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VIGEVANO
10 Gennaio 2024 - 17:03
Sì, è scontro frontale. A distanza di poche ore dalla pubblicazione della notizia relativa alla durissima presa di posizione del coordinatore provinciale di Forza Italia, Antonio Bobbio Pallavicini che aveva di fatto messo alla porta il vice sindaco di Vigevano Marzia Segù, l'assessore comunale Paola Fantoni ed i consiglieri azzurri Alessandro Rubino e Omar Soresina - «per scelta autonoma hanno deciso di non seguire le linee del Partito e quindi non sono più espressione politica di Forza Italia e non la rappresentano», la motivazione – ecco l'immediata replica dell'onorevole Alessandro Cattaneo.
«Bobbio Pallavicini dimostra di non aver capito la grammatica elementare della politica. Se una persona viene eletta in una lista che si chiama Forza Italia – sono le prime parole del parlamentare pavese – in base alle norme comunali e costituzionali, nessuno potrà mai dire che non rappresenta il partito». Bobbio, nel suo intervento, cita però una scelta analoga effettuata da Cattaneo nei confronti di due esponenti di Forza Italia. «No, non era una scelta analoga. Eravamo in campagna elettorale per la Provincia, quindi elezioni di secondo livello, avevamo una nostra lista di candidati a sostegno di Palli e chi invece andava a sostenere altre linee politiche, dettate da San Genesio, non lo faceva a nome del partito. Quindi cosa diversa. Io non ho mai cacciato nessuno».
«Di certo non spetta al coordinatore provinciale – continua Cattaneo – dare delle patenti di affidabilità. Se vogliono cacciare qualcuno che si rivolga ai Probiviri. Magari lo stesso Probiviri caccerà altri, come ad esempio persone che si dichiarano maggioranza e poi continuano a sostenere il ricorso per far cadere sindaco e giunta che dichiarano di sostenere... Bobbio dovrebbe lavorare per unire, invece divide facendo questi editti bulgari. E quando parla del Congresso di Forza Italia lui, in quello del 2007 che vide la mia elezione a coordinatore provinciale, non c'era perché era con il Pd a sostenere l'allora sindaco di Pavia Piera Capitelli».
Sulla porta chiusa ai quattro forzisti eletti nel settembre del 2020, interviene – anche a nome di Marzia Segù, Paola Fantoni ed Omar Soresina – l'attuale capogruppo Alessandro Rubino. Non capisco davvero questo nervosismo di Bobbio Pallavicini, contro il quale non ho proprio nulla. Noi non siamo così nervosi...Evidentemente - prosegue - non ha ben chiari i principi liberali e democratici di Forza Italia, al pari delle norme statutarie, regolamentari e costituzionali del partito, per le quali noi siamo stati eletti dai cittadini per Forza Italia che, è bene ricordarlo, in questa città, prima del nostro arrivo, non governava da dieci anni».
Alessandro Rubino, consigliere comunale e capogruppo di quella Forza Italia uscita dalle elezioni del settembre 2020
Quindi, per Rubino, esiste un solo gruppo. «Il vero gruppo, quello riconosciuto, è uscito dalle elezioni del settembre del 2020, non quello dei cambi di casacca...».
«Ritengo singolare, a poche settimane dal Congresso del partito, un’uscita di questo genere da parte di Bobbio Pallavicini. Questa la dice lunga sul livello di democrazia a livello provinciale dove alcune persone pensano di governare e gestire il partito a titolo personale e privato. Cosa che contrasta con i principi liberali e democratici di Silvio Berlusconi».
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