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02 Dicembre 2017 - 11:35
In scena una luna enorme, sotto la quale uomini sussurrano e implorano, e un albero nudo con un’unica foglia tenacemente appesa. E, poi, loro, Ale e Franz. Alessandro Besentini e Francesco Villa in scena al teatro Cagnoni di Vigevano, ieri sera, in "Tanti lati – latitanti" per la regia di Alberto Ferrari, hanno registrato il sold out e regalato al pubblico due ore di risate, ma anche riflessioni. C’è l’appuntamento galante a cui l'ex fidanzata Maria si presenta come Mario con disarmante semplicità. Ma ci sono anche sant’Antonio e san Michele, con Franz statua parlante e Ale goffo scassinatore di cassette delle offerte. C’è la solita umanità imperfetta ma proprio per questo da amare, marchio di fabbrica di Ale e Franz. E poi ci sono anche i dialoghi alla luna a cucire il tutto. E c’è Alda Merini che compare sullo schermo, alla fine, icona della poesia dei cosiddetti matti, che trovano normale cercare di afferrare la luna perché è là che volano i loro pensieri e desideri, verso l’alto, non verso il basso. Ale e Franz - spiegano al termine dello spettacolo - incontrarono due dottoresse dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano. In un cestino dei rifiuti avevano trovato su tanti foglietti i pensieri smozzicati dei pazienti. Pensieri così lucidi, nella loro “follia”, da sfuggire ai “normali”. I pensieri dei “dialoghi alla luna” che hanno tenuto unito lo spettacolo.
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