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VIGEVANO
14 Giugno 2024 - 09:10
Una durissima missiva in risposta alle pesanti accuse formulate da Adai, l'associazione di volontari del canile municipale, dopo la chiusura della struttura decisa dall'Aziensa Speciale Multiservizi del Comune di Vigevano (titolare della gestione del canile) unitamente ad Ats dopo la morte di tre cuccioli colpiti dalla parvovirosi.
Nella giornata di ieri Asmv ha reso noto la pec inviata all'Adai e all'Ats di Pavia. “Di fronte alle affermazioni denigratorie contenute nelle recenti comunicazioni dell’A.D.A.I. nei confronti della scrivente Azienda e di altre istituzioni, corre l’obbligo di riassumere sinteticamente alcuni passaggi fondamentali della gestione del canile di Vigevano. Tale struttura era stata fondata nel 1992 ed è dedicata alla sig.ra Mariuccia Bono, che gestì il canile per molti anni, sulla base di un’autorizzazione che prevedeva una capienza massima di 200 cani. Nell’anno 2011 il canile è stato affidato all’ASMV con delibera del Consiglio Comunale n. 87 del 22.11.2011 a seguito di mancato rinnovo della convenzione con l’Associazione A.D.A.I. per la gestione del canile stesso”.
“La situazione riscontrata da parte dell’ASMV in avvio della propria gestione era semplicemente “disastrosa” dal punto di vista della manutenzione complessiva delle cucce e soprattutto delle profonde carenze in fatto di sicurezza dell’impianto elettrico della struttura stessa. All’epoca si è provveduto innanzitutto a colmare tali carenze impiantistiche e si iniziò un progressivo lavoro di manutenzione della struttura, che partì dallo sgombero ciclico di materiali di vario genere depositati alla rinfusa in tutti gli ambienti della casetta. Tali materiali erano il prodotto degli appelli dell’A.D.A.I. alla raccolta di beni di vario genere, che venivano stipati dai volontari in quantità superiore alle necessità contingenti in vari ambienti della casetta (con evidenti problemi di carico d’incendio). In quegli anni il canile ospitava mediamente circa 140 - 160 cani e tali numeri sono stati registrati fino al periodo della pandemia da covid. Anche a quell’epoca su iniziativa dei volontari alcuni cani venivano ospitati in maniera non idonea in tutte le stanze della casetta e più volte nel corso di vari sopralluoghi sia dell’ASMV che dell’ATS sono state avanzate contestazioni a tali improvvide iniziative dei volontari. Anche a quell’epoca si sono registrati casi numericamente rilevanti di diarree da patogeni vari, ma l’A.D.A.I. non ha mosso alcun reclamo”.
La presidente di Asmv Claudia Canini con il direttore generale dell'Azienda, Andrea Deplano
“A quell’epoca il rapporto con l’A.D.A.I. era basato su un discreto spirito di collaborazione, che aveva consentito di sanare altre carenze storiche del canile (vedasi mancanza di sufficienti aree di sgambamento ecc.) e di organizzare iniziative di sensibilizzazione della popolazione ai problemi degli animali ricoverati nel canile, con raccolte di fondi a favore dell’Associazione. Il canile municipale di Vigevano ha sempre risposto nel migliore dei modi alle richieste di ricovero dei cani oggetto di sequestro o di altre operazioni condotte dall’Autorità Sanitaria/Giudiziaria, anche quando esse sono state effettuate senza preavviso alcuno all’ASMV o di entità numerica rilevante (un esempio per tutti, il sequestro operato nel territorio del Comune di Mortara di ben 70 cani, di cui 26 cani sono stati portati in data 22.10.2022 alle ore 18,00 (ossia fuori orario di apertura) al canile municipale di Vigevano. Tutti gli esemplari, si scoprirà alcuni giorni dopo il loro ingresso in canile, essere affetti da giardia. E’ evidente che i ricoveri degli animali a seguito di operazioni di sequestro si aggiungono alla normale attività del canile, che deve soddisfare le esigenze anche dei comuni di Mortara, Garlasco, Dorno, Cilavegna. Il Comune di Mortara genera da solo mediamente oltre il 25 % degli ingressi nel canile di Vigevano. Di conseguenza per lunghi periodi dell’anno il canile ospita più di 100 cani al giorno”.
