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L'intervento

MiMoAl: sbagliato vietare il trasporto delle bici sui convogli Trenord

L'associazione pendolari: «Il mondo va verso una mobilità più sostenibile, l'azienda va nella direzione opposta».

Ilaria Dainesi

Email:

ilaria.dainesi@ievve.com

07 Giugno 2020 - 14:34

MiMoAl contro la decisione di vietare le bici sui convogli Trenord

Trenord ha motivato la scelta spiegando che la presenza di un elevato numero di biciclette a bordo dei treni rende impossibile garantire la sicurezza dei viaggiatori e il rispetto delle norme in vigore: «Il fenomeno dei riders ha raggiunto livelli numerici insostenibili a ogni ora del giorno, impossibile mantenere il distanziamento».

Di seguito il comunicato di MiMoAl, l'associazione dei pendolari della linea Milano-Mortara-Alessandria. Contro la decisione di Trenord, è stata promossa anche una petizione sulla piattaforma on-line Change.org: https://www.change.org/p/trenord-no-alla-sospensione-del-trasporto-delle-bici-sui-treni-trenord?fbclid=IwAR1kjRVodCvbQqS0fc4D3gMEThENzuUYUuTdg4knEJfqd5a1Be9a1NL2Qgc

«Trenord ha deciso di sospendere il servizio biciclette, come potete leggere nel comunicato stampa STOP ALLE BICI A BORDO TRENO: TROPPI “ASSALTI” PREGIUDICANO LA SICUREZZA. La sintesi dell’articolo è che la sicurezza sui treni è compromessa quotidianamente e Trenord, ammettendo la propria incapacità a gestire questa emergenza nell’emergenza, ha deciso per un drastico “No Bici a bordo”. No Bici=> no Emergenza, almeno questo è quello che pensa la dirigenza responsabile del provvedimento, perché con una lettera firmata da diverse sigle sindacali del personale viaggiante o “Front Line”, questa decisione potrebbe rendere l’emergenza ancora più acuta e rendere i viaggi in treno un vero e proprio calvario di ritardi e chiamate alle autorità giudiziarie.
Da pendolari con esperienza decennale, sappiamo bene che questa decisione è come gettare benzina sul fuoco. Mentre il mondo va verso una mobilità più sostenibile, vengono predisposti “Bonus Bici”, piste ciclabili, Trenord va nella direzione diametralmente opposta. Con carrozze vecchie, i vivalto, che sono i treni più nuovi hanno almeno 15 anni, con una composizione non allineata alle esigenze dell’utenza.
Il problema dell’utenza è complesso, l’utenza che utilizza la bici è spinta da diverse scelte. Alcuni utilizzano una bici per scelta salutistica, altri per ridurre il numero di mezzi da utilizzare nel viaggio casa-lavoro, chi usa la bici come mezzo di lavoro e infine chi utilizza la bici come mezzo per viaggi turistici o spirituali. Il problema grosso deriva dalle persone che lavorano per aziende di consegna. Questi schiavi (pagati 3€ a consegna) rientrano in massa con i treni della tarda sera.
Basta viaggiare su un treno della sera tarda con il popolo dei “Bikers” per rendersi conto della situazione.
Questi lavoratori scendono in moltissimi tra Parona Lomellina e Mortara.
Durante il viaggio il passaggio tra le carrozze è parzialmente o totalmente ostruito, rendendo difficoltoso il passaggio tra uno scompartimento e l’altro, spesso anche la discesa dal treno diventa problematica. Non dimentichiamo che i “Bikers” sono per la maggior parte dei lavoratori sfruttati.
In conclusione, si ha il timore che questo divieto di portare le bici a bordo treno porterà a moltissimi disagi e tensioni tra i pendolari. Ancora una volta Trenord non perde l’occasione per mostrare il suo sguardo miope al futuro ed alle esigenze reali dell’utenza».

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Commenti all'articolo

  • Zimbo93

    09 Giugno 2020 - 07:45

    Vergognosi e normale la gente si accumuli... Hanno tolto le corse... Se già un ora tra un treno e l altro era tanto.. Con 2 ore di attesa tra un treno e l altro, la gente si accumula.. La tratta Milano Mortara è davvero imbarazzante... Farei prendere questi treni a qualche dirigente trenord..

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