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Un tour delle Fiandre tra birra, città da esplorare e la grande tradizione della Ronde ciclistica

Dalle scarpe come cauzione alle cantine nascoste, esplora le Fiandre attraverso le sue birrerie, immergendoti nella ricca storia e nell'atmosfera unica di questa affascinante regione belga

Davide Maniaci

Email:

dade.x@hotmail.it

22 Marzo 2024 - 21:00

Le birrerie delle Fiandre

Le Fiandre, terra di confine (è Belgio, si parla olandese, la Francia è a un passo), venti gradi ad agosto, cittadine bellissime il cui stile, non a caso, si chiama “gotico fiammeggiante”. Terra di birra. In un fazzoletto di terra grande meno della Lombardia ce ne sono migliaia di tipi diversi, vanno dalle “pilsner” alle bianche, dalle tripel – le più alcoliche – fino alle lambic, quelle acidule. E poi ci sono le trappiste, con monaci che la sanno lunga chiusi nei loro monasteri a contemplare le botti e forse a svuotarle anche. Non c'è niente di meglio del Giro delle Fiandre (vedi a fine pagina), leggendaria corsa ciclistica arrivata all'edizione numero 108 che si terrà il 31 marzo, per conoscere meglio questo mondo. Seguire la corsa, certo, ma approfittare anche per un giro turistico e bevereccio.

Nelle birrerie i menù delle birre hanno decine di pagine, sono molto più lunghi di quelli del cibo (meglio, qui generalmente non si mangia granché) e senza essere guidati sarebbe impossibile decidere. Spesso sono anche gli stessi locali ad essere bellissimi. Antichi, in legno, pienissimi di oggetti da tutto il mondo, di beoni con storie da raccontare e di usanze singolari. A Gent, per esempio, città medievale tra torri canali e scorci da togliere il fiato, in un locale bisogna lasciare come cauzione… una scarpa. Tra le quasi 500 birre in carta al Dulle Griet c'è anche quella della casa con lo stesso nome. Il boccale è bellissimo, fatto a mano. Come evitare che i turisti lo usino come souvenir? Chiedendogli una calzatura, che poi viene messa su un cesto appeso al soffitto. "Quando vai via, ti ridiamo la scarpa". Qualcuno esce scalzo, ma in genere funziona.

In quale altro posto al mondo si beve con degli stivali che pendono dall’alto? A pochi passi c’è 't Galgenhuisje, forse il bar più piccolo del Belgio. Nove tavoli all’incirca, un locale antichissimo, scelta delle birre invidiabile. Sembra veramente di essere tornati a tanti anni fa, quando la gente era più bassa e cercava un’atmosfera raccolta anche solo per scaldarsi.

Forse Brugge è anche più bella. Splendidi edifici dietro ogni angolo, atmosfera malinconica nonostante i turisti continui. Nel sottosuolo c’è 't Poatersgat, da qualche parte tra i canali. Una cantina o poco più, una porta che quasi non si vede, atmosfera da carbonari. Ma, più che altrove, scelta di birre incredibili.

Per quelli che cercano lo scatto da diecimila visualizzazioni a tutti i costi è meglio virare su 2be (sarebbe un gioco di parole con l’inglese “to be”, essere), situato sul canale più fotografato della città. Non è una vanteria, è così. Si entra con una collezione di bottiglie rarissime da tutto il mondo che “scorta” l’avventore fino al bancone. Tutti cercano il balcone, col panorama sulle barche, sull’acqua, sugli angoli da film. La scelta delle birre è adeguata, ottime quelle della casa, qualche concessione di troppo alle “aromatizzate alla frutta”. Mamma mia.

Infine Yesterday's World, defilato, verrebbe definito da qualcuno “shabby chic”. Le cianfrusaglie, tutte in vendita – non per niente da queste parti un tempo erano tutti mercanti – sembrano davvero far parte di una casa. Trionfa la birra tipica di Brugge, la Brugse Zot. Fortissima. Già il locale è saturo di roba, figuriamoci se uno vede anche doppio per un bicchiere o due di troppo…

I MURI DELLE FIANDRE

Di solito si corre la prima domenica di aprile, ma l'edizione 2024 della Ronde van Vlaanderen si correrà l'ultimo giorno di marzo, coincidente con Pasqua. E' la seconda "classica monumento" della stagione: arriva dopo la Milano Sanremo, precede di una settimana la Parigi Roubaix e di tre la Liegi Bastogne Liegi. L'ultima monumento, il Giro di Lombardia, si corre in autunno e chiude la stagione delle due ruote su strada. 

Ogni monumento ha delle caratteristiche che la rendono unica: il Fiandre è la corsa dei muri, salite brevi e ripide, esplosive e posizionate su strade strette e ricoperte da pavè. E' con le sparate mozzafiato su queste rampe di garage che si fa la differenza. E' sui muri più famosi, dal Kwaremont, al Paterberg al Koppenberg che nascono le imprese leggendarie.

Solo tre corridori sono riusciti a vincerla tre volte, ma uno solo è il "Leone delle Fiandre", ed è un italiano: Fiorenzo Magni vinse la ronde tre volte di fila, dal 1949 al 1951. Gli altri che sono riusciti nel tris sono:

Il Cannibale Eddy Merckx ce l'ha fatto "solo" due volte, come l'attuale Campione del mondo Mathieu van der Poel nel 2020 e 2022.

Gli altri italiani riusciti a vincere nella più importante corsa belga, una sorta di Università del ciclismo sono Dino Zandegù nel 1967, Moreno Argentin nel 1990, Gianni Bugno nel 1994, Michele Bartoli nel 1996, Gianluca Bortolami nel 2001, Andrea Tafi nel 2002, Alessandro Ballan nel 2007 fino all'ultimo capolavoro di Alberto Bettiol nel 2019. I corridori belgi hanno vinto 69 volte, gli olandesi 12 e gli italiani sono terzi con 11.

Il percorso del Giro delle Fiandre è presidiato dai tifosi, decine di migliaia di persone che sin dalla mattina consacrano la domenica a questa gara. I corridori passano tra ali di folla da grandi salite al Giro e al Tour, investiti dagli effluvi delle mega grigliate e della birra che scorre a fiumi. E gli spettatori, posizionati in punti strategici (dove si paga anche un biglietto), sanno che la gara passerà più volte: uno spettacolo nello spettacolo. Nel video sotto il passaggio del vincitore 2023, Tadej Pogacar sul Kwaremont, seguito da Mathieu Van der Poel (per la cronaca anche il padre di Mathieu, Adri, vinse il Fiandre, nel 1986).

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