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16 Novembre 2018 - 18:06
L’aspetto è proprio quello della “Drogheria” di una volta, con tantissimi generi alimentari esposti e un’atmosfera da casa di ringhiera. Ma gli arredi e gli orpelli sono modernissimi. Si presenta con questo approccio il nuovo ristorante di via Merula 39. Un viaggio gastronomico intorno al globo che, dopo aver messo nel sacchetto della spesa ingredienti dal mondo, torna a casa «con un pugno di riso, degli spaghetti e una manciata di sale», poi mescolati dalla tecnica eccellente e dalla creatività dello chef Lele Picelli, cavallo di razza per tanti anni della ristorazione milanese. Alla Drogheria, oltre che per mangiare bene a prezzi contenuti (un antipasto costa 10 euro, un secondo 15, a pranzo si esce sazi e contenti con 15 euro totali e la proposta cambia ogni mezzogiorno), anche per i dettagli. Il pane lo sfornano loro, il caffè è ancora quello della moka per una scelta precisa, quella di scivolare nell’atmosfera di un’autentica bottega milanese degli anni ‘60, dove si poteva sia comprare da mangiare, sia fermarsi. Oppure la carta del menù, che viene variata 4 volte all’anno seguendo la stagionalità e con attenzione al “senza glutine”. «Alle signore - aggiunge Picelli - diamo un menù in cui non c’è scritto il prezzo, quello “argento”. Per i loro accompagnatori ecco invece quello “oro”, che i prezzi li ha. Qui si fa una cucina di concetto con porzioni generose. Un’intera pagina della carta è dedicata ai risotti, non possiamo non partire da qui. Ma poi si viaggia. C’è anche la possibilità di una degustazione, che io chiamo “la roulette russa”. Cinque piatti a fantasia mia, a seconda di quello che il mercato mi ha offerto quella mattina. In cucina siamo in tre, ci sono anche Roberto e Giacomo, più sei camerieri che si alternano tra pranzo e cena».
Cosa cucinerebbe oggi chef Lele? «Oggi come degustazione potrei proporre una coppa di maiale cotta a bassa temperatura con una salsa alla soja e riso, un risotto con un “formaggino” a base di grana che faccio io, un piatto che potrei chiamare “non sono un’oca, ma sono un’anatra” laccata al melograno e purè di montagna, una zucca caramellata al sesamo cantonese. Il dolce, dato che siamo in autunno, sarebbe a base di caco». Il locale, che ha anche un delizioso cortile sul retro a mo’ di bistrò francese, ha 40 posti. La chiusura è martedì. La pagina Instagram si chiama “La Drogheria Vigevano”, mentre il numero di telefono è 339.5404080.
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