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CASSOLNOVO

Omicidio Ibrahim, ci sono altri tre indagati. E intanto arrivano i Ris di Parma

Il sopralluogo stamane nella casa del delitto. L'auto con il corpo carbonizzato dell'egiziano era stata trovata il 14 gennaio nei boschi della frazione Morsella

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

01 Marzo 2023 - 21:10

Omicidio Ibrahim, ci sono altri tre indagati. E intanto arrivano i Ris di Parma

I Ris di Parma al lavoro a Cassolnovo

Ormai è certo che sul caso dell’omicidio di Mohamed Ibrahim Mansour, 43 anni, egiziano, trovato il 14 gennaio carbonizzato a bordo della sua auto Audi A3 nei boschi della frazione Morsella di Vigevano ci sono a degli altri indagati e non è escluso che possano arrivare anche degli ulteriori fermi. Inoltre oggi, mercoledì, nella casa di Cassolnovo, dove sembra ormai certo che sia avvenuto il delitto, sono arrivati i Ris di Parma per effettuare accertamenti tecnici irripetibili. I primi tre arresti erano già avvenuti martedì 21 febbraio di prima mattina, sono quelli dei fratelli Massimo e Claudio Rondinelli, di 34 e 39 anni e Luigi D’Alessandro, 37, compagno della loro sorella maggiore. Ora si scopre che sono indagati anche Tonino Rondinelli, 59 anni, Carmela Calabrese 55 e la figlia Elisa, 38. I primi due sono i genitori, mentre la terza è la compagna di Luigi D’Alessandro e sorella dei Rondinelli. Se questi ultimi sono accusati del presunto omicidio di Mohamed Ibrahim Mansour, gli indagati, essendo famigliari, potrebbero esserne stati a conoscenza, oppure aver favorito il delitto efferato, oppure aver partecipato in concorso. I dettagli non sono stati resi noti dalla Procura di Pavia.

Da Parma sono arrivati alle 9,30 di questa mattina, mercoledì, presso la casa sulla circonvallazione di Cassolnovo, già da alcune settimane sotto sequestro, i carabinieri del Ris (reparto investigazioni scientifiche) che hanno effettuato degli “accertamenti tecnici irripetibili”. Ovvero un incidente probatorio destinato a cristallizzare la situazione della casa, così come è stata trovata in almeno altre due ispezioni dei carabinieri. La conclusione di questa prima fase ha consentito di provare che Mohamed Ibrahim Mansour era stato ucciso in quella casa di Cassolnovo, che di fatto era la sua abitazione abituale. All’interno anche un letto di fortuna. I suoi assassini lo hanno colpito con tre colpi di fucile calibro 12 e un colpo di pistola calibro 9. Poi lo hanno trasferito in auto nel boschetto della frazione Morsella, e avrebbero dato fuoco alla vettura Audi A3 di sua proprietà. L’omicidio sarebbe avvenuto l’11 di febbraio ma il corpo e la carcassa della macchina completamente carbonizzata sono stati trovati solo il 14, tre giorni dopo. Ecco il motivo per cui ieri era necessario che gli accertamenti fossero disposti in contradditorio e fatti conoscere anche agli avvocati che si stanno occupando del caso, Francesca Quarto e Guglielmo Panucci, di Vigevano. Nel caso sono coinvolti anche un legale di Pavia e uno di Matera, oltre all’avvocato Fabio Santopietro di Vigevano che si è costituito come parte lesa e difende gli interessi della famiglia di Ibrahim, lo zio e i famigliari che risiedono in Egitto, ma sono stati contattati per mezzo del consolato egiziano di Milano.

La Mercedes perquisita e ispezionata ieri dai Ris in un capannone artigiano di Garlasco potrebbe essere coinvolta nelle fasi del trasporto della vittima? Gli accertamenti dovrebbero rispondere anche a questa domanda. In quanto al movente, se verrà accertata la pista familiare, potrebbe essere legato alla nascita, quattro anni fa, di una bambina il cui padre è Ibrahim e la mamma è la più giovane sorella dei fratelli Rondinelli, che al momento della nascita era ancora minorenne. Ma non è escluso che possa c’entrare anche l’utilizzo della casa di Cassolnovo, che è di proprietà dei Rondinelli, ma che il padre Tonino aveva concesso a Ibrahim per lavorare nel campo ortofrutticolo.

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