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Aglio ursino, la pianta che annuncia la primavera. Selvatica, come il suo aroma

Alla scoperta delle erbe spontanee e commestibili. Si trova nei boschi, ma bisogna fare molta attenzione a non confonderla con specie tossiche

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12 Maggio 2023 - 22:39

Aglio ursino, la pianta che annuncia la primavera. Selvatica, come il suo aroma

Proseguiamo nella scoperta delle erbe spontanee e commestibili. Questa volta parleremo dell'aglio ursino, dandone  un'accurata descrizione, in tutte le sue caratteristiche principali. E mentre, scheda per scheda, scopriremo le sue proprietà , vi raccontiamo come sempre un'altra storia. A fine articolo le schede sono raccolte in un unico comodo file in pdf. Buona lettura!

 di Giulia Carlini

La prima erba non si scorda mai

Non è difficile trovare l’aglio ursino, in realtà, per chi vive ad esempio nei dintorni di Monza, ma più in generale nei boschi lombardi. In primavera, l’intero parco di Monza e tutti i suoi giardini si ammantano di una verde coperta di questo bulbo, che rallegra ogni angolo con una meravigliosa distesa di fiori bianchi, appaganti per lo sguardo, e profuma l’aria di tutta la zona di un caratteristico aroma pungente. Vale di sicuro la pena di una visita, non ve ne pentirete.

È stato uno dei miei primi amori in fatto di erbe, l’aglio ursino, proprio perché lo vedevo ogni giorno in quel contesto spettacolare, e informandomi della sua storia e sulle sue proprietà mi ha fatto venire una gran voglia di prenderne qualche foglia e provare a farne uso. Ma al Parco non è consentita la raccolta, perché in quell’ambito è una specie tutelata, e forse non è neppure troppo consigliabile, considerato che nelle zone fortemente antropizzate e spesso inquinate anche le erbe spontanee rischiano di contenere sostanze tossiche. Un’accortezza questa, che se vi accingete a dedicarvi alla ricerca di erbe spontanee commestibili dovrete sempre tenere presente. Cercate le vostre erbe in zone più possibile incontaminate, lontane da strade, case, terreni coltivati, concimati, trattati con sostanze chimiche e frequentati dal bestiame.

 

E già che ci siamo, un altro paio di cose le dovete assolutamente considerare: informatevi bene se nella zona dove volete raccogliere ci sono dei vincoli o delle specie protette, che non vanno assolutamente toccate; non raccogliete mai più di quello che vi serve effettivamente (in generale si considera un bel mazzo per ogni erba); raccogliete con gli strumenti adeguati (io uso un semplice coltellino a falcetto e delle forbici, guanti se necessario, come per le ortiche) e asportate solo le parti utili, senza rovinare la pianta; riponete il raccolto in sacchetti di carta o, meglio ancora, in cestini di vimini naturale, in modo da non schiacciare le foglie e i fiori, e lasciar respirare il raccolto.

 

Comunque, scattato il colpo di fulmine, dovevo assolutamente trovare un luogo dove questa meraviglia spontanea crescesse indisturbata. Ci ho messo un po’, in effetti, ma sempre in Brianza, sono riuscita a trovarla in un’altra località del Parco della valle del Lambro. È stata una grande emozione e un’immensa soddisfazione poter fare la mia prima, piccola raccolta: la prima erba selvatica non si scorda mai! Con l’aglio ursino mi sono cimentata in qualche prova culinaria, iniziando nel frattempo a studiarne con passione le caratteristiche botaniche, alimurgiche e fitoterapiche. 

 

Non si può neppure immaginare quanto faccia stare bene ritornare a casa col proprio cestino ricolmo di un ben di Dio che la natura ci offre spontaneamente, dopo aver passato una giornata immersi nel silenzio, a contatto con la terra e le sue meraviglie! Una “spesa” naturale al 100%, disponibile in qualsiasi prato o sentiero o radura, alla quale avvicinarsi con curiosità e rispetto, che garantisce salute e una grande soddisfazione, quella di rimettersi in sintonia con l’ambiente e la sua biodiversità, e recuperare qualche sapere antico, qualche preparazione semplice e gustosa. È una cosa da provare: io ho iniziato così, proprio con l’aglio ursino, e non mi sono più fermata…

ATTENZIONE! IMPORTANTE: l’aglio ursino è facilmente confondibile con due specie fortemente tossiche, il MUGHETTO e il COLCHICO AUTUNNALE, per via delle foglie che hanno una forma molto simile. Non ci possono però essere dubbi sull’aroma. Sfregandole, le foglie del mughetto e del colchico non emanano il caratteristico odore di aglio. Quindi, per essere assolutamente certi che si tratti del nostro aglio ursino, prendete una foglia e sfregatela: il profumo pungente di aglio vi toglierà ogni dubbio. In caso contrario, non raccogliete!

 

 LE SCHEDE SULL'AGLIO URSINO IN FORMATO PDF

 

ATTENZIONE: tutte le informazioni contenute in questo articolo hanno il solo scopo informativo, pertanto l’autore e l'editore non hanno alcuna responsabilità dell’uso improprio e di eventuali danni morali e materiali che possano derivare dal loro utilizzo.

BIBLIOGRAFIA MINIMA

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Podlech D., Piante medicinali, Editoriale Giorgio Mondadori, 1990

Luciano R., Gatti C., Erbe spontanee commestibili, Araba Fenice, 2008

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Bencivenni D., Le più diffuse erbe spontanee alimentari della tradizione, Lorenzo de Medici Press, 2018

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Chanaz D., Il prato è in tavola, Terra Nuova Edizioni, 2021

Susigan M., Gilmozzi A., La cucina delle erbe spontanee, Giunti Editore, 2018

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