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informatore terra
23 Giugno 2023 - 18:37
Proseguiamo nella scoperta delle erbe spontanee e commestibili. Questa volta parleremo del tarassaco, dandone un'accurata descrizione, in tutte le sue caratteristiche principali. E mentre, scheda per scheda, scopriremo le sue proprietà , vi raccontiamo come sempre un'altra storia. A fine articolo le schede sono raccolte in un unico comodo file in pdf. Buona lettura!
di Giulia Carlini
Come qualcuno forse ricorderà, se ha letto le puntate precedenti della rubrica, mia nonna era toscana, precisamente di Massa Carrara, o più precisamente massese. Ora, in quella regione, le erbe spontanee commestibili si chiamano “erbi”. Un termine che a me fa molta tenerezza, perché suscita ricordi infantili ed evoca sapori familiari, rassicuranti, che scaldano il cuore. La ricetta della “zuppa di erbi” l’ho poi ritrovata anche nell’altro ramo di famiglia, quello ligure, che chiama questa preparazione prebboggion.
Le zuppe di erbe selvatiche in realtà sono certamente molte, e tutte diverse a seconda della regione, del periodo dell’anno e della disponibilità: il punto è che in passato, ogni famiglia sfruttava le erbe commestibili disponibili secondo stagione, aggiungendovi altri ingredienti d’occasione per donare sapore e sostanza: fagioli, ceci, carne…(da cui le “minestre maritate” presenti in moltissime regioni italiane!)
Nel mio caso l’idea è nata da una passeggiata nel parco naturale delle Capanne di Marcarolo, una zona incantevole sull’appennino ligure-piemontese, mentre mi accingevo a fare un trekking per raggiungere una località della mia infanzia, che da lungo tempo non visitavo. Durante il tragitto è stato inevitabile puntare gli occhi a terra, per osservare tutte le meravigliose fioriture della primavera nascente.
Così, passo dopo passo, sentiero dopo sentiero, non ho potuto fare a meno di riempire il mio cestino di erbe. Non molte specie: sapete che sono un’appassionata autodidatta, quindi resto sempre prudente, e raccolgo solo quello che conosco bene e di cui sono assolutamente sicura. Ho raccolto tarassaco, acetosa, silene rigonfia, piantaggine e ortica. Non esattamente il parterre de roi di una vera zuppa di erbe, ligure o toscana che sia, ma sufficienti per un primo esperimento.
Il risultato mi ha sorpreso per sapore e consistenza, specialmente perché ho preferito utilizzare solo le erbe, con un po’ di aglio e cipolla, un poco di pepe e sale, e nessun’aggiunta di pancetta, fagioli o altro. Le erbe si sono armonizzate in maniera perfetta, regalando alla zuppa un sapore erbaceo ma equilibrato, senza eccessi di amaro o agro. Una minestra ricca, densa, accogliente.
Così, ancora una volta, ho capito che il rapporto con le erbe selvatiche ha il suo lato scientifico, perché non si può fare raccolta a caso, senza un minimo di formazione, ma è anche un’esperienza molto personale, ricca di sfumature e di soddisfazioni, se si hanno la pazienza e l’umiltà di andare alla scoperta pian piano, lasciandosi ispirare dalla natura, senza fretta.
Fra tutte le erbe che ho usato per la mia zuppa, una mi ha colpito tanto perché pur essendo un’erba umile, molto comune, regala grandi soddisfazioni in quanto a sapore: il tarassaco. Magari non a tutti potrà piacere, perché è piuttosto amara, ma ha un amaro soddisfacente e gradevole, deciso ma non pervasivo. Bisogna ricordare anche che per apprezzare il sapore delle erbe spontanee ci vuole un po’ di rieducazione del gusto: oramai siamo abituati a ortaggi dalle note più delicate e addomesticate, mentre le erbe selvatiche hanno un gusto più forte e deciso. Il tarassaco comunque si è rivelato una vera sorpresa. Così, visto che ci tengo a raccontarvela un po’, per farvi apprezzare le sue molte virtù, la scheda che vi propongo oggi è quella del tarassaco, taraxacum officinale.
LE SCHEDE SUL TARASSACO RACCOLTE IN FORMATO PDF
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