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VIGEVANO
09 Ottobre 2023 - 18:13
Risoluzione del contratto stipulato per grave inadempimento dell’impresa. La proposta di “cacciare” l’azienda che aveva vinto l’appalto per la rigenerazione della Cavallerizza del Castello di Vigevano è stata firmata dal Rup, il Responsabile unico del procedimento, del Comune di Vigevano, l’ingegner Clara Maschera. Si annuncia così un braccio di ferro, una battaglia legale tra l'amministrazione comunale e la società che aveva vinto l'appalto e che ha bloccato i lavori ad inizio agosto.
Il cantiere per la riqualificazione della Cavallerizza del Castello di Vigevano. I lavori sono fermi da inizio agosto e non si sa quando potranno riprendere
La proposta di risoluzione del contratto, in base a quanto si evince dal documento pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Vigevano si basa sulla “contestazione per inadempimenti diretta all’impresa appaltatrice ex art. 108 c. 3 del Dlgs 50/2023, formulata dal Direttore dei lavori, ing. Alessio Ageno, acquisita al PG 65215 del 8/9/2023, nella quale si rilevano in sintesi a carico dell’appaltatore: mancata ottemperanza all’Ordine di Servizio n. 6 del 4/8/2023 e persistenza dei difetti nello stesso evidenziati; abbandono del cantiere nel mese di agosto con compromissione della cura dello stesso (situazione ulteriormente aggravata dalla mancanza di tempestivi interventi in presenza di fenomeni atmosferici particolarmente violenti verificatisi alla fine del mese di agosto), comportamento gravemente negligente atteso il pregio storico del manufatto oggetto di intervento; una generale incuria nei confronti del manufatto, rilevata altresì nell’Ordine di Servizio n. 4 e gravi carenze nell’esecuzione, rilevate negli Ordini di Servizio n. 2 e n. 4; grave ritardo nell’esecuzione dei lavori, che dovevano essere completati entro il 20/8 scorso e ad oggi risultano avanzati in una misura inferiore al 20% del totale appaltato”.
La Marzano Building aveva prodotto, si legge nella proposta di risoluzione contrattuale, una relazione sui fatti che hanno portato alla sospensione dei lavori. Relazione ininfluente per il Comune i quanto, scrive sempre l’ing. Maschera, “non sono state rassegnate pertinenti giustificazioni circa la mancata ottemperanza all’ODS n. 6, che imponeva una serie di interventi per riprendere i lavori; infatti, l’impresa ha solo addotto che era in attesa delle tavole esecutive da parte della direzione lavori in merito alle staffe metalliche; premesso che l’ODS n. 6 aveva ad oggetto molteplici interventi, si era già chiarito che, in coerenza al progetto, detta tavola esecutiva era a carico dell’impresa stessa (v. lettera 2.8.2023 prot. 57375); non può inoltre considerarsi quale valida giustificazione per la mancata ripresa dei lavori la pretesa errata contabilizzazione del ponteggio (che, se corretta, a dire dell’impresa, avrebbe determinato la maturazione del SAL), sia perché non vi è alcuna relazione tra quest’ultima e la ripresa dei lavori, sia perchè comunque essa è infondata nel merito, siccome basata su conteggi dell’impresa errati e non in linea con il prezzario regionale; anche l’invocata assenza delle autorizzazioni per la posa dei ponteggi su alcune proprietà limitrofe, al di là di ogni interpretazione delle clausole contrattuali circa il soggetto competente a richiederle, non ha costituito un ostacolo all’avanzamento dei lavori e alla ottemperanza all’ODS n. 6, in quanto, sulla base del cronoprogramma presentato dallo stesso appaltatore, la posa del ponteggio su tali aree sarebbe stata successiva al completamento delle opere già iniziate sulla prima parte della copertura (circa il 50% del totale), che ad oggi risultano avanzate in misura inferiore al 20%; non è stata esposta nessuna giustificazione circa: a) la mancata custodia del cantiere ad agosto (nemmeno con riferimento agli omessi interventi dopo i violenti fenomeni atmosferici verificatisi in detto mese), b) la mancata ottemperanza ad altri ODS, c) la sistemazione dei difetti; il ritardo accumulato è particolarmente grave”.
“Si condivide, quindi, pienamente il giudizio del Direttore dei Lavori circa le controdeduzioni presentate dalla ditta - conclude il Rup - e nondimeno si esprime preoccupazione per la conservazione del bene, che, si ricorda, è un bene tutelato dal Dlgs 42/2004 e caratterizzato da problematiche strutturali che dovevano essere risolte con l’intervento in oggetto, mentre ad oggi le lavorazioni di consolidamento non sono nemmeno iniziate e le condizioni statiche potrebbero addirittura essere peggiorate per le modalità di conduzione dei lavori e l’esposizione delle strutture alle intemperie dei mesi scorsi”.
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