LA SUPPOSTA EDIPEDIMA DA PARVOVIRUS
“Riguardo alla diffusione di possibili epidemie tra gli animali ricoverati ASMV ha sempre assicurato ai veterinari responsabili del canile rifugio la disponibilità di tutti i farmaci e/o test diagnostici richiesti ed ha imposto alle ditte affidatarie del servizio di pulizia l’utilizzo di detergenti disinfettanti idonei allo scopo. Non può, peraltro, essere attribuita alcuna responsabilità all’ASMV in merito ad eventuali epidemie perché le funzioni di diagnosi e cura sono di carattere prettamente tecnico sanitario e possono essere svolte solo dal personale in possesso delle abilitazioni alla professione medico veterinaria. Meraviglia perciò l’affermazione più volte riportata nelle comunicazioni A.D.A.I. a mezzo social o a mezzo stampa di presunte epidemie di parvovirus in corso.
Nella lingua italiana per epidemia si intende “una manifestazione frequente e localizzata, ma limitata nel tempo, di una malattia infettiva, con una trasmissione diffusa del virus”. Nel caso in questione, dubitiamo fortemente che si tratti di un’epidemia (i tre casi rilevati non giustificano l’utilizzo di questo termine). Pur tuttavia ASMV onde fugare ogni dubbio circa il verificarsi di questo fenomeno, ha provveduto ad avviare una campagna di rilevazione del parvovirus su tutti i cani presenti in canile, a mezzo di appositi tests, in accordo con il Dipartimento Veterinario dell’ATS Pavia ed ha effettuato una operazione di disinfezione di tutti gli ambienti e superfici del canile con appositi disinfettanti indicati dall’ATS.
Ad oggi tutti i 56 cani testati sono risultati negativi all’esame per la identificazione della parvovirosi. Nel corso della prossima settimana si conta di completare i tests sui rimanenti animali presenti in canile. Sorprende anche la richiesta A.D.A.I. di poter decidere sulle cure da prestare ai cani presso ospedali veterinari, informando semplicemente il medico veterinario responsabile del canile. Tale richiesta evidenzia la mancata conoscenza dei ruoli e delle funzioni che spettano per legge alle categorie di operatori che prestano servizio in canile.
Risulta quindi finanche offensivo il riferimento a tempistiche entro le quali devono essere resi disponibili i referti degli esami effettuati, visto che non risulta che le associazioni animaliste debbano avere accesso a tali informazioni e che rivestano il ruolo di valutatori della salute degli animali, che spetta unicamente ai medici veterinari”.
I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DEL CANILE
“Nel nuovo progetto di ristrutturazione della zona quarantena il numero degli stalli è stato ridotto a soli nove stalli, con una maggiore superficie esterna a disposizione. Questa riduzione del numero degli stalli è avvenuta in seguito della riunione tenutasi negli uffici comunali alla presenza dei funzionari dell’Ufficio Tecnico e dei veterinari di ATS, aderendo alla richiesta dell’A.D.A.I. di avere stalli di superficie ben maggiore di quella prevista dal regolamento regionale vigente per i cani di grossa taglia. Il progetto originale prevedeva la costruzione di n. 18 stalli ed aveva già ottenuto l’autorizzazione paesaggistica ai sensi dell’art. 146 del D. Lgs. 22.01.2004 n. 42, per cui si è dovuto ripresentare una nuova istanza per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica per la realizzazione di 9 stalli. A tali stalli si aggiungerà un blocco di n. 8 stalli per il canile sanitario (di dimensioni pari a quelle previste dal regolamento regionale di cui sopra, considerato che la permanenza media degli animali non dovrebbe superare i dieci giorni) che sorgeranno in apposita area separata situata in fianco all’ambulatorio veterinario del canile municipale. Tale area avrà un ingresso indipendente che consentirà a qualunque ora del giorno o della notte l’accesso agli stalli al personale incaricato da ATS dell’accalappiamento, senza dover ricorrere all’ausilio del ns. personale.
