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Le indagini della polizia locale
11 Ottobre 2020 - 12:51
Le indagini erano partite nel mese di febbraio, quando era stato fermato in Castello un giovane, ritenuto un punto di riferimento tra i suoi coetanei per l’acquisto di marijuana a Vigevano. Dalle conversazioni sulle chat WhatsApp del suo telefono, gli agenti del Nucleo Operativo della polizia locale hanno identificato i clienti, risalendo poi al fornitore del giovane. A seguito delle risultanze investigative, il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale della Repubblica, il dottore Alberto Palermo, ha firmato il decreto di perquisizione e ieri (sabato) è scattato il blitz nell’abitazione di un 22enne incensurato: secondo gli agenti, era lui a rifornire diversi giovani, sia pusher sia consumatori, della città ducale. In casa sono stati ritrovati circa 110 grammi di marijuana e 1100 euro in contanti. Dai riscontri degli agenti del Comando di via San Giacomo, da almeno un anno smerciava circa 3 etti di sostanza stupefacente ogni 15 giorni. È stato denunciato per detenzione e spaccio di stupefacenti.
Grazie a un’accurata analisi del telefono del 22enne, il personale del Nucleo Operativo e Cinofilo della polizia locale è riuscito a risalire al suo fornitore, il quale veniva contattato attraverso due numeri intestati a persone fittizie, e il suo nominativo era registrato con un diminutivo. L'ultima "consegna" di droga era stata effettuata proprio venerdì, in un centro commerciale di Vittuone. Nel giro di poche ore, e anche grazie al supporto della polizia locale di Parabiago, è stato identificato: si tratta di un 36enne di Parabiago, incensurato, sposato e con tre figlie. Quando gli agenti del Nucleo Operativo e dell'Unità Cinofila si sono presentati a casa per la perquisizione, il 36enne ha consegnato spontaneamente la droga, che custodiva in alcuni mobili chiusi a chiave in camera da letto. In tutto 3 chili e 100 grammi di marijuana, 130 grammi di cocaina, 100 grammi di hashish, che sul mercato avrebbero fruttato almeno 30 mila euro. Gli agenti hanno inoltre sequestrato 7300 euro in contanti e materiale per il confezionamento delle dosi. Il 36enne è stato arrestato e portato presso la casa di reclusione di Busto Arsizio, in attesa dell’udienza di convalida. Entrambi i fermati avrebbero riferito agli agenti di aver avviato l’attività illegale per riuscire a far fronte alle necessità economiche della famiglia, a causa della crisi.
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