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Scaramucce anche ieri

Moreschi, i sindacati contro l'azienda: «Dipendenti in protesta, troppe cose non vanno»

Umberto Zanichelli

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umberto.zanichelli@ievve.com

06 Agosto 2021 - 11:51

Moreschi, i sindacati contro l'azienda: «Dipendenti in protesta, troppe cose non vanno»

L'incontro con l'azienda non è stato giudicato soddisfacente.

Ancora dipendenti in agitazione alla Moreschi di Vigevano. «Nuove scaramucce nella giornata di ieri – si legge in una nota diffusa dalla Cgil – Le addette al reparto orlatura hanno protestato contro la dirigenza che mantiene atteggiamenti denigratori nei confronti del personale, fatti segno di vessazioni ed intimidazioni celate dietro parole accomodanti che non lasciano presagire nulla di buono alla vigilia della chiusura per le ferie estive. Nelle ore precedenti la protesta – spiegano ancora i sindacati – l'azienda ha consegnato a giunterie esterne tutto il lavoro a disposizione lasciando a secco il castello di ordini necessario per la ripresa a settembre. Addirittura ordinativi di tomaie già in lavorazione sono stati sottratti dalle mani delle orlatrici e avviate a giunterie cinesi. Questa mattina poi – prosegue la nota – la dirigenza ha posto a riposo la responsabile di reparto e l'addetto alla compitazione degli ordini lasciando nella confusione le 35 addette dato che il meccanismo di distribuzione del lavoro viene gestito da un sistema meccanico-informatico di difficile utilizzo senza una completa formazione. Rilevando anche un problema per la sicurezza abbiamo chiesto un incontro urgente con la direzione ritenendola ormai completamente incoerente per quanto riguarda la gestione di una unità produttiva».

Gli emissari della direzione che hanno incontrato tra l'altro anche il segretario della Cgil Fucci, hanno fornito spiegazioni che i sindacati hanno definito “assurde”. «Ci hanno detto che volevano provare se gli operai se la cavano senza responsabili e che l'addetto alla distribuzione era stressato – prosegue la nota – hanno raccolto valanghe di proteste in un clima infuocato nel quale l'azienda sta peccando di ogni specifica responsabilità: mancanza di pulizia nello stabilimento con situazione igienica al collasso; mancata correttezza nello stabilire il fermo produttivo feriale e la modalità di utilizzo della cassa Covid; mancata sicurezza nel pagamento degli stipendi; cattiva gestione generale con persone valide che si licenziano a pioggia, 7 nelle ultime due settimane; mancato o ritardato pagamento del Tfr agli addetti che si sono dimessi. Il gatto e la volpe continuano, malgrado le malefatte – concludono i sindacati – a raccontare la favola di una perfetta organizzazione ma la puzza di bruciato inizia a sentirsi sempre più forte intorno al fabbricone...».

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