Debutta venerdì 11 maggio "IL MAESTRO DI VIGEVANO", ultimo spettacolo e produzione della 42esima stagione di Tieffe Teatro. Tratto dal romanzo di Lucio Mastronardi, che già nel 1963 aveva ispirato il film di Elio Petri con Alberto Sordi, lo spettacolo nar
Tutte le vicende e i fatterelli del Maestro sono stati ambientati nella piazza Ducale di Vigevano: salotto, passaggio e centro della vita cittadina. I portici, le strette stradine di accesso, il castello incombente rendono la piazza un luogo claustrofobico e chi abita a Vigevano è "condannato" a passarci molte volte in una giornata per vedere e farsi vedere, ma anche per le normali faccende e commissioni. Il centro della scena è dunque il caffè, dove si incontrano i professori della scuola e dove si svolge la storia d'amore tra Ada e il maestro Mombelli. Una storia d'amore malata e morbosa, corrotta dalla miseria e dal sogno dei facili guadagni è il vero filo rosso che lega l'intera vicenda. Gli altri personaggi rappresentano l'umanità di quel microcosmo che può descrivere l'Italia di quei tempi: una classe dirigente incapace e corruttibile (Pereghi, Racalmuto e Filippi), la miseria umana dei sottomessi (il maestro Pisquani, ma anche lo stesso Mombelli) e la boria dei nuovi ricchi, pieni di soldi ed incapaci di spenderli (Girini).
Sono gli anni del boom economico, di un'italietta che si illudeva di crescere barando sui conti, quelli privati e quelli pubblici, entrambi da nascondere sotto un tappeto di faciloneria e furbizia. Uno sguardo troppo corto, fisso sul proprio ombelico, incapace di pensare alla costruzione di un possibile futuro. La provincia "grassa" si gonfiava a dismisura creando e sfruttando lavoro mal pagato ed esibendo gioielli tra le dita delle signore e macchinoni sotto i sederi dei signori delle "fabbrichette". Questo era la Vigevano del maestro Mombelli in quell'inizio degli anni sessanta, la scena monotona che gli si presentava ogni mattina, in quel percorso verso la scuola, dove dentro i mille cortili di una città dall'architettura straordinaria nascevano ogni giorno ed impietosamente laboratori di calzature, modificando l'aria, gli odori, i rumori. Irrimediabilmente. In principio per invadere la sua Vigevano e poi Milano, e poi l'Italia e poi il mondo. Il genio italico, o il destino o chissà cosa avevano stabilito che lì e solamente lì dovesse sorgere la capitale delle scarpe. Ma gli incubi di Mombelli continuano anche dentro la scuola, tra le macchiette di un direttore ignorante e borioso, i colleghi interessati solo ai miseri scatti di anzianità di una carriera ancora più misera e gli studenti già convinti dell'inutilità di una scuola che li allontanava dalla unica e necessaria missione dell'umanità: fare scarpe e guadagnare danè. È un romanzo straordinario Il Maestro di Vigevano di Lucio Mastronardi, un'autobiografia divertente e divertita, amara e tenera, concreta e assurda, come solamente sa essere l'opera di chi guarda più lontano e conosce lo sberleffo e la sofferenza. Pagine rese immortali dal più grande dei nostri attori comici, Alberto Sordi, che, guidato da Elio Petri, ne fece un memorabile ritratto. EMILIO RUSSO
Un breve viaggio nello spazio e nel tempo: Vigevano, 1962. Come guida, un curioso romanzo di uno dei più curiosi autori dell'epoca. Come mezzo, una sua riduzione autenticamente "teatrale". Come meta, un periodo storico che per qualcuno è già leggenda. Lo era un po' meno per Mastronardi, grazie a una capacità di analisi critica del proprio tempo che davvero pochi autori potevano (e possono) vantare. I nostri personaggi metteranno in scena, ai tavolini di un caffè della piazza Ducale, un microcosmo di sommovimenti sociali che finiranno per diventare travolgenti, specchio di un macrocosmo dove si pongono i primi semi di quella contrapposizione tra benessere economico e sviluppo culturale che qualche lustro più tardi diventerà una grave, pessima costante. Microcosmo perché tutto è piccolo: le pulsioni, le ambizioni, i desideri, le strategie, le rivalse, i tradimenti, i fallimenti, i rimpianti. Microcosmo perché la provincia è piccola per definizione. Microcosmo perché su questi piccoli personaggi esercitiamo, un po' sadicamente, la nostra curiosità da entomologi nell'analizzare in nuce e in fieri i vagiti di una storia che ci appartiene e che abbiamo conosciuto nel suo successivo sviluppo. Ma tutto questo riguarderà, spero, la testa dello spettatore. Noi attori, come di consueto, ci occupiamo di sentimenti, di tenerezze, di emozioni. Miriamo al cuore. MARCO BALBI
INFO: TEATRO MENOTTI - via Ciro Menotti 11, Milano | tel. 02.36.59.25.38 Dal 11 maggio al 3 giugno 2012 IL MAESTRO DI VIGEVANO dal romanzo di Lucio Mastronardi con Natale Ciravolo, Natascia Curci, Roberta Di Stefano, Gianni Quillico, Alarico Salaroli, Mario Scarabelli, Nicola Stravalaci, Marco Zannoni adattamento teatrale di Emilio Russo scene Elena Martucci luci Mario Loprevite costumi Mariella Visalli video Mario Flandoli per Studio Due Effe regia di Marco Balbi produzione Tieffe Teatro