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PAVIA

Riso, incognita maltempo sulla stagione

È quanto emerge dalle stime di Coldiretti Pavia diffuse in occasione della presentazione del progetto “Gli 80 anni del riso Carnaroli” che si è svolta oggi a San Martino Siccomario, nel pavese

Mario Pacali

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mario.pacali@ievve.com

02 Ottobre 2024 - 20:32

Riso, incognita maltempo sulla stagione

Il maltempo rischia di condizionare la raccolta del riso, nonostante l’incremento delle superfici coltivate registrato ad inizio 2024. È quanto emerge dalle stime di Coldiretti Pavia diffuse in occasione della presentazione del progetto “Gli 80 anni del riso Carnaroli” che si è svolta oggi a San Martino Siccomario presso l’azienda agricola "Il Riso del paradiso"- Cascina Paradiso Vecchio. Sebbene in provincia di Pavia le superfici coltivate a riso siano tornate a crescere (+14% l’incremento anno su anno, secondo le stime Coldiretti su dati Ente Risi), le piogge e i cambiamenti climatici rischiano di influire pesantemente sulla produzione risicola pavese.  «Le continue piogge nei mesi di aprile e maggio hanno creato non pochi problemi agli agricoltori durante il periodo delle semine – spiega Silvia Garavaglia, Presidente di Coldiretti Pavia – Molti hanno dovuto aspettare il bel tempo, e questi ritardi accumulati nei mesi scorsi rischiano oggi di riflettersi negativamente sul potenziale produttivo».

Incognita maltempo sulla stagione risicola. Crescono le superfici, ma è allarme rese. La denuncia di Coldiretti di Pavia

 

Le aziende agricole che erano attrezzate per la semina in acqua (la tecnica tradizionale di semina del riso – spiega Coldiretti Pavia – negli ultimi anni sostituita dalla semina a file interrate) sono riuscite lo stesso a effettuare le operazioni, seminando il riso nel periodo corretto. Chi invece è stato costretto ad aspettare ha dovuto seminare tardi, rischiando di compromettere il ciclo vegetativo del riso. «È ancora troppo presto per fare delle stime sulle quantità: soltanto quando le mietitrebbie saranno ferme si potranno avere dei dati più certi – spiega ancora il Presidente di Coldiretti Pavia – Ma le avverse condizioni meteo delle ultime ore rischiano di aggravare ulteriormente la situazione, ritardando ancora di più la conclusione della trebbiatura».

Il presidente di Coldiretti Lombardia, Gianfranco Cominicioli e la presidente di Coldiretti Pavia Silvia Garavaglia

 

Anche oggi a San Martino Siccomario, dove Coldiretti Pavia ha presentato il progetto “Gli 80 anni del riso Carnaroli”, la mietitrebbia non è potuta entrare in risaia: troppa la pioggia caduta nella notte. La produzione del riso in Italia – spiega Coldiretti – si concentra principalmente al Nord, con Pavia che è tornata ad essere la prima provincia risicola italiana con circa 80 mila ettari coltivati. «Nonostante ciò, i risicoltori italiani sono strangolati dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero – sottolinea Antonio Tessari, Direttore di Coldiretti Pavia - Tanto che più di un pacco di riso su quattro venduto nel nostro Paese è straniero, spesso proveniente da Paesi che non rispettano le stesse regole, sul piano ambientale, sociale e sanitario, in vigore nell’Unione Europea ma che beneficiano di agevolazioni per inondare il mercato Ue di prodotto di bassa qualità che fa crollare i prezzi di quello nazionale».

 

Un esempio è la Cambogia, che nel 2023 ha visto aumentare le sue esportazioni in Italia del 67%, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, mentre l’India ha addirittura quasi raddoppiato le vendite nel nostro Paese (+92). Nelle risaie asiatiche si utilizza peraltro il triciclazolo, un potente pesticida vietato nell’Unione Europea dal 2016, senza dimenticare le accuse di sfruttamento del lavoro, a partire da quello minorile. «Una buona notizia in questo senso è che pochi giorni fa la Commissione europea ha accolto la richiesta di opposizione formulata dall’Italia contro il riconoscimento dell'IGP Basmati presentata dal Pakistan – spiega ancora il Direttore di Coldiretti Pavia – È un risultato importante, ottenuto grazie all'azione esercitata da Coldiretti e Filiera Italia in rappresentanza della filiera risicola italiana, una risposta concreta al rischio di aprire ulteriormente le porte a produzioni ottenute con lo sfruttamento del lavoro minorile e l'uso di pesticidi vietati in UE»

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