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IL LUTTO
02 Maggio 2023 - 11:07
Damir Solman aveva mantenuto solidissimi legami con Vigevano
Ha vestito per due stagioni la maglia della Mecap Vigevano nel punto più alto della sua storia. Ma con la città ducale aveva mantenuto solidissimi legami di amicizia e di affari. Il basket mondiale piange Damir Solman, morto oggi all'età di 74 anni. Era malato da tempo. Croato di Zagabria era stato l'esponente di una irripetibile generazione di cestisti di quella che allora era la Jugoslavia unita. Nel suo palmarès due argenti olimpici (Città del Messico 1968 e Montreal 1976), un oro ed un argento ai Mondiali (Jugoslavia 19670 e Porto Rico 1974), due ori (Spagna 1973 e Jugoslavia 1975) ed un argento (Italia 1969) europei e due ori ai Giochi del Mediterraneo di Tunisi 1967 e Smirne 1971. Era il top-scorer di ogni tempo della Jugoplastika Spalato, la squadra nella quale ha militato per 9 anni prima dell'approdo a Vigevano e nella quale è tornato per gli ultimi cinque anni della sua carriera agonistica che si era chiusa nel 1983.
Damir Solman contro Charlie Yelverton nella sfida Mecap Vigevano-Emerson Varese
La figura di Solman è una delle più importanti in assoluto del basket europeo e internazionale della sua epoca. Tra io suoi compagni di squadra nel corso della sua leggendaria carriera figurano stelle di prima grandezza come Kresimir Cosic, Radivoj Korac, Mirza Delibasic, Zoran Slavnic, Petar Skansi e Ivo Daneu.
Solman nello spareggio di Livorno contro il Brill Cagliari che valse la promozione in serie A1
«Siamo attoniti. Non era solo un grande amico, ma la colonna della nostra azienda». Sono queste le parole pronunciate da Andrea Colombo, imprenditore vigevanese che insieme a Damir aveva avviato nel 1990 una società che si occupa di materiali e macchinari per calzature e pelletteria. Solman, insieme a Colombo, si occupava della rappresentanza nell’area della ex Jugoslavia. «Era stata la nostra scommessa. Vincente. E Damir era un punto di riferimento assoluto, un ottimo rappresentante, ma soprattutto un gentiluomo che sapeva rapportarsi con i vari clienti. In quelle zone per tutti era il mito, una sorta di divinità visti i suoi trascorsi cestistici. Viveva a Spalato ma aveva mantenuto un fortissimo legame con la nostra città. Purtroppo oggi - conclude Colombo - non abbiamo perso solo un grande amico e un grande socio, ma anche un pezzo di storia di Vigevano e del basket europeo».
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