L’ASMV ha provveduto negli ultimi anni ad effettuare numerosi interventi di manutenzione degli stalli della parte ovest del canile, con priorità alla funzionalità dell’impianto elettrico, alla sistemazione delle pavimentazioni ammalorate, delle reti di protezione e dei serramenti.
Tali interventi sono stati condizionati da due fattori non gestibili da ASMV:
Questa situazione ha dei riflessi negativi, prolungati nel tempo, sulla possibilità di procedere all’effettuazione di tutti i lavori di manutenzione negli stalli, che devono essere liberi da animali e cose, almeno quattro alla volta e per almeno 7 giorni. Giova al riguardo ricordare che per poter effettuare i lavori di ripristino della pavimentazione degli stalli la superficie deve essere perfettamente asciutta e pulita, onde consentire l’adesione delle malte e delle resine. Più volte nel corso dell’ultimo anno lavori già programmati si sono dovuti rinviare per ingressi non programmati di animali o per condizioni meteo non favorevoli.
E’ evidente che nella programmazione degli interventi di adeguamento della zona “quarantena” del canile debbano pertanto essere previsti:
il trasferimento in altro canile rifugio degli animali (si stima nella misura di 15-18 esemplari) previa loro selezione, per tutto il periodo di effettuazione dei lavori. Tutti i comuni convenzionati sono stati già preavvisati all’atto del rinnovo delle convenzioni del corrente anno dell’effettuazione dei lavori nel corso dell’anno 2024, che potrebbe comportare anche il trasferimento di animali di loro proprietà in altro canile rifugio.
Per coordinare tutte le attività sopra descritte si sono tenute nelle scorse settimane diverse riunioni tra i dirigenti degli Uffici comunali coinvolti e quelli dell’ASMV.
Nel corso di tali incontri è stata ribadita la priorità dei lavori stessi per entrambi gli Enti, che saranno finanziati con l’avanzo di amministrazione comunale.
Verrà poi effettuata la selezione della ditta affidataria dei lavori a mezzo di apposita procedura telematica ai sensi del vigente D. Lgs. 36/2023 (codice dei contratti pubblici), alla cui osservanza sono tenuti sia l’Amministrazione Comunale che l’ASMV. La durata della procedura e dei lavori è stimata in circa quattro mesi.
Successivamente si procederà a riesaminare i rapporti convenzionali in essere con i comuni convenzionati, al fine di limitare le presenze in canile degli animali al numero massimo di circa 80 esemplari, pari al numero degli stalli ristrutturati, in considerazione della razza e del sesso degli animali stessi, in grande prevalenza maschi adulti di razze di difficile gestione (pitbull, rottweiler e incroci di queste razze)”.
IL SOVRAFFOLLAMENTO DEL CANILE
Dal punto di vista puramente amministrativo il canile opera legittimamente all’interno dell’autorizzazione al funzionamento ricevuta anni orsono dall’Autorità Sanitaria. Purtroppo l’evoluzione dei ricoveri dei cani negli ultimi anni ha evidenziato il problema costituito dall’abbandono di cani di razza pittbull e rottweiler, di difficilissima adottabilità, su cui riteniamo ci sia identica valutazione.
Venendo poi agli altri fattori che hanno provocato il sovraffollamento del canile dobbiamo evidenziare:
Inoltre l’approccio all’argomento adozioni è poco codificato e consente discrezionalità troppo ampia ai volontari incaricati dell’esame delle domande di adozione.
