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la rinascita dopo il buio
22 Novembre 2024 - 17:27
Stefano Finocchiaro mentre fa prove di scatti di atletica
A volte la vita mette le persone di fronte a delle sliding doors che possono cambiarla radicalmente. Esiti negativi in alcuni casi, altri inaspettatamente positivi. E’ il caso di Stefano Finocchiaro, gambolese classe 2002 che nel febbraio 2021 scampò alla morte in un incidente stradale dove purtroppo invece perì l’amico Alberto Piccolini. Dopo circa una ventina di interventi chirurgici tra cui l’amputazione della gamba sinistra e due dita della mano sinistra, ora Stefano è tornato alla “normalità” anche cogliendo l'opportunità dello sport paralimpico.
Stefano Finocchiaro durante un incontro di boxe prima dell'incidente del 2021
“Prima dell’incidente facevo box – dice l’atleta – ed ora sto provando diverse discipline nell’ambito paralimpico, per capire quale sarà la mia strada. Del resto, è un mondo tutto nuovo che devo ancora ben conoscere”. Stefano sta provando diverse discipline, coadiuvato da noti allenatori del territorio. “Con Enzo Ferrari sto facendo un percorso per competere nelle gare di bodybuilding paralimpico a partire dalla prossima primavera – aggiunge a riguardo – ma allo stesso tempo ho provato alcune spinte di velocità in atletica leggera. Per quello devo andare ad allenarmi presso la pista di Monza, ma al momento ho avuto un infortunio alla tibia e sto facendo fisioterapia per recuperare”.
Tante opportunità, stessa voglia di riprendersi la vita che per pochissimo avrebbe potuto perdere. Ripensando a quei tragici momenti Stefano sottolinea: “Non è stato facile ammortizzare sia a livello fisico che mentale, inoltre io seppi dopo 5 mesi della scomparsa di Alberto. Al mio risveglio dal coma non sapevo fare più nulla, neppure parlare. Quando mi dissero che non potevo più fare box mi si è spezzato il cuore, in quanto io mi allenavo nella stessa palestra di Jacopo Colli. Proprio lui è stato uno di quelli che mi ha incoraggiato ad andare avanti e per questo gli sono molto grato”.
Stefano Finocchiaro dopo l'incidente (foto Elena Manca)
Questo evento è stato per Stefano una vera e propria lezione di vita. “Di fatto posso dire di essere rinato. Mi impegno anche 5-6 volte rispetto a prima – dice riguardo la guarigione -. Questa esperienza mi ha dato la forza di non mollare mai e non passa giorno in cui nei vari allenamenti che faccio non pensi ad Alberto, ma anche a tutti quelli che mi sono stati vicino a cominciare dalla mia famiglia”.
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