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19 Febbraio 2023 - 13:04
Spider-Man era il suo supereroe preferito da bambino perché Peter Parker (l’alter-ego) è una figura assolutamente comune, un uomo come tutti. Quindi dal 2018 Mattia Villardita, 30 anni, ligure, indossa il costume da Uomo Ragno e va a portare conforto ai bambini nelle corsie degli ospedali. È volontariato, non guadagna niente e spesso ci rimette lui, ma ormai lo cercano i primari di tutto il mondo e questa sua unicità lo ha portato ad essere proclamato Cavaliere della Repubblica Italiana e ad essere ricevuto in udienza privata da papa Francesco. Il pontefice aveva chiesto di incontrarlo, sapendo della sua presenza a Roma, al Gemelli. Il motivo per cui era lì? Far sorridere i bimbi che soffrono, come sempre.
Villardita, eroe moderno, sarà a Vigevano oggi, domenica 19 febbraio. L’incontro, che si preannuncia da pienone, sarà gratuito presso la sala Franzoso della biblioteca civica, dalle ore 17. Presenterà il suo libro che racconta tutto, “Io e Spider-Man, Storia vera di un supereroe normale” edito da Salani.
Tre interventi: Linda Pulvirenti, organizzatrice con la sua Stanza di Linda, lo scrittore Christian Mascheroni e Giuseppe Mercurio. Quest’ultimo, vigevanese, dialogherà con “Spider-Man”. Anche lui è un volto notissimo sui social, uno capace di strappare migliaia di click. «Anche io - racconta il protagonista - sono stato un paziente, per lungo tempo, e tuttora vengo sottoposto a terapie. Ho sofferto. Aspettavo l’Uomo Ragno dalla finestra dell’ospedale, che venisse a salvarmi. Sono un impiegato, la mia malattia mi ha costretto ad abbandonare i sogni nel cassetto. Volevo giocare a calcio e fare il portiere, poi il militare come mio padre, poi lo stuntman». La prima volta che Mattia ha indossato il costume è stata all’ospedale San Paolo, nella sua Savona. Il primario lo aveva chiamato, poiché lo conosceva, perché bisognava portare un computer. C’era un costume di Spider-Man, lui se l’è messo, i bambini erano interessati solo a quello, il computer era l’ultimo dei pensieri.
«Il regalo, evidentemente - ricorda Villardita - ero io. Non mi sono più fermato. Mi chiama spesso il Gaslini di Genova, vado a Milano, a Roma, mi contattano da Londra. Da 3 anni e mezzo non faccio vacanze. Ricordo tutti i bimbi malati a cui ho donato un sorriso, una parola di conforto. Non farei altro». Anche a Vigevano, dalla sua voce, si potrà percepirne la bontà, l’ottimismo, la serenità, il suo grande cuore come motore della vita.
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