Basta un dato a fare chiarezza su questo argomento: nell’anno 2022 le adozioni sono state pari ad 84 esemplari, mentre nel 2023 sono state pari a 61 esemplari. Inoltre nel corso degli anni abbiamo ricevuto svariate segnalazioni di potenziali adottanti che si sono visti negare la possibilità di avere un cane con le motivazioni più svariate ed incomprensibili. In ogni caso i numeri delle adozioni sono in costante diminuzione, per cui l’affollamento del canile non potrà mai essere risolto se non cambia la strategia di affidamento. Il canile di Vigevano è l’unico canile della regione che vede aumentare costantemente di anno in anno il numero degli animali ricoverati, mentre negli altri questo dato diminuisce di anno in anno.
La collocazione degli animali in ambienti non idonei è una libera iniziativa dei soci ADAI e la Direzione ASMV ha più volte diffidato l’A.D.A.I. dal perpetrare questa situazione, così come ha diffidato i Vs. soci dal somministrare alimenti di vario tipo ai cani senza assenso scritto del veterinario responsabile del canile, visto il deleterio effetto sulle loro condizioni di salute. Il materiale per le pulizie non viene dato ai volontari per evidenti motivi di sicurezza, non essendo loro incaricati di effettuate tali servizi. I detersivi ed i disinfettanti sono a disposizione in quantità adeguata per i soli dipendenti della ditta appaltatrice. Nessuno mai ha autorizzato i volontari ad effettuare improprie operazioni di pulizia degli stalli. Nessuno mai ha autorizzato l’installazione di un gazebo nello sgambatoio del canile, visto che la Vs. associazione non ha chiesto alcuna autorizzazione all’ASMV. Si rilevare che il canile municipale è una struttura pubblica ed è situato nel Parco del Ticino, che ha regole severe per la posa di attrezzature sui terreni.
Considerato nel complesso l’atteggiamento di mancato rispetto delle regole di comportamento nei rapporti istituzionali e vista la mancata condivisione dei principi di gestione di un canile pubblico, è impensabile concedere autonomia di scelta alla Vs. associazione in merito alle cure degli animali ed ai tempi di effettuazione delle stesse, che spettano unicamente alle professionalità medico veterinarie.
Tutti vogliamo il bene dei cani ricoverati nel canile di Vigevano, ma dobbiamo tener conto di alcuni elementi fondamentali nel rapporto tra ASMV e A.D.A.I. :
Al momento si conferma pertanto il divieto di ingresso in canile a tutte le persone, eccezion fatta per il veterinario responsabile del canile e per i dipendenti della ditta affidataria del servizio di pulizie.
COSA AVEVA SCRITTO ADAI
Sulla pagina Fb dell'associazione di volontari era stato pubblicato questo post:
Buongiorno a tutti,
Negli ultimi giorni avrete letto diverse notizie riguardo al canile di Vigevano. Dopo lunghe riflessioni abbiamo
sentito il bisogno di raccontare per dare voce a chi non può parlare se non con gli occhi e con le code.
Non sarà un racconto breve e ce ne scusiamo ma vi chiediamo la pazienza di leggere tutto. Non ci siamo mai
lamentati pubblicamente ma abbiamo sempre sostenuto queste discussioni con gli organi competenti.
Questa volta abbiamo deciso di scrivere a voi, che ci seguite e sostenete da anni.
Tre cuccioli morti per infezione da parvovirus: si chiamavano Pisola, Bombolo ed Eolo ma noi li chiamavano
“gli orsetti” perché erano piccoli e pelosi. Pisola, la “capetta della banda“, femminuccia, color nocciola; Eolo il
più affettuoso, Bombolo il più schivo. Sono arrivati il 17 aprile e da subito hanno cominciato a stare male ma
spesso accade ai cuccioli per via della sverminazione. Avrete letto che sono stati messi nell’area cuccioli ma
la verità è che erano in una gabbietta all'interno di una stanzetta, dove già c’erano sei cani adulti e un'altra
gabbietta con altri due cuccioli più grandi. Tutti ammassati.
