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Dopo gli arresti di ieri
08 Ottobre 2021 - 16:44
Giuseppe Abbà: «Continueremo a batterci per la difesa del territorio».
«Non deve essere consentito che soggetti privati, il cui unico scopo è il profitto, accumulino ingenti quantità di denaro incuranti dei danni ambientali e della salute dei cittadini». Lo dice il consigliere comunale di Rifondazione Comunista a Mortara, Giuseppe Abbà.
«Dopo ben quattro anni dall’incendio del deposito rifiuti Eredi Bertè di Mortara - dice - qualcosa si è finalmente mosso. Sono stati arrestati Vincenzo Bertè, titolare dell’impianto e altri due” imprenditori”, Andrea Biani e Vincenzo Ascrizzi. Le accuse sono pesantissime: traffico illecito di rifiuti, bancarotta fraudolenta, emissione fatture false, incendio doloso. Secondo la testimonianza della ex-moglie di Bertè c’è pure la presenza della criminalità organizzata. Tutti gli anni, nell’anniversario dell’incendio, il circolo di Mortara - prosegue il consigliere comunale di Rifondazione - abbiamo effettuato un presidio davanti all’impianto e al mercato locale per denunciare la mancata bonifica del terreno; le responsabilità della giunta leghista di Mortara che non ha vigilato sulla crescita esponenziale dei rifiuti, stoccati al di là di ogni norma, per di più pagando alla “Eredi Bertè” 80 mila euro all’anno senza nulla da eccepire. Non solo: anche dopo l’incendio la giunta di Mortara ha affidato appalti ad Andrea Biani, una società del socio di Bertè e poi ancora per denunciare le responsabilità della Regione Lombardia per la sua dissennata politica dei rifiuti e della Provincia di Pavia per le varie autorizzazioni concesse. Inoltre continuiamo a rivendicare che la filiera dei rifiuti deve essere ricondotta interamente sotto gestione pubblica».
«Per contro - continua Abbà - le amministrazioni di centrodestra della Lomellina hanno distrutto il Clir, un’azienda pubblica, un consorzio intercomunale per la gestione dei rifiuti, con la conseguenza di avere appaltato in servizio a ditte private. Il nostro partito continuerà a battersi per la difesa del territorio. Rivendichiamo infine che un milione e ottocentomila euro di somme e di beni sequestrati siano utilizzati per la bonifica del terreno inquinato».
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