Ma le probabilità che si tratti dell’uomo che era stato cercato senza successo per oltre dieci giorni sono altissime. Antonio Carini il pomeriggio del 27 ottobre era uscito in barca con un amico quarantenne nonostante la piena del Ticino. L’obiettivo dei due era raggiungere il ramo del Ticino che dalla sponda milanese conduce a Besate. Avevano quasi completato l’attraversata del fiume quando il motore è andato in panne: a quel punto la barca, ingovernabile, è stata preda della corrente che l’ha mandata a sbattere contro alcuni tronchi. I due uomini sono finiti in acqua. Ma mentre l’amico è riuscito a fatica a raggiungere la riva, Antonio Carini è stato trascinato via e di lui si è persa ogni traccia. La zona è stata battuta per giorni dai vigili del fuoco, che hanno utilizzato un elicottero e un drone, e dalla Protezione civile, senza risultati. Ieri, a distanza di quasi sei mesi e mezzo dai fatti, con il livello del fiume sceso notevolmente, un pescatore ha notato il cadavere e ha dato l’allarme. La salma, recuperata nel tardo pomeriggio, è stata trasferita a Pavia per gli accertamenti autoptici.
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