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PAVIA
28 Febbraio 2024 - 13:18
Un importante passo avanti nella chirurgia vascolare è stato compiuto dall'équipe guidata dal dottor Giovanni Bonalumi, responsabile dell'Unità Operativa di Chirurgia Vascolare presso l'Istituto di Cura Città di Pavia (Gruppo San Donato), insieme al dottor Andrea Azzaretti, angioradiologo consulente dell'ospedale pavese. Questi esperti hanno condotto con successo una procedura percutanea innovativa per trattare un voluminoso aneurisma soprarenale, coinvolgente anche i vasi viscerali, su un paziente non candidabile alla chirurgia tradizionale.
Gli aneurismi, dilatazioni asintomatiche della parete arteriosa, rappresentano una minaccia silenziosa poiché la loro rottura potrebbe causare emorragie fatali. Tuttavia, il trattamento tradizionale richiede interventi invasivi e lunghe convalescenze. In questo caso, il paziente presentava condizioni mediche complesse che rendevano inadeguata l'intervento chirurgico convenzionale.
La procedura percutanea, una delle prime del genere in Lombardia, è stata eseguita tramite cinque piccoli fori nelle arterie del collo e degli arti. Questo approccio minimamente invasivo ha permesso il posizionamento di una endoprotesi e stent direttamente nell'aneurisma, sotto monitoraggio radiografico. L'endoprotesi ha isolato l'aneurisma dalla circolazione sanguigna, eliminando il rischio di rottura.
Ciò che rende questa procedura rivoluzionaria è la sua minima invasività e il rapido recupero post-operatorio. Con una durata di due ore e mezza e solo anestesia locale, il paziente è stato in grado di rimanere sveglio durante l'intervento. La degenza ospedaliera è stata breve, di soli due o tre giorni, e il paziente è stato in grado di camminare già il giorno successivo.
Il dottor Bonalumi sottolinea l'importanza delle procedure endovascolari nel futuro della chirurgia vascolare. Queste nuove tecniche consentono risultati paragonabili alla chirurgia tradizionale, ma con un impatto significativamente ridotto per i pazienti, compresi quelli con condizioni mediche complesse che altrimenti non sarebbero candidabili per la chirurgia aperta. Il successo di questa procedura rappresenta un significativo progresso nell'ambito della chirurgia vascolare e offre speranza a pazienti con condizioni mediche complesse che necessitano di interventi salvavita.
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