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MILANO
01 Dicembre 2022 - 16:52
Un nutrito pacchetto di proposte per gestire la scarsità di risorse idriche in Lombardia sia sul fronte della razionalizzazione dei consumi sia su quello dell’aumento della disponibilità di acqua nei periodi siccitosi, con particolare attenzione alla lotta agli sprechi, alla diffusione di consumi sostenibili dell’acqua e alla realizzazione di nuovi invasi. Questo in sintesi il contenuto di una proposta di Risoluzione approvata oggi a larga maggioranza dalla Commissione Agricoltura con il solo voto contrario del Movimento5S.
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«La necessità di interventi efficaci sul ciclo delle acque – ha sottolineato il Presidente della Commissione Agricoltura Ruggero Invernizzi (FI) – era emersa con drammatica evidenza nella scorsa primavera-estate quando a seguito di una scarsità di precipitazioni che si protrae dallo scorso anno e che ha registrato secondo ARPA Lombardia un calo del 59% rispetto alla media degli anni 2006-2020, una parte importante delle colture in Lombardia è andata perduta con un danno che CIA calcola su base nazionale in almeno 2 miliardi di Euro pari a circa il 6% del prodotto interno lordo del comparto. A fronte di questa situazione di assoluta emergenza, la Commissione ha svolto un ciclo di audizioni con i consorzi idrici, le associazioni dei produttori agricoli e gli altri stakeholders per individuare le migliori soluzioni. Recentemente abbiamo costituito un tavolo di concertazione tra maggioranza e minoranze per addivenire ad una posizione congiunta. Sono davvero lieto – ha concluso Invernizzi – che il lavoro svolto abbia portato alla formulazione di un testo condiviso, un documento che reputo molto completo e che impegna la Giunta a interventi immediati già in previsione della prossima stagione di semina».
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«Il testo licenziato oggi – ha commentato il Relatore Paolo Franco – parte da un’accurata analisi della situazione. La Lombardia resta una regione ricca di acqua ma le disponibilità sono destinate a diminuire inesorabilmente a causa dei repentini cambiamenti climatici. La capacità di accumulo massimo è attualmente di 2,5 miliardi di mc, un dato che riteniamo possa crescere in modo significativo utilizzando le cave esauste come invasi per le acque pluviali e aumentando la capienza dei bacini di alta montagna con campagne di dragaggio. Chiediamo inoltre alla Giunta – ha proseguito Franco - di valutare la costituzione di un apposito ambito regionale allo scopo monitorare, indirizzare, coordinare e armonizzare le attività svolte dagli uffici d’ambito provinciali».
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Il documento individua altri due settori di intervento strategici: la riduzione dei consumi sia per uso agricolo che domestico grazie alla diffusione di nuove tecnologie di irrigazione e alla realizzazione di massicce campagne di informazione e sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza e la riduzione degli sprechi (la cosiddetta “dispersione idrica”) attraverso l’ammodernamento delle reti distributive dei consorzi e degli acquedotti comunali anche grazie all’apporto dei fondi PNRR. Un contributo importante alla riduzione delle necessità di acqua per uso agricolo verrà dalla diffusione dell’utilizzo di acque reflue depurate attualmente stimabile tra il 15 e il 20% delle risorse idriche utilizzate (a fronte di una media nazionale del 4%) ma che può essere ulteriormente ottimizzato ed esteso tramite studi di fattibilità da condurre in collaborazione con i gestori del Servizio Idrico Integrato (SII) e i consorzi di bonifica e irrigazione. Una raccomandazione in tal senso è stata recentemente avanzata anche da ARERA, l’Authority per l’Energia e l’Ambiente, che in un’audizione alla Camera dei Deputati ha sottolineato l’opportunità di “sfruttare le potenzialità del riuso della risorsa idrica, per esempio, attraverso il ricorso al riutilizzo delle acque reflue, anche promuovendo l'attivazione di misure e di progetti con la finalità di ampliare la capacità di depurazione e di recupero delle acque reflue”.
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