NON ESISTE alcuna area cuccioli, NON ESISTE il canile sanitario, NON ESISTE un’area per i vecchietti o per i
cani in recupero da operazioni. Esistono dei box vecchi e fatiscenti, che cadono a pezzi perché corrosi dalla
ruggine. Esiste un bagnetto, in cui a turno permane qualche ospite: prima Bobo, poi per qualche mese Zumba,
ora Pacha. Se vai a fare un turno in canile sai che devi bere poco perché non potrai utilizzare alcun servizio,
dato che è stato trasformato in un box.
Esistono la cucina, la sala medica e l’ufficio, che ospitano un numero variabile di cani di piccola taglia, a volte
più di dieci. Esiste il corridoio, con delle gabbie in cui i cani passano la maggior parte del tempo rinchiusi
dentro: qui vive Brunilde, un simil cane corso di tredici anni che a malapena può starci in piedi. Esiste il
magazzino, in cui risiede stabilmente Kaila.
Per chiudere queste stanze lasciando circolare l’aria si ”mettono davanti assi bloccati da armadietti, da fustoni
di cibo, da quello con cui ti puoi ingegnare. La sera prima di andare via si ricontrolla più volte che tutto sia
bloccato: essendoci cani di diverse taglie, se riuscissero ad entrare in contatto l'esito potrebbe essere infausto.
Controlli e ricontrolli e rimani con l’angoscia che qualche cane possa riuscire a spostare le chiusure di fortuna.
Nella cucina/lavanderia devi ricordarti di staccare la presa della lavatrice perché i cuccioli possono mordere il
cavo. Devi mettere in alto detersivi e candeggina. Anche qui: controlli e ricontrolli.
Poi vai nei corridoi esterni o nella quarantena (che si chiama così ma non ha nulla a che vedere con il concetto
di quarantena) e anche lì ricontrolli che i chiavistelli arrugginiti siano chiusi e metti diverse corde e
moschettoni per essere più sicuro che i cancelli FATISCENTI non si aprano. Non c’è una vera logica nella
distribuzione dei cani nelle gabbie: la Suite dovrebbe essere dedicata ai cani più difficili e ci è vietato entrare
(solo le responsabili possono) ma lì ci sono alcuni cani tranquillissimi che sono quindi penalizzati. Non ci
ascoltano neanche nei suggerimenti sulle disposizione dei cani se non dopo estenuanti e lunghe discussioni.
Dopo i sequestri degli ultimi anni, il numero di ospiti è diventato decisamente maggiore di quanto la struttura
possa accogliere, soprattutto nelle condizioni in cui si trova. Le adozioni ci sono ma sono rallentate. Molti
ospiti sono pitbull, rottweiler e pastori: sono cani stupendi e molto dolci ma non sono cani per tutti e la loro
adozione risulta più delicata. In questi giorni abbiamo anche letto che non ci occupiamo dell’educazione dei
cani e che non ci impegniamo abbasta nelle adozioni.
Dare in adozione un cane è una grande responsabilità, non possono essere dati nelle mani sbagliate, diversi
nostri ospiti arrivano già da brutte situazioni. Cerchiamo di trovare la famiglia più adatta alle loro
caratteristiche ed esigenze e viceversa. È un compito che prendiamo molto seriamente: può capitare, per
fortuna raramente, che un cane adottato sia riportato in canile, è una delusione enorme, ci sentiamo di aver
fallito guardando i loro occhi pieni dell’amore che hanno dato e che a poco a poco si spengono nella rassegnazione.
Spesso le persone scelgono sulla base dell’estetica e della simpatia, o dello “status” di alcune razze, altre
vogliono tenerlo sempre all’esterno, condizione che noi non accettiamo. L’adozione è un impegno molto serio,
preso dai volontari che stanno da anni in canile e che conoscono i cani, che partono con la propria macchina
per andare a fare i sopralluoghi, a volte anche percorrendo parecchi chilometri, con il cuore gonfio di speranza
perché tutto vada per il meglio.
