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Via Francigena: da Mortara a Garlasco, la terza tappa lomellina

Si parte dalla stazione ferroviaria e si arriva alla chiesa di Santa Maria Assunta. Lunghezza percorso: 20,7 chilometri

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

15 Agosto 2023 - 14:56

Via Francigena: da Mortara a Garlasco, la terza tappa lomellina

La terza tappa lomellina della Via Francigena prevede un itinerario di quasi 21 chilometri. Si lascia Mortara e si va verso l’abbazia di Sant’Albino fondata nel V secolo che rappresenta un riferimento per i pellegrini. «In percorso – spiegano dal sito ufficiale della Francigena – tra campi coltivati, ci porta a Remondò e Tromello, tappa dell’itinerario di Sigerico. «Il percorso – si specifica – si svolge prevalentemente su comode strade campestri, percorrendo strade asfaltate esclusivamente nelle cittadine. Al di fuori dei centri abitati non è possibile rifornirsi d’acqua, unico punto di ristoro a Tromello». Il sito ufficiale di riferimento è viefrancigene.org, curato dall’associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF). Ecco i riferimenti per raggiungere i luoghi di questa tappa lomellina della Francigena che si conclude nel comune di Garlasco, con l’arrivo davanti alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta: linee di Ferrovie dello Stato Milano- Alessandria, Vercelli-Pavia, Novara-Alessandria, stazione Mortara. Per segnalare eventuali criticità:percorso@viefrancigene.org.

Il torrione di Garlasco

È stata realizzata ne XIV secolo la torre medioevale a pianta quadrangolare conosciuta come il “torrione”. «Stando ai documenti storici, a Garlasco sarebbe stato innalzato, o ricostruito sul luogo di una precedente fortificazione, un castello il cui perimetro è ancora oggi parzialmente individuabile nella conformazione degli edifici e nell’impianto urbanistico dell’angolo nord occidentale del più antico nucleo abitato – è spiegato sul sito di regione Lombardia dedicato ai beni culturali – Era uno dei più importanti della Lomellina, per solidità e per dislocazione strategica, tanto da guadagnarsi il titolo di “propugnaculum Papiae”. Tuttavia, questa struttura fortificata fu smantellata dai francesi ne 1524 e ne rimangono poche tracce. La maggiore di queste testimonianze, e l’unica tuttora identificabile chiaramente, è una torre-porta in muratura di mattoni a vista, che rappresenta la parte più chiaramente individuabile e più significativa del complesso. Per lungo tempo abbandonata, e ancora in stato di grave decadenza verso la fine degli anni Settanta, la costruzione – spiegano gli esperti – è stata oggetto di un recente attento intervento di recupero da parte del Comune, con la conseguente rimessa in luce della originaria struttura fortificata, e in particolare delle merlature e delle sottostanti impronte dei bolzoni che erano state in precedenza murate. I restauri hanno tuttavia alterato, in maniera piuttosto pesante, il profilo terminale dell’edificio».

Il santuario della Madonna della Bozzola

La costruzione del santuario, attorno al quale si sviluppò l’insediamento suburbano che oggi è una frazione del comune di Garlasco, è legato alla miracolosa apparizione della Vergine, avvenuta nel 1462. La Madonna apparve a una fanciulla tredicenne di nome Maria che «aveva perso l’uso della parola durante l’eccidio di tutta la sua famiglia ad opera di bande di soldati che all’epoca si fronteggiavano sul territorio – è la storia riportata sul sito del santuario – Maria aveva portato gli animali al pascolo tra le querce ed i cespugli di biancospino della “Busslà”. Verso mezzogiorno, vedendo il cielo rabbuiarsi e pensando a un temporale, si rannicchiò sotto l’edicola con l’immagine della Vergine. All’improvviso, un globo di luce andò a posarsi sopra un cespuglio di busslà (biancospino). Apparve la figura della Madonna che disse alla ragazza: «Maria Benedetta, vai a dire alla gente di Garlasco, che voglio qui un Santuario a protezione di tutta la Lomellina. Saranno tante le grazie che io farò in questo luogo, che i miei figli esperimenteranno i tesori delle mie misericordie. Come segno che ti sono apparsa tu hai già udito il mio messaggio, ora lo porterai alla gente di Garlasco». L’edificio venne costruito in diversi momenti; il primo oratorio fu edificato tra il 1462 e il 1483; nel 1600, per la numerosa affluenza di fedeli, si avvertì la necessità di ampliarlo. La facciata attuale risale al 1897, ed è decorata da statue di terracotta dello scultore Pruvini di Milano. Sull’altare maggiore campeggia l’icona miracolosa legata all’apparizione.

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