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l'intervista

Luca Mercalli: rischiamo un'estate peggiore di quella del 2022

Il noto meteorologo parla della piaga della siccità: «Serve almeno un mese di pioggia continua e le previsioni non sono incoraggianti. Siamo in una tempesta perfetta»

Mario Pacali

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mario.pacali@ievve.com

27 Marzo 2023 - 11:49

Allarme siccità: rischiamo un'estate peggiore di quella del 2022

La siccità più lunga della storia. Sedici mesi di piogge con il contagocce. «Da due secoli, quello attuale, è il periodo storico più secco mai registrato», sono le parole di Luca Mercalli, meteorologo, climatologo e divulgatore scientifico, noto al grande pubblico televisivo italiano per la partecipazione alla popolare trasmissione “Che tempo che fa”.

Luca Mercalli è meteorologo, climatologo e divulgatore scientifico noto al grande pubblico televisivo per la sua partecipazione alla trasmissione "Che tempo che fa”

E qui il tempo fa le bizze. «Stiamo parlando di qualcosa come sedici mesi ininterrotti di scarsità di precipitazioni, visto che l siccità è iniziata nel dicembre del 2021. Una situazione che non si registrava dal 1802». Ma non è il solo fattore. Oltre alla scarsità di acqua, «il 2022 è stato anche l’anno più caldo: se abbiniamo questi due fattori, siccità e aumento delle temperature, possiamo senza ombra di dubbio affermare che si è trattato della tempesta perfetta».

Una tempesta perfetta che non abbiamo affatto superato, anzi… Le piogge degli ultimi giorni sono state “nulla”, come afferma sempre il dottor Mercalli. «Si è trattato di un fenomeno irrisorio, al quale in queste ore si sta aggiungendo il vento che sta spazzando le zone alpine e arriverà a breve anche in pianura: questo comporterà il fatto che i terreni verranno prontamente asciugati. Abbiniamo a questi fattori anche un calo delle temperature con gelate anche in alcune zone del Paese». Ecco quindi che il quadro non può che essere «a tinte fosche, molto fosche».

Corriamo il rischio di avere un'estate ancora più drammatica rispetto a quella registrata lo scorso anno

Occhi al cielo e si spera nella pioggia. Ma ci sarà? E pure qui c’è poco da stare allegri. «All’orizzonte, in base alle nostre previsioni - prosegue il meteorologo - ci sono solo brevi precipitazioni che non andranno certo a risolvere la situazione. Ad esempio è attesa una precipitazione per la giornata di venerdì 31 marzo, ma di breve durata e di scarsa intensità. E fenomeni temporaleschi o piovaschi di una certa intensità non se ne vedono sino alla prima decade di aprile, periodo che consideriamo sufficiente per una previsione attendibile».

«Qui serve almeno un mese di pioggia continua. Invece, come detto, le previsioni almeno sino alla prima decade del prossimo mese, non sono incoraggianti. E il rischio che corriamo è quello di avere un’estate peggiore rispetto a quella che abbiamo vissuto nel 2022, visto che arriviamo praticamente da sedici mesi senza acqua dal cielo».

Le conseguenze di questa situazione non si riversano solo sull’agricoltura. «Purtroppo pagheranno tutti i comparti: sicuramente il mondo agricolo, ma anche l’idroelettrico e le industrie. Ad oggi l’unico comparto che si sta salvando - tranne alcune eccezioni di realtà dove vediamo che l’acqua arriva con le autobotti - è quello dell’idropotabile dove sono garantire le erogazioni e non si parla, ripeto tranne alcune eccezioni ma sono fortunatamente poche, di razionare l’acqua per uso umano».

I Consorzi di irrigazione hanno già annunciato di "tagli” alle forniture di acqua per irrigare i campi

Quali misure si possono adottare? «Nessuna. L’acqua, purtroppo, non possiamo produrla… Ci sono Nazioni che da sempre sono abituate a razionare l’acqua, noi no. Non abbiamo mai avuto questo problema. Occorre fare una scaletta di priorità per l’utilizzo: al primo posto ci deve essere l’utilizzo dell’acqua potabile, poi per agricoltura, idroelettrico e industrie, ci si dovrà trovare attorno ad una tavolo con il Commissario nominato dal Governo  stabilirne l’utilizzo. Il piano invasi? Si tratta di progetti a medio-lungo termine, qui la necessità di acqua è immediata». E ci sono poche speranze. O forse una. «Maggio, solitamente, è un mese piovoso sulla Pianura Padana. Ma oggi non siamo in grado di fare previsioni. Le previsioni in nostro possesso arrivano sino alla prima decade di aprile. E purtroppo non vediamo nulla».

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