I volontari dovrebbero occuparsi del benessere dei cani, promuovere le adozioni, seguire la parte veterinaria.
Saremmo molto felici se potessimo concentrare le nostre energie solamente su questo.
I volontari NON dovrebbero pulire o fare manutenzione. C’è chi riceve soldi per far svolgere queste attività.
Arrivano nuovi volontari per stare con i cani e la prima cosa che gli diamo in mano è un bel mocio. Anzi, se
possono portarlo da casa meglio, dato che saponi, disinfettanti, scope le portiamo noi o le regalate voi.
Tra una lavata di pavimenti e l’altra, portiamo i cani a passeggio, li coccoliamo, li spazzoliamo, li portiamo a
fare visite. Il tempo è poco, dovendo fare attività non di nostra competenza. Ma sono tutte cose che facciamo
e portiamo avanti comunque con orgoglio e con amore e dedizione.
Torniamo a casa la sera molto tardi, sporche, distrutte e soprattutto tristi, spossate, nel morale, nel fisico.
Il numero di cani, decisamente sproporzionato rispetto alla capienza e allo stato della struttura, rende difficile
il sostentamento. Il numero dei dipendenti non è adeguato, il numero di volontari non è sufficiente, i fondi
necessari per sostenere tutte le spese veterinarie sono davvero molti.
La generosità e la vicinanza di voi cittadini di Vigevano e delle città vicine è commovente. Facciamo appelli
perché servono lenzuola e nei giorni successivi riempite i nostri “carrelli delle offerte”. Lanciamo una raccolta
fondi per un’operazione e riceviamo molte donazioni. Le spese per le cure veterinarie e per le diete particolari
che diversi nostri ospiti devono seguire sono davvero alte, chi di voi ha un cane sa di quanto stiamo parlando,
figuratevi per noi che ne seguiamo più di cento. Riserviamo tutti i soldi che raccogliamo a quel fine.
Se servono pettorine, cappottini (Il riscaldamento di vecchi serragli non è assolutamente sufficiente),
materiale per le pulizie o qualsiasi altra cosa che non siano spese veterinarie, i soldi li mettiamo noi.
Ci piacerebbe organizzare incontri formativi, assumere degli educatori comportamentalisti che ci supportino,
organizzare eventi per la popolazione come si faceva un tempo ma da quando la situazione è diventata così
difficile sono lussi che non ci possiamo permettere, non abbiamo le risorse economiche e di tempo.
Abbiamo alcuni cani difficili, per i quali siamo consapevoli che non ci sarà mai un destino al di fuori del canile.
Ci piacerebbe pensare diversamente ma mentiremmo a noi stessi e a voi. Per alcuni cani questo non accadrà
mai ma possiamo garantire una vita dignitosa in canile, che per loro è ormai casa.
Continuiamo da un lato a sentire promesse di ristrutturazioni ripetute ogni anno e puntualmente disattese e
dall’altro ad essere totalmente ignorati sulle nostre segnalazioni. Se almeno si fossero portate avanti le
manutenzioni ordinarie, in adempimento ai contratti esistenti, avremmo sempre un vecchio canile ma in
condizioni vivibili.
Ritornando ai tre orsetti…continuavano a stare male e noi a riferire la nostra preoccupazione.
In tutta risposta abbiamo ricevuto una “diffida”: ci scrivono che le analisi effettuate portano a ritenere che i
fenomeni di diarrea degli ultimi mesi siano da attribuire alla somministrazione di stick, biscottini e premietti
fatte dai volontari, a cui si intima di non fornire più alcun biscottino pena l’allontanamento dal canile. Le pulizie
sono poche e poco approfondite, ci sono i topi, i cani sono ammassati, il cemento dei box è pieno di buchi, le
grate piene di acqua putrida, ma la diarrea è colpa dei premietti che i volontari danno ai cani quando li fanno
rientrare nel box in modo da rendere più dolce essere di nuovo rinchiusi. Noi denunciamo cuccioli che continuano ad avere una diarrea non normale e si perde tempo a fare diffide e deriderci, tempo prezioso per
la ricerca della diagnosi e della terapia.
