Resta aggiornato
Cerca
22 Maggio 2016 - 11:30
Inizia lo studio del pianoforte giovanissima con la guida di suo cugino Michele Santomassimo (a sua volta noto ed apprezzatissimo pianista) per dedicarsi al piano jazz, guidata sia dal padre Carlo, chitarrista, che dal jazzista Mario Rusca. Trascorre negli USA il suo quarto anno del liceo e lì si inserisce nella Jazz Big Band della Allen High School. Durante gli anni degli studi universitari, inizia a collaborare con il gruppo dell’ateneo BJBU (Bocconi Jazz Business Unit) con il quale suona all’Ottagono di Milano (nel 2006) e al teatro Litta (nel 2012) sempre di Milano. Tra il 2007 e il 2010, fa parte del gruppo jazzistico tutto al femminile When the Buddha Smiles, con il quale si esibisce al Palazzo Mezzanotte di Milano (nel luglio del 2007), all’Università LIUC Cattaneo'ì (a Castellanza, nel novembre 2007), al Teatro No’hama di Milano (nell'aprile del 2009) e partecipa al programma radiofonico Piazza Verdi di RadioTre nel febbraio del 2010; dal 2012 al 2014 fa parte della Big Band di Costamasnaga di Lecco diretta dal Maestro trombettista Francesco Manzoni; infine nel 2013 si iscrive al biennio di pianoforte classico presso il conservatorio di Como e qui, sotto la guida di Alessandro De Curtis e Federica Valli, si laurea brillantemente nello scorso marzo.
Il programma di questo pomeriggio potrebbe avere come filo conduttore la parola "evocazione": apre il concerto lo Studio op. 8 n. 11 di Aleksandr Skriabin, malinconico, trascendente e così fortemente "chopiniano" che conduce ad una delle pagine più belle e conosciute di Claude Debussy, il "Giardino sotto la pioggia" tratto da "Estampes". Sembrano scritte sotto il medesimo impulso creativo e, appunto, evocativo, dove regna la descrizione di un ricordo lontano ma doloroso. Di Chopin si ascolterà poi la Ballata n. 1, op. 23, scritta in un lasso di tempo piuttosto lungo, da 1831 al 1835: è un canto senza parole (ballata è un termine che identifica sia una pagina vocale che una forma poetica), dove - ancora una volta - l'ascoltatore è portato a evocare di un ricordo lontano, tenero e struggente. Cavallo di battaglia di grandi pianisti (è ancora oggi un efficace bis da fine concerto…) il Preludio op. 3, n. 2 di Rachmaninov è addirittura 'demoniaco'. Qui il ricordo lontano è una ferita profondissima, mai guarita, dove domina l'evocazione di un inestinguibile tormento. Per contrasto ecco Maurice Ravel con la sua Sonatina. Non ci inganni il titolo: non è una pagina "facile" (è stata scritta tra il 1903 e il 1905 dopo il ciclo pianistico "Miroirs") ma solo un po' più breve di una "sonata". Curiosa la storia di questa composizione, scritta da Ravel per un concorso indetto da una rivista che aveva messo in palio l'equivalente di 100 franchi francesi. Il pezzo doveva stare entro le 75 battute e l'autore scrisse il "Modéré" che costituirà il primo dei tre movimenti. Non solo Ravel fu l'unico musicista a partecipare, ma il lavoro fu pure rifiutato perché le battute risultarono 87. Infine… la rivista nel giro di pochi mesi fallì.
Infine la Sonata n. 3 op. 28 di Sergei Prokofiev, un unico straordinario movimento di sonata dove si passa dal più sfrenato virtuosismo ad attimi di nostalgica atmosfera. Non ci stupiscano i repentini "sbalzi di umore" musicale: sono caratteristiche tipiche della musica di Prokofiev, sempre così originale e volutamente provocatoria. Il finale di questi soli sette minuti di musica costituisce uno dei momenti più esaltanti di questa sonata. Come sempre l'entrata è libera.
@ L'INFORMATORE - redazione
L’Informatore Vigevanese - via Trento 42/b 27029 - Vigevano (PV)
Tel. 0381.69711 - informatore@ievve.com
Copyright(©) 2012-2024 Ievve S.r.l.
TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI. NESSUNA RIPRODUZIONE PERMESSA SENZA AUTORIZZAZIONE
Powered by Miles 33