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MILANO
09 Novembre 2022 - 15:13
«Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Sono i nomi della scorta di Giovanni Falcone che morirono con il magistrato a Capaci il 23 maggio 1992. Nomi che fanno parte della nostra storia e che dovremmo imparare a memoria». Ha usato queste parole il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi questa mattina nel corso dell’esposizione dell’auto della scorta Giovanni Falcone in piazza Città di Lombardia a trent’anni dall’uccisione del magistrato. «Questa "installazione” è, prima di tutto, un “presidio della memoria”. E per questo - ha proseguito - ringrazio Tina Montinaro, moglie del capo scorta di Giovanni Falcone, che gira il nostro Paese per ribadire e far crescere la cultura della legalità. I resti dell’auto della scorta di Falcone parlano soprattutto ai più giovani e servono a ribadire, sempre e con forza, l’importanza della lotta alla mafia, alla camorra, alla ‘ndrangheta e in generale ai sistemi criminali. Non solo a parole, ma con gli esempi concreti di chi si è impegnato e ha rischiato la propria vita per spezzare il clima di paura e di intimidazione. Iniziative simboliche come queste che ci ricordano che le organizzazioni criminali non sono un problema dei magistrati o delle donne e degli uomini delle forze dell’ordine, ma sono una questione che coinvolge tutti. Perché gli uomini passano, le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini, come amava ripetere Giovanni Falcone».
“Quarto Savona Quindici” era il nome in codice usato per la Fiat Croma blindata che, il 23 maggio di trent’anni fa, è stata colpita dalla deflagrazione di circa 500 chili di tritolo allo svincolo di Capaci dell’autostrada A29 “Palermo – Mazara del Vallo ed è saltata in aria insieme alla macchina di Giovanni Falcone e della moglie Francesca Morvillo. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione “Quarto Savona Quindici”. «I resti dell’auto della scorta di Falcone – ha dichiarato la Presidente dell’Associazione Tina Montinaro – sono una ‘croce laica’ che portiamo in tutta Italia con dolore e con orgoglio per ricordare chi non ha fatto un passo indietro di fronte alla violenza mafiosa. Dopo trent’anni non dimentichiamo e lanciamo un messaggio chiaro ai giovani: scegliete da che parte stare, scegliete di stare dalla parte della legalità».
All’iniziativa erano presenti anche il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, Tina Montinaro Presidente dell’Associazione e moglie di Antonio Montinaro, capo scorta del giudice Falcone, il Consigliere regionale Luigi Piccirillo (Gruppo Misto), promotore dell’iniziativa, e Romano La Russa, Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia.
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