Il 20/05 finalmente, dopo continue insistenze, riusciamo a portare in clinica il cucciolo: ai veterinari che lo
visitano risulta subito evidente la gravità della situazione e lo ricoverano immediatamente ma ormai è troppo
tardi, in due giorni il cucciolo muore, due giorni dopo, i suoi fratellini.
Siamo in preda allo sconforto, alla rabbia, alla stanchezza di lotte senza fine. Il volontariato è impegnativo, chi
di voi l’ha fatto o lo fa, in qualsiasi settore, sa che è sacrificio. Impegnarsi al massimo per aiutare arricchisce il
cuore di chi riceve ma soprattutto di chi offre e questo ripaga di tutte le fatiche. Quando però tanti degli sforzi
profusi finiscono nel vuoto e ci si trova a lottare contro i mulini a vento, la volontà vacilla. Inizi a chiederti se
non sia il momento di tirarti indietro.
Alla morte dei cuccioli, nulla si muove, nessuna misura seria e adeguata. Come nulla fosse successo.
Il 27/05 inviamo una comunicazione ufficiale (come fatto anche in precedenza tramite diversi canali, senza
alcun successo) a tutti gli enti coinvolti chiedendo di intervenire urgentemente su pulizia e igiene, di risolvere
tutte le mancanze evidenziate nella lettera e in tutte le altre occasioni precedenti, di rispettare l’isolamento
dei cani all’arrivo istituendo un canile sanitario. Abbiamo chiesto di utilizzare la casetta ATS presente a lato
del canile. Questa è stata costruita anni fa da Adai, con la donazione di un noto veterinario di Milano, allo
scopo di realizzare una sala medica degna di questo nome con spazi atti ad accogliere i cuccioli, i cani malati
o convalescenti. Purtroppo il nostro progetto si è fermato a metà per mancanza di fondi e prontamente il
gestore del canile ha pensato bene di finire la costruzione con l'aiuto della cooperativa e invece di destinare
gli spazi al canile (che di norma dovrebbe avere) ha ritenuto opportuno regalare il tutto all'ATS, per un utilizzo
saltuario di sterilizzazione gatti. La sterilizzazione dei gatti randagi è un’attività fondamentale ma serve anche
un canile sanitario. Servono entrambe.
Il 04/06 il canile è chiuso al pubblico ma anche ai volontari. Almeno qualche reazione l’abbiamo ottenuta,
invece della solita indifferenza. Ci tengono fuori, ci impediscono di continuare a prenderci cura dei cani che
giornalmente da anni seguiamo e che ci aspettano, siamo il loro punto di riferimento. È ingiusto? Secondo noi
sì. Siamo arrabbiati, tristi e soprattutto preoccupati per i nostri cani. È un provvedimento che avevamo preso
in considerazione ma che sentiamo anche come una sorta di “punizione” (ci auguriamo vivamente che non
sia così e che questo pensiero sia solo dovuto al nostro sconforto). Servirà a qualcosa? Migliorerà la situazione
dei nostri adorati cani? Non ci saranno più vittime? Si prenderanno anche altre misure costruendo il canile
sanitario e istituendo un protocollo per l’ingresso di nuovi cani?
Ce lo chiediamo tutti i giorni sperando che almeno questa volta le promesse che aleggiano da anni siano
mantenute.
E sì, sono i NOSTRI cani…non sulla carta ma li sentiamo nostri. Conosciamo le loro attitudini, le loro paure, le
loro preferenze e le loro stranezze e li amiamo dal profondo del nostro cuore. Appena ce lo permetteranno
torneremo da loro e continueremo a fare tutto quello che è in nostro potere per difenderli e potergli garantire
una vita migliore.
Grazie infinite per “averci letto” finora.
Con il cuore,
I volontari ADAI
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