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Il malcostume
08 Settembre 2023 - 22:34
Quando si prenota un aereo, o un albergo, si dà per scontato che in caso di rinuncia all’ultimo momento nessuno restituirà mai i soldi spesi. Ce ne si fa una ragione senza difficoltà. Eppure ancora tante persone ritengono un proprio diritto quello di riservare un tavolo al ristorante per poi non presentarsi, spesso senza nemmeno avvisare. Chi prova a prenotare un posto a tavola in altre nazioni (una per tutte il Regno Unito) lo sa bene: serve la carta di credito, così se poi non vai il ristorante scala una cifra forfettaria. Per forza: il tavolo destinato a te non può essere assegnato ad altri, e l’attività ci rimette. In Italia chiedere la carta di credito al momento di una prenotazione provocherebbe sommosse popolari. Qualcuno, soprattutto nell’alta cucina, sta iniziando adesso, timidamente. Eppure il fenomeno del “no show”, cioè prenotare e poi non farsi vedere, è ancora malcostume comune.
«Per diversi colleghi – spiega Fulvia Legnazzi, titolare de “L’Oca ciuca” a Vigevano – questa maleducazione costituisce un danno economico grave. Sto cercando di cautelarmi: prenotando dal sito un tavolo con oltre quattro persone chiedo una caparra confermatoria di 10 euro. Per gli altri tavoli verifichiamo sempre chiedendo un numero telefonico e telefonando poco prima per avere conferma. Avvisiamo che il tempo di attesa è di venti minuti: in caso di assenza, dopo un’ulteriore telefonata per assicurarci che la persona stia bene, il tavolo viene riassegnato tramite una “lista di attesa“».
Fulvia Legnazzi
Daniele Picelli, “La Drogheria”, spiega come «la mancanza di rispetto verso i ristoratori è un problema che esiste anche a Vigevano, come ovunque. Chi ha locali piccoli sa che ogni tavolo conta soprattutto se la richiesta è alta. Capita che qualcuno non si presenti proprio. Più frequente è la scena del tavolo prenotato per sei ma dove poi arrivano in quattro. “Ma non potevate avvertirmi?”, chiedo. La risposta solita è che l’imprevisto si è verificato all’ultimo. Sarebbe bene avvisare comunque: io perdo un tavolo. Fate una moltiplicazione e immaginate una situazione del genere tutti i giorni. Son soldi in meno. Fanno bene i grandi ristoranti a chiedere penali».
Daniele Picelli
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