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Vigevano
03 Novembre 2023 - 12:09
Torna nella sua città, dove è nato, cresciuto e ha studiato fino al liceo, al Cairoli. «Per obbedienza venni a Cassolnovo, per obbedienza vado a Vigevano come parroco della cattedrale». Così don Cesare Silva, 44 anni, scrive nell’ultimo bollettino parrocchiale del luogo che ha lasciato, Cassolnovo appunto, dove domenica scorsa ha celebrato la messa di saluto. Ce ne sarà un’altra sabato 4 novembre nel duomo di Vigevano, senza dubbio la parrocchia più importante della Diocesi, che lo accoglierà come parroco. Dopo il saluto sul sagrato da parte del sindaco Andrea Ceffa alle 17,30, ecco intorno alle 18 la celebrazione insieme al vescovo, monsignor Maurizio Gervasoni, che coincide con l’insediamento. Don Cesare andrà a vivere nella casa parrocchiale all’angolo tra via Roma e piazza Sant’Ambrogio. Monsignor Angelo Croera, amministratore parrocchiale del Duomo uscente, manterrà il ruolo di vicario generale diocesano.
Don Cesare Silva è laureato in Storia della chiesa
«Nella mia esperienza finora di parroco di campagna, abitando prima a Breme e poi a Cassolnovo – esordisce don Cesare, laureato in Storia della chiesa – mi affacciavo e vedevo l’aperta campagna o comunque gli alberi. Adesso vedrò un paesaggio urbano e non mi capitava da quando studiavo a Roma. Accetto onorato questa grossa responsabilità vedendola anche come una sfida per cercare di migliorare, dove possibile. Conosco la realtà cittadina: sono cresciuto nella parrocchia di San Pietro Martire e ho mantenuto sempre rapporti con ambienti vigevanesi dal volontariato alla cultura. Punto a consolidare i rapporti anche col mondo laico. Vorrei che chiunque entrasse nella cattedrale, non solo il fedele ma anche il visitatore, lo trovi accogliente e capisca di essere all’interno di un luogo storico e solenne. Soprattutto, chi viene per pregare o confessarsi deve trovare la mia presenza». Don Silva punta a far ritornare alcuni momenti significativi del culto come l’Adorazione dei 50 giorni, e valorizzare Sant’Ambrogio, titolare della chiesa madre e, con il Beato Matteo, patrono della città. «Coi collaboratori, cioè i sacerdoti e i canonici – prosegue – vorrei mettere al centro la predicazione, la confessione, l’azione pastorale. Coltivare e accrescere i rapporti con Negrone, che rappresenta l’oratorio cittadino. Costruire l’unità pastorale con le altre parrocchie del centro. Il mio obiettivo è fare il massimo per la Chiesa, intesa come istituzione e luogo di culto, e per la Diocesi, come mi sono impegnato anche a Cassolnovo lasciando i conti parrocchiali sani».
Sono due i sacerdoti, ormai scomparsi, a cui il nuovo parroco del Duomo è affezionato, che vede come punti di riferimento e di cui vorrebbe ripercorrere le orme. Il primo è monsignor Pietro Bellazzi, con cui è cresciuto e che è stato egli stesso parroco della cattedrale. “Una figura semplice ma profonda, buona. Un grande teologo, studioso e divulgatore del Caramuel e della storia vigevanese: è il mio modello. Poi c’è don Stefano Cerri, il parroco storico di San Pietro Martire». Don Silva ha dalla sua l’età ancora verde, e la grande cultura.
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