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La storia
01 Ottobre 2022 - 11:44
Cavarsela in un bosco, per una settimana, con soli 600 grammi di cibo. Si tratta di scatolame: legumi e del tonno. Nient’altro. Se finiscono prima, ci si dovrà arrangiare. Una prova estrema, ma lo scopo non sarà partecipare a qualche nuovo programma televisivo, o ritrovare sé stessi: è quello di superare un master di durata triennale, il MICAP - Master Internazionale in Coaching ad Alte Prestazioni. Permette di diventare coach (cioè formatore) professionista.
Così Eloisa Pantè, 32enne di Parona, sta per vivere il suo “campo di sopravvivenza”. Il “Survival camp”. «Partirò – spiega – nelle prossime settimane. Non saprò dove ci porteranno: sarà sicuramente in Italia, ma stop. Saremo tra 15 e 25 persone, ma neanche questo dato è specificato con certezza. Molti si spaventano a sapere che mangerò quattro scatolette in sei giorni: in realtà dopo un paio di giorni di digiuno il corpo inizia a sentir meno la fame. Bisogna aggiungere un po’ di preparazione che svolgeremo prima di partire. Certo, nessuno ci vieterà di mangiare quel che troviamo nel bosco, ma l’idea di fondo è quella di farsi bastare le scatolette a disposizione».
La presentazione del campo: Eloisa Pantè sarà una delle protagoniste
«Si tratta – prosegue – dell’esperienza più estrema della mia vita, finora. Mi è capitato di fare esperienze di digiuni, ma mai più di 60 ore, e campi scout con pernottamento all’aperto. Mai, però, entrambe le esperienze contemporaneamente. Oltre allo scatolame, non avremo con noi altro che sacco a pelo, qualche attrezzo di primissima necessità e gli indumenti che indosseremo. Niente tecnologia, ovviamente. In quei sette giorni di ritiro saremo poi chiamati come gruppo ad affrontare delle ulteriori prove ed esercizi che verranno di volta in volta supervisionati dagli istruttori e di cui i partecipanti (me compresa, ovviamente) non sapranno cosa essere fino all’ultimo momento. Questo esame ci darà modo di dare prova delle nostre capacità decisionali, dell’agilità mentale sotto forte stress psico-fisico e delle capacità di lavoro di squadra».
Eloisa Pantè al termine del cammino di Santiago
Le prove non si limitano qui: sempre nell’ambito del master, Eloisa Pantè correrà la Maratona di New York a novembre 2023. Un mese fa, invece, ha percorso da sola il cammino di Santiago, camminando per quasi 1000 chilometri. Partita da Saint-Jean-Pied-de-Port, sul versante francese dei Pirenei, la donna ha attraversato il nord della Spagna fino alla meta finale a picco sull’oceano.
«Spesso – rivela – mi viene chiesto perché ho deciso di lasciare o comunque mettere in pausa una vita apparentemente piena di soddisfazioni per mettermi ad affrontare prove e imprese di questo tipo. Non riesco però sempre ad argomentare con una risposta razionale. Qualche mese fa, nonostante stessi facendo una buona carriera a livello professionale in una multinazionale che mi appagava molto, mi sono resa conto che mi stavo lentamente spegnendo e limitando a vivere in una quotidianità nella quale non mi riconoscevo. Avevo bisogno di un cambiamento drastico nel mio percorso personale e professionale e ho deciso quindi di prendermi un periodo sabbatico da dedicare a me stessa e alla mia formazione. Così ho scelto di studiare tecniche di comunicazione come programmazione neurolinguistica, coaching, marketing, negoziazioni complesse e leadership. Questo mi permette di temprarmi a livello fisico e caratteriale».
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