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L'operazione

Due arresti per usura a Vigevano. Il capo è un cittadino albanese di 55 anni. Chiedeva interessi del 150%

L’operazione dei carabinieri. Ci sono altre denunce e un sequestro di 14mila euro

Bruno Romani

Email:

bruno.romani@ievve.com

04 Aprile 2024 - 16:27

Due arresti per usura a Vigevano. Il capo è un cittadino albanese di 55 anni che chiedeva interessi del 150%

Gli arresti da parte dei carabinieri (repertorio)

È stato individuato e neutralizzato dai carabinieri della Compagnia di Vigevano un gruppo criminale che gestiva lo strozzinaggio e l’usura. Il capo della banda sarebbe un cittadino albanese di 55 anni, residente in città, che in un primo momento concedeva facilmente prestiti a soggetti in stato di bisogno, dediti anche ad attività imprenditoriali, che a lui si rivolgevano poiché impossibilitati a ottenere finanziamenti tramite canali ufficiali. Dopo aver aiutato le proprie vittime il soggetto si tramutava improvvisamente nel loro aguzzino, pretendendo la restituzione delle somme elargite in tempi brevissimi e con tassi decisamente da usura, anche del 150% e oltre. Quando questo non succedeva metteva in atto una seconda e successiva condotta criminale. I soggetti che si erano rivolti a lui e non erano riusciti a restituire le somme ricevute in breve tempo finivano per essere pesantemente minacciati di morte con estorsioni e violenze, in cui entravano in campo altri due stranieri, un secondo albanese di 41 anni e un rumeno, che si prestavano per dare man forte all’usuraio. Le vittime venivano pressate con ritmo asfissiante e gli estorsori non esitavano a presentarsi anche sul posto di lavoro, armati di manganello, per pretendere il pagamento di rate arbitrariamente stabilite. Una delle vittime è stata addirittura costretta a svendere per poche migliaia di euro il suo fuoristrada con la minaccia di ritorsioni nei confronti dei famigliari.

Le prove raccolte dagli inquirenti hanno consentito di ricostruire un quadro accusatorio che ha portato il magistrato a emettere il decreto di arresto nei confronti dei due albanesi, associati nella notte tra ieri e oggi (giovedì) nella casa circondariale Torre del Gallo di Pavia. Il terzo straniero è per ora deferito solo in stato di libertà, avendo avuto un ruolo più marginale nella vicenda, così come un italiano di 61 anni, che ha svolto la funzione di intermediario per l’affitto di una abitazione di una delle vittime, che era stata costretta a locare il bene cedendo all'usuraio i proventi della caparra e dell’affitto, a titolo di risarcimento parziale del debito.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati quasi 14 mila euro in contanti, oltre a un manganello e un tirapugni impiegati dal gruppo per intimorire le proprie vittime. Le indagini proseguono per verificare l’eventuale esistenza di altre parti offese, che, spesso, non denunciano o pensano di poter gestire e affrontare la situazione da soli, senza chiedere alcun aiuto.

Chi è vittima di usura - fanno notare gli stessi inquirenti - non deve avere timore di rivolgersi alle autorità. Inoltre non è necessario che la segnalazione provenga direttamente dalla vittima, ma anche un familiare, un amico o un collega di lavoro, che si accorge dell’esistenza di una situazione di pericolo di questo genere, può denunciare il fatto in un qualsiasi ufficio delle forze dell’ordine.

 

 

 

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