Cerca

VIGEVANO

Lavori mai partiti, il Comune licenzia l'impresa che doveva restaurare il Cagnoni

Ritardi ingiustificati. E in sede di gara erano stati premiati per i tempi più brevi di conclusione delle opere. Le reazioni politiche: secondo Spissu (Pd) "la giunta si deve assumere le responsabilità di questo continuo stop di cantieri"

Mario Pacali

Email:

mario.pacali@ievve.com

18 Ottobre 2023 - 16:57

Lavori mai partiti, il Comune licenzia l'impresa che doveva restaurare il Cagnoni

Uno dietro l’altro, come in un pauroso effetto domino. Quindici giorni dopo il “licenziamento” dell’impresa che stava operando al restauro della Cavallerizza, scatta la risoluzione contrattuale anche con l’azienda che aveva vinto i lavori di restauro, risanamento delle murature e consolidamento strutturale della copertura lignea del teatro Cagnoni. Un pacchetto da un milione di euro ottenuto dal bando regionale “per la valorizzazione del patrimonio pubblico Lombardo a fini culturali: innovazione e sostenibilità”. I lavori - affidati mediante procedura negoziata - erano stati aggiudicati alla Edilnet srl che oltre al maggior sconto aveva proposto, ironia della sorte, anche una drastica riduzione dei tempi di consegna del teatro finito: cento giorni in meno, cosa che è valsa un maggiore punteggio tecnico rispetto alla società arrivata seconda.

LAVORI MAI PARTITI. Peccato che i lavori al Cagnoni non sono mai iniziati. Anzi, a fronte di un primo sollecito nel luglio scorso da parte degli uffici comunali, il giorno 14 è stata convocata dalla direzione lavori l’impresa appaltatrice. Che tre giorni dopo ha chiesto “il differimento della consegna dei lavori per motivi organizzativi al giorno 01/08”. Richiesta accolta. E consegna del cantiere alla Edilnet il 4 agosto scorso “determinando quindi il termine per l’ultimazione dei lavori al giorno 11 novembre 2023”. E qui iniziano i problemi. “In considerazione dell’ingiustificato ritardo da parte dell’appaltatore nell’avvio dei lavori e nondimeno nel compimento delle attività propedeutiche all’inizio degli stessi, il Direttore dei lavori ha inviato in data 14.09.2023” inviava all’impresa una lettera “nella quale diffidava la ditta a: procedere alla compilazione del cronoprogramma operativo e di una relazione tecnico economica con curva di produzione atti a dimostrare il rispetto delle tempistiche; procedere alla redazione e presentazione del PIMUS (il Piano di Montaggio, Uso e Smontaggio dei ponteggi); dare seguito anche alle osservazioni riportate nel verbale di verifica del POS, integrandolo e completandolo con quanto richiesto. Il tutto entro il termine massimo di 10 giorni dal ricevimento della stessa nota.

I lavori di restauro, risanamento delle murature e consolidamento strutturale della copertura lignea dovevano concludersi a metà novembre. Non sono mai iniziati


CRONOPROGRAMMA ALLUNGATO. La risposta dell’azienda è stata ritenuta “carente e non chiara”. E soprattutto mancante di “un cronoprogramma operativo rispettoso dei tempi contrattuali, supportato da idonei elementi e/o spiegazioni che potessero dimostrare e comprovare, in modo coerente e credibile, se e come l’impresa intendesse recuperare il grave ritardo già accumulato”. Non solo: “in risposta alla diffida del 14 settembre, sono stati presentati (peraltro in modo irrituale) documenti che contengono un cronoprogramma di 186 giorni, che porterebbero alla conclusione dell’appalto oltre il termine contrattuale e manifestano una non chiarezza delle lavorazioni da effettuare”.

RISOLVERE IL CONTRATTO. Non c’era altra soluzione per gli uffici: risolvere il contratto con la Edilnet. “il ritardo accumulato è particolarmente grave; infatti, pur essendo ad oggi decorsi circa i 2/3 del tempo utile contrattuale, i lavori non sono iniziati; il cronoprogramma prodotto non solo non prospetta un recupero del ritardo o, almeno, una sua apprezzabile riduzione, ma non è nemmeno credibile ed accettabile, stante i rilievi tecnici di cui sopra si è detto; non vi sono motivi che giustificano questi ritardi; men che meno le ragioni addotte dall’impresa nell’email del 28.9.2023, considerata la completezza del progetto e la presenza di tutti gli elementi per iniziare i lavori; dalla nota, piuttosto, emerge come l’impresa non abbia operato per un “fermo ferie nel mese di agosto” che non trova nessuna rispondenza nel contratto o negli atti del Direttore dei LavoriL; peraltro il “fermo”, come visto, si è protratto anche nei mesi successivi ad agosto”. A questo si aggiunge. che: “il documento Gestione Lavori (pur in parte corretto) dimostra una scarsa conoscenza e/o attenzione al progetto; l’interlocutore del Comune è stato un soggetto che, pur qualificandosi come direttore tecnico, non risulta aver alcun formale incarico dall’impresa; l’impresa, in sede di gara, ha proposto una riduzione dei tempi contrattuali ottenendo un punteggio premiale, ma, già a luglio 2023, ha chiesto di posticipare la consegna dei lavori per motivi interni (richiesta accolta dall’ente) e, a lavori non ancora iniziati, ha già avanzato domanda di proroga di ben 50 giorni (richiesta non accolta).

Il convegno sulla riapertura del Tribunale, presente il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove del febbraio scorso: uno degli ultimi eventi svoltisi al Cagnoni


I RISCHI PER LA PROSSIMA STAGIONE TEATRALE. Per il Rup Clara Mascherpa “la situazione è aggravata ulteriormente: dal fatto che il termine fissato dal Decreto di finanziamento di Regione Lombardia per il completamento degli interventi è il 31 dicembre. Tale termine comprende anche la fornitura degli arredi per la platea che potrà avvenire solo successivamente al completamento dei lavori di restauro e che, dunque, verrebbe inevitabilmente differita e il superamento di tale termine potrà comportare la revoca del finanziamento; dagli impegni dell’Amministrazione già calendarizzati per la prossima stagione teatrale e dalla necessità di pianificare, con certo margine di certezza e in serenità, l’utilizzo del Teatro, onde evitare anche di esporre il Comune di Vigevano a potenziali danni da risoluzioni contrattuali con le compagnie teatrali, oltre che l’aggravamento del danno d’immagine”.

LE REAZIONI

Arianna Spissu, segretaria cittadina del Pd, va all'attacco della giunta Ceffa:

"Ogni giorno arriva la notizia che un cantiere è fermo e la situazione inizia a diventare imbarazzante. Il Cagnoni si ritrova ancora una volta, come due anni fa, con una stagione che inizia in ritardo o che non inizia proprio. È mai possibile che una città di queste dimensioni non riesca a fare una programmazione sensata dei lavori pubblici e che in qualche modo, a sentire la giunta, sia sempre colpa degli altri? A giugno abbiamo segnalato in consiglio comunale che forse le tempistiche previste per i lavori a Cagnoni e Cavallerizza non erano delle migliori: ci è stato detto di stare tranquilli"

"Quando poi abbiamo chiesto delucidazioni sullo stop del cantiere in Cavallerizza sembrava quasi che le nostre domande dessero fastidio e Ceffa ha risposto in modo evasivo e scocciato. Di questo ennesimo stop dei lavori qualcuno si assumerà finalmente la responsabilità o vogliono continuare a far finta che sia tutto normale? I cittadini si sono stufati di essere presi in giro. Quando bisogna pensare ai luoghi della cultura, come in questo caso, si lascia che le cose vadano a ramengo, con buona pace dei 150 anni del Cagnoni che ricorrono quest'anno e che avrebbero meritato tutto un altro rispetto. Quando invece si tratta di votare varianti per costruire nuovi supermercati e fare a pezzi il tessuto commerciale della città, questa giunta è velocissima e solerte".

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su L'informatore

Caratteri rimanenti: 400