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Ieri sera

La Sicilia "in giallo": Cristina Cassar Scalia e il successo del vicequestore Vanina Guarrasi

La scrittrice ospite nell'ambito della Rassegna letteraria

Davide Maniaci

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dade.x@hotmail.it

15 Ottobre 2022 - 10:48

«La Sicilia ha questa sorta di magia: finisce per diventare un personaggio stesso dei tuoi libri. Per questo motivo quando inizi ad ambientare lì i romanzi, poi non puoi varcare il confine. Ti rapisce, in qualche modo».

E infatti anche “La carrozza della Santa” è ambientato lì, a Catania. Cristina Cassar Scalia, medico oftalmologo oltre che scrittrice, è stata una delle protagoniste della Rassegna letteraria vigevanese. La sua venuta, alle 21 in Cavallerizza,
ha concluso gli appuntamenti di ieri, venerdì 14 ottobre. L'ha intervistata Paolo Armelli, giornalista Wired e Donna Moderna.

Cristina Cassar Scalia

Il tema dell’incontro era Vanina Guarrasi, il vicequestore protagonista dei romanzi di Cassar Scalia che diventeranno anche una fiction. È comparsa per la prima volta nel 2018 in “Sabbia nera” (Einaudi). Trasferita da Palermo a Catania, è tormentata dal ricordo del padre ucciso dalla mafia. Ne “La carrozza della Santa” (Einaudi), Vanina Guarrasi è divisa su due fronti: da una parte a Catania, al termine della festa di Sant’Agata del 6 febbraio, viene ritrovato il cadavere di un uomo nel Municipio. “La Santa“, come tutti la chiamano, è rientrata nella cattedrale. Nell’atmosfera distratta, da fine evento, che pervade strade e popolazione,
un uomo viene ritrovato in una pozza di sangue, dentro una delle carrozze del Senato. L’opinione pubblica è sconvolta e il sindaco in persona sollecita l’intervento della Guarrasi. La vicenda si presenta subito ingarbugliata, un intrico di piste che conducono sempre alla vita privata e familiare del morto, Vasco Nocera. Vanina, però, fatica a dedicare all’indagine l’attenzione che meriterebbe. A Palermo sta accadendo qualcosa che esige la sua presenza: è un richiamo che non può ignorare. Stavolta piú che mai per la soluzione del mistero saranno importanti l’aiuto della sua squadra e l’impegno del commissario in pensione Biagio Patanè, che a dispetto dell’età non si ferma davanti a niente.


«Il mondo interno di Vanina - ha rivelato Cristina Cassar Scalia in un’intervista a cuore aperto - non può avere senso fuori dalla Sicilia. Perderebbe metà del suo calore e del resto noi scrittori siciliani, si sa, non vogliamo staccarcene. L’isola si presta per i gialli. C’è un chiaroscuro pazzesco e non ritengo sia giusto ignorare le criticità della mia terra. Vanina stessa incappa nei vari disservizi quotidiani, o in episodi più gravi, nonostante senta il bisogno di essere in Sicilia: è di Palermo, ha scelto Catania per vivere, ha vissuto la mafia in prima persona per via dell’assassinio del padre. La Sicilia è “mavara”, cioè ti ammalia di nostalgia ma sa essere crudelissima. Io, inoltre, grazie a questo personaggio il cui carattere non è tanto paragonabile al mio (se non per l’insonnia), trovo un pretesto per parlare di quello che mi piace. Musica, film. Lo trovo terapeutico».

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