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Informatoreviaggi
13 Maggio 2023 - 23:00
La leggenda vuole che l’avessero costruita apposta così, scura e piena di guglie, proprio per terrorizzare i nemici (gli odiati inglesi). Vero o non vero, l’idea è stata lungimirante, perché la capitale della Scozia è secondo chi scrive la città più bella d’Europa (e le ha viste tutte). Piccola, piena di saliscendi vertiginosi e con un clima piovosissimo e freddo. D’inverno uno legge «5 gradi» e gli sembra che tutto sommato non si stia poi così male. Poi sente quel vento da nord che lo porta via e si pente di essere atterrato. D’estate piove, perlopiù. Se la pioggia ha il merito di rendere così verde il paesaggio, allora piova.
La città è folgorante, dal passato truculento, piena di vicoli e di angoli “instagrammabili”. Il cuore di Edimburgo è il Royal Mile, il “miglio reale”, che unisce il castello al palazzo di Holyrood, residenza reale. A piedi è circa mezz’ora, e qui si trova tutto: per questo, fermandosi nei vari luoghi, la visita può portare via anche una giornata intera. Il castello va prenotato, giorno e orario, e sono molto rigidi quindi non arrivate in ritardo.
Fortezza che si vede da ovunque, bellissima anche dal basso in Grassmarket square, altro luogo che vale mille foto e nei cui pressi (per quanto conti) c’è “The elephant house”, il locale preferito della Rowling, la scrittrice di Harry Potter. Proprio per questo, c’è la fila per entrare. Incredibile.
Se proprio, nel cimitero di Greyfriars Kirkyard c’è la tomba di un certo Robert Potter. L’ispirazione per il cognome del “maghetto” viene da lì. Per capire il lato oscuro e gotico della città bisogna avventurarsi nei vari closes che si aprono dal Royal Mile come il Brodie’s close, che prende il nome da uno dei tanti personaggi famigerati della città, il diacono William Brodie, di giorno simbolo di correttezza e di moralità e di notte scassinatore. I “closes” sono i vicoli, stretti e bui, che si inerpicano a lato del Royal Mile, affascinanti di giorno quanto sinistri di notte. Su internet c’è una bella mappa che li segnala tutti.
Imperdibile, percorrendo il Royal Mile verso valle è una visita alla High Kirk of St. Giles, la cattedrale di Edimburgo, ricca di fascino e atmosfera. In questa splendida chiesa medievale John Knox promulgò e guidò la Riforma scozzese e oggi viene usata per cerimonie di rilievo come la venuta del re in città o l’apertura del parlamento. La bellezza di questa chiesa risiede nel suo carattere gotico che svetta verso l’alto con i possenti archi a sesto acuto, le preziose vetrate e la dimensione contenuta, che attribuisce un senso di intimità e di raccoglimento. La cattedrale è posizionata al centro di Parliament Square, una piccola piazza affacciata sul Royal Mile:qui si trova l’imponente Parliament House, il vecchio parlamento scozzese, la statua equestre di re Carlo II, il Market Cross, dove un tempo venivano proclamati gli editti cittadini e infine, sul selciato, l’Heart of Midlothian, dove sorgeva il carcere cittadino e su cui oggi i passanti sputano in segno di scaramanzia. Sotto le antiche City Chambers si trova una delle attrazioni più particolari ed inquietanti di Edimburgo, il Mary King’s Close, il livello inferiore della città, con anfratti e vicoli ciechi che formano una sorta di città perduta sotto il Royal Mile, visitabile con tour guidati.
Andando giù, fino al parlamento scozzese (alcuni lo amano e altri lo odiano, è oggettivamente tremendo), ecco la zona più popolare e un ultimo superbo parco nascosto dietro le case, di quelli che se non sai che ci sono davvero non trovi, il Dunbars Close. Sembra davvero uno di quei giardini incantati, perché se uno ci pensa Edimburgo è la città più infestata della Scozia e quindi del mondo. Ci sono perfino visite private che portano nelle antiche prigioni, nei luoghi del sabbah. Nei posti lugubri a tanto così dai pub brulicanti di giovani alticci. Nelle segrete, quelle che fanno paura davvero.
L'HAGGIS - IL PIATTO NAZIONALE SCOZZESE
La tradizione vorrebbe che il cameriere lo servisse aprendolo con una spada. In realtà non accade praticamente più e forse non ha neanche senso. Rimane l’elenco degli ingredienti, subito, tanto per far capire che qui «astenersi perditempo». Interiora di pecora (cuore, polmone, fegato) macinate insieme a cipolla, grasso di rognone, farina d'avena, sale e spezie, mescolati con brodo. Il ripieno, secondo tradizione, viene insaccato nello stesso stomaco dell'animale, che poi viene sottoposto a bollitura per circa tre ore. Ecco l’haggis, il piatto nazionale scozzese, quello che i locali adorano e i turisti cercano con curiosità, soprattutto se non sanno bene cosa sia.
L'insaccato, secondo tradizione, viene servito con neeps and tatties (rapa bianca e patate), bollite a parte e passate in purea, accompagnate da un dram, ovvero un bicchiere di scotch whisky, in special modo come piatto principale della Burns supper, la celebrazione in memoria del poeta Robert Burns. Quest’ultimo infatti nel 1787 ne scrisse addirittura una poesia, “Address to an haggis”, definendolo «grande capo della razza delle salsicce» e sancendone la fama come piatto tipico della Scozia.
Ancora oggi il 25 gennaio durante la Burns Night, festa in cui si celebra la nascita del bardo scozzese, è tradizione servire agli invitati l’haggis, facendolo entrare nella sala da pranzo su di un grande vassoio, accompagnato dal suono delle cornamuse e da un buon bicchiere di whisky: il padrone di casa recita quindi la poesia e l’haggis viene servito ai commensali tra urla di gioia e di giubilo. Tuttavia è anche presentato in tavola con altri contorni, o servito con una salsa a base di whisky. Come gusto ricorda quello della pölsa svedese, anche se in quest’ultima le frattaglie sono di maiale. Se questo paragone non vi aiuta, si può dire che l’haggis ha il sapore di un sanguinaccio molto più forte.
foto di Kenny Lam, Visitscotland
Nel Regno Unito a colazione si mangia il pudding, cioè una salsiccia piena di cereali, e quello nero è fatto di sangue. Ecco, l’haggis lo ricorda, ma è molto più intenso, anche per via del pepe che abbonda. Se anche questo non basta, è il caso di assaggiarlo. Pregasi evitare gli haggis in lattina che si trovano nei supermercati in Scozia (mangereste gli spaghetti in lattina? Suvvia), ma andare direttamente nel locale migliore di Edimburgo.
A modesto parere è l’Arcade. In menù ha 200 tipi di whisky, e basterebbe questo, e l’haggis più buono dell’universo lo servono in due versioni, quella classica con neeps and tatties, la consueta salsa di whisky e panna e l’altra, quella (sembra) preferita di Lady Diana, con salsa di pomodoro, cipolle e liquore Drambuie, un whisky